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Lattiero caseario
07.12.2025 - 09:47
Fine anno difficile per il latte lombardo, disdettati circa cinquemila quintali
“La situazione di mercato del comparto lattiero caseario è preoccupante e per questo stiamo cercando di trovare soluzioni ad una crisi che potrebbe essere molto dura per diversi produttori lombardi”. Afferma Antonio Boselli, presidente di Confagricoltura Lombardia. Sia l’assessore all’agricoltura di Regione Lombardia, Alessandro Beduschi, che il ministro delle Politiche agricole, Francesco Lollobrigida, hanno convocato nei giorni scorsi i rispettivi “tavoli latte” ma finora senza alcun risultato tangibile. Aggiornamenti dovrebbero essere in vista.
“Siamo grati all’Assessore e al Ministro per le iniziative prese e con cui abbiamo dialogato anche in occasione della recente Fiera di Cremona, prosegue Boselli, ma evidentemente occorre uno sforzo ulteriore ed un maggior coinvolgimento e responsabilità di tutti gli attori della filiera. Per parte nostra, di fronte ad un grosso quantitativo di latte disdettato a meno di un mese dalla scadenza contrattuale, si parla di circa cinquemila quintali di latte nella sola Lombardia, stiamo facendo ogni sforzo per cercare di garantirne la totale collocazione a prezzi il più vicino possibile ai livelli attuali. Certo che questa situazione non aiuta le trattative per il rinnovo del prezzo a partire dal prossimo anno. Nei prossimi giorni, subito dopo l’assemblea di Confagricoltura prevista a Roma per il 10 dicembre ho convocato una sezione latte allargata”.
Nel frattempo, al tavolo latte del Ministero, Giovanni Guarneri, responsabile del settore lattiero caseario di Confcooperative ha formulato alcune proposte volte a superare questa emergenza, ma non solo. Tra le soluzioni emergenziali, legate al momento contingente, spicca quella dell’applicazione di un prezzo differenziato del latte alla stalla, con una parte che viene indicizzata a regime e un prezzo differenziato per la quota di latte in esubero. Il che sembra significare un sistema che, mese su mese, faccia riferimento al latte prodotto nel corso di quest’anno su cui applicare il prezzo di riferimento standard, mentre sul latte prodotto in più si valuterebbe mese per mese il prezzo da applicare in funzione della capacità di assorbimento del mercato. Altre due proposte di fonte cooperativistica riguardano l’imposizione di una limitazione all’incremento dei capi bovini per singola stalla con il fine di contingentare il patrimonio bovino nazionale. Qualcosa che assomiglia nella sostanza, se non nella forma, alle vecchie quote latte abolite ormai un decennio fa. Così come la riproposizione di una misura classica dei periodi di cirisi, cioè il ricorso a quote di prodotti finiti da riservare agli indigenti con lo scopo di alleggerire il volume di prodotti sul mercato. Misura questa che potrebbe essere allargata anche al fronte comunitario con il ricorso ad un ritiro dal mercato di polveri e burro in modo da riequilibrare l’offerta alla domanda. Ma Guarneri ha rinnovato anche l’idea di una riforma strutturale, volta a prevenire crisi come quella attuale generata da forti squilibri di mercato, cioè l’istituzione di una OCM latte finalizzata a favorire l’aggregazione e la programmazione produttiva, e in ultima analisi, il sostegno del settore.
“Sono tutte misure sensate e perseguibili, commenta Boselli che hanno il grande merito, ma anche il limite, di riguardare principalmente il comparto cooperativo e per il quale sono comprensibili e facilmente applicabili. Misure la cui efficacia andrebbe verificata e calata anche nelle singole realtà aziendali, dove sovente in questi ultimi mesi si sono fatti importanti investimenti per efficientare e ottimizzare la produzione di latte. Certo permane una forte preoccupazione per i conferimenti delle aziende e delle cooperative di raccolta latte con destinazione latte alimentare e prodotti freschi, dal momento che hanno visto disdettati ingenti quantitativi di latte. Per questo chiedo un grande sforzo al mondo cooperativo per cercare di collocare questo latte. Bene invece l’istituzione di una OCM latte, ma qui si lavora su prospettive in divenire”.
In questo complesso quadro di fine anno, infine, vi è da valutare il ruolo di Assolatte e degli industriali della trasformazione che potrebbero avere un certo interesse, nei confronti della Gdo, a non deprimere troppo i prezzi del latte alla stalla affinché, a cascata, non vengano depressi troppo quelli dei prodotti destinati agli scaffali dei supermercati.
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