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Latte: trovato l'accordo sul prezzo

Boselli: «Ora puntiamo al rinnovo dei contratti disdettati»

Latte: trovato l'accordo sul prezzo

Un accordo «essenziale per un settore chiave del Made in Italy, che consente di guardare con maggiore stabilità al futuro ma che, al contempo, lascia sul piatto alcune criticità, che puntiamo a risolvere quanto prima».

Questo il commento del presidente di Confagricoltura Lombardia, Antonio Boselli, circa l’intesa raggiunta al Ministero dell’Agricoltura, che sarà valida per i primi tre mesi del 2026 e fissa il prezzo minimo del latte fresco a 0,54 euro al litro a gennaio, 0,53 a febbraio e 0,52 a marzo. Dopodiché si tornerà a trattare.

«È stata stabilita una soglia – prosegue Boselli – sotto la quale non si dovrebbe, ma il condizionale è d’obbligo, scendere. Abbiamo il dovere di sottolineare però che il prezzo definito rischia, per molte aziende, di non coprire i costi di produzione. Il margine, dunque, è ancora estremamente risicato».

L’obiettivo principale ora è il rinnovo dei contratti disdettati che, in caso di mancato accordo sul prezzo, rischiavano di non essere rinnovati a partire da gennaio: «Una situazione – dice ancora Boselli – che non ci potremmo mai permettere. L’incertezza di queste settimane rischiava di creare scossoni importanti all’interno delle nostre aziende, che hanno invece bisogno di continuità in termini di redditività. Ci appelliamo al senso di responsabilità dell’industria di trasformazione, affinchè le disdette vengano revocati e non rimanga a terra nemmeno un litro di latte».

Da gestire ora un importante surplus produttivo: si parla di 5.000 quintali di materia prima in eccedenza nella sola Regione Lombardia, uno dei più importanti areali per quanto riguarda la produzione di latte.

«La proposta di convogliare il latte verso le Dop – spiega Boselli - , che già presentano dati in aumento per quanto riguarda la produzione, non è ragionevolmente fattibile. Per la legge della domanda e dell’offerta infatti, più Grana Padano sul mercato significherebbe un crollo del prezzo, già peraltro in calo, con danno che si ripercuoterebbe sull’intera filiera».

Per Confagricoltura Lombardia dunque, le soluzioni sono altre: programmazione ragionata della produzione, calcolando le quote che il mercato è in grado di assorbire, incentivi per favorire la domanda interna con aiuti agli indigenti e promozione nelle scuole, piano di marketing rivolto all’estero e garanzia d’impegno da parte delle singole Regioni, con misure Psr dedicate.


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