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FAUNA SELVATICA

Danni da fauna selvatica: in Regione Lombardia elargiti indennizzi per un valore di 2,4 milioni di euro

Mantova, con 984.000 euro, la provincia più colpita. Poi Cremona e Pavia

Danni da fauna selvatica: in Regione Lombardia elargiti indennizzi per un valore di 2,4 milioni di euro

È un risultato molto atteso dal settore primario quello ottenuto da Regione Lombardia nella giornata di ieri: sono state infatti risarcite integralmente quasi mille domande di indennizzo presentate dalle aziende per i danni causati dalla fauna selvatica, per un valore complessivo di 2,4 milioni di euro.

«Una risposta soddisfacente a un problema che cresce anno dopo anno – è il commento del presidente di Confagricoltura Lombardia, Antonio Boselli – ringraziamo Regione Lombardia e l’assessore all’Agricoltura Alessandro Beduschi per i finanziamenti stanziati e per l’impegno nel contenimento della fauna selvatica».

Gli indennizzi, che si riferiscono al periodo 1/1/2025-30/9/2025, sono stati in gran parte predisposti dall’amministrazione regionale, che ha contribuito con circa 2,2 milioni di euro. Il resto della somma è arrivato grazie agli Ambiti territoriali di caccia (Atc) e ai Comprensori alpini di caccia (Cac).

La provincia più colpita è quella di Mantova, che ha presentato 216 domande e ricevuto un contributo pari a 984.000 euro, seguita dalle province di Cremona (67 domande, 331.550 euro) e Pavia (143 domande, 318.200 euro). A seguire poi Milano (98 domande, 202.650 euro), Bergamo (182 domande, 202.600 euro), Varese (45 domande, 92.500 euro), Como (71 domande, 72.300 euro), Lodi (11 domande, 46.650 euro), Monza Brianza (12 domande, 14.550 euro) e Lecco (5 domande, 6.500 euro). Per il territorio della provincia di Sondrio invece, il ristoro sarà a cura dell’amministrazione provinciale, come da norma vigente.

«Quello dei danni causati dalla fauna selvatica alle imprese agricole del territorio regionale lombardo è un problema su cui non possiamo abbassare la guardia – prosegue Boselli – Vediamo, infatti, un costante aumento dei danni e, quindi, delle domande di risarcimento. Ed è doveroso ricordare come nel conteggio non rientrino tutte le perdite causate dalle nutrie, che non sono stimabili perché questo animale non è considerato fauna cacciabile e, quindi, non censito».

«A causare i maggiori danni – conclude ancora Boselli – sono specie quali il cinghiale, gli ungulati, i piccioni e i corvidi. Un problema serio e sempre più diffuso, che per le aziende si traduce in perdite nei raccolti, più costi e, di conseguenza, meno ricavi. Una criticità che non possiamo dunque tralasciare».


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