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Mais e mercati: un appello alla responsabilità collettiva

L'intervento di Carlo Baietta, responsabile della sezione cereali di Confagricoltura Mi-Lo-Mb

Mais e mercati: un appello alla responsabilità collettiva

Carlo Baietta

L'intervento di Carlo Baietta, presidente della sezione cereali di Confagricoltura Mi-Lo-Mb.

«In qualità di responsabile del settore cereali di Confagricoltura Milano, Lodi, Monza e Brianza, sento il dovere di esprimere una forte preoccupazione per quanto sta accadendo in questi giorni sul mercato del mais.

Il clima di tensione è evidente. Si sta delineando uno scenario che rischia di mettere seriamente in difficoltà molte imprese agricole. Il comparto cerealicolo si trova schiacciato da dinamiche di mercato che faticano a trovare coerenza e giusto equilibrio.

Osserviamo con rammarico che in una fase in cui alcuni settori – penso in particolare alla zootecnia e alla produzione energetica – stanno vivendo condizioni economicamente favorevoli, le contrattazioni sul trinciato di mais si assestano su basi economiche molto basse, spesso non sostenibili per chi produce. Oggi, in aree come il Cremonese, il Bresciano, il basso Milanese, il trinciato a un prezzo che non riflette il valore reale del prodotto né riconosce il lavoro e gli investimenti che ci stanno dietro.

Questo è ancora più difficile da accettare se pensiamo che il mais a granella secca – pur trattandosi dello stesso prodotto base - ha conosciuto un aumento significativo legato a fattori esterni ben noti: i dazi introdotti dagli Stati Uniti e la forte siccità che sta colpendo i Paesi dell’Est Europa.

È difficile comprendere come possano coesistere valori così distanti tra le diverse destinazioni del mais ed evidente che una parte della filiera, probabilmente anche per dinamiche contrattuali consolidate, sta esercitando una forte pressione sui prezzi.

Abbiamo ben presenti le esigenze di ogni comparto, ma non possiamo ignorare gli effetti che queste scelte producono su chi coltiva e conferisce prodotto. Senza accusare nessuno, credo sia legittimo aspettarsi maggiore equilibrio e un dialogo più aperto tra tutti gli attori coinvolti.

A complicare ulteriormente il quadro c’è il fatto che molte aziende agricole, non disponendo di strutture di stoccaggio, saranno costrette a vendere il raccolto in un arco di tempo molto ristretto. Il rischio è che l’immissione simultanea di grandi volumi di prodotto sul mercato amplifichi le attuali difficoltà, comprimendo ulteriormente i prezzi in un momento già critico.

Per questo rivolgo un appello chiaro e costruttivo: servono consapevolezza e responsabilità da parte di tutta la filiera. Ognuno è chiamato a fare la propria parte, nel rispetto del lavoro altrui. Il sistema agricolo può funzionare solo se è in grado di tenere insieme le esigenze di tutti: chi produce, chi trasforma, chi acquista. Servono collaborazione, visione, coerenza. Solo così potremo costruire un’agricoltura capace di crescere davvero, in modo sostenibile e condiviso».


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