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LATTIERO-CASEARIO
14.11.2025 - 14:18
Libero Stradiotti nella sua stalla
La situazione del mercato lattiero-caseario sta dando segnali di instabilità. Dopo un paio d’anni In cui le quotazioni del latte alla stalla sono state decisamente interessanti, trainate da una forte domanda, da una produzione stazionaria e da un andamento particolarmente favorevole dei formaggi Dop e pregiati del nostro paese, le quotazioni del latte, non solo in Italia ma anche in Europa stanno dando segnali di cedimento. Il latte spot dopo essere stato a lungo vicino e anche oltre i 60 centesimi al litro ora sono scese al di sotto dei 50 centesimi al litro.
Per approfondire l’argomento ne parliamo con Libero Stradiotti Presidente di Confcooperative Cremona e della Latteria Ca’ de’ Stefani.
«Dopo una prima fase di quest’anno che ha continuato il trend dei mesi precedenti, dice Stradiotti, da qualche mese a questa parte il clima è cambiato. La produzione dei principali paesi produttori europei ha ripreso a salire in modo anche consistente. Il fenomeno si è verificato particolarmente In Germania, Francia, Irlanda e anche in Italia. Al punto che ad oggi la produzione media europea è superiore di 2- 3 punti percentuali rispetto all’anno precedente; il che significa un mare di latte in più. A questo riguardo non sono certo state di buon auspicio le parole dell’ex commissario polacco all’agricoltura europea Janusz Wojciechowski che in un pubblico dibattito in sede internazionale ha vantato i grandi progressi nella produzione di latte della Polonia».
Riprende Stradiotti: «Diverse sono le cause: di carattere ambientale, sanitario ed economico. Quelle di carattere ambientale, ma anche gestionale, sono relative all’introduzione su larga scala delle norme sul benessere animale che hanno comportato generalmente un incremento della durata in stalla degli animali e quindi anche produttivo. Quelle di carattere sanitario sono legate soprattutto alla situazione tedesca in cui dopo un periodo nel quale si era paventata una grande crisi di carattere sanitario dovuta a focolai di Afta epizootica, blue tongue di dermatite nodulare contagiosa, alla scomparsa di questi sintomi, la produzione di latte è ripartita alla grande, grazie anche ad una forte concentrazione dei parti a partire dal mese di settembre. Ma uno degli argomenti decisamente più importanti per la ripresa produttiva è stata la sorprendente quotazione del latte alla stalla negli ultimi due anni in tutta Europa. Fenomeno che, anche considerando un incremento del costo della razione alimentare, ha comunque consentito la realizzazione di buoni bilanci aziendali. Rafforzati in Italia dall’ottimo andamento delle Dop lattiero casearie: grana e parmigiano su tutte».
«La parziale flessione del Grana é stata come un segnale di allarme, accompagnato anche dal cedimento delle creme. Segnali che sono stati raccolti ed interpretati dalla principale azienda del settore che ne ha approfittato per disdire un significativo quantitativo di latte dei propri conferenti. In alcuni casi in modo definitivo ed in altri finalizzandolo ad una revisione del prezzo del latte alla stalla a partire dal prossimo gennaio. Segnale raccolto da molti caseifici creando serie preoccupazioni tra i produttori».
Se questa è la situazione vi è da chiedersi ora e nei prossimi mesi cosa potrebbe accadere nel comparto che è uno dei principali dell’agricoltura italiana.
Stradiotti non ha una evidenzia chiara del futuro se non ribadire i fenomeni che hanno portato a questa situazione e la preoccupazione per il prossimo anno. Ma aggiunge: «In Italia, a differenza del resto d’Europa, l’annata lattiero-casearia chiuderà con il segno più grazie al buon andamento del primo semestre dell’anno che va a compensare i risultati del secondo semestre. Ma con valori molto inferiori rispetto a quello che si sarebbe potuto supporre solo questa estate. Questo almeno per quanto riguarda il settore della cooperazione. Per il futuro più a lungo termine prima di sbilanciarsi è bene aspettare qualche ulteriore segnale».
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