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POMODORO
02.10.2025 - 16:32
È stata un'annata a due facce quella del pomodoro da industria in Regione Lombardia. «La prima parte dell'anno - afferma Corrado Ferrari, presidente della sezione pomodoro di Confagricoltura Lombardia - diciamo fino ad agosto, è stata molto buona, sia per livelli produttivi che qualitativi, grazie a condizioni meteo-climatiche favorevoli. Buona qualità con un grado brix piuttosto elevato. Poi in settembre il clima è cambiato radicalmente con piogge diffuse e persistenti. La qualità è diminuita drasticamente e sono subentrate anche condizioni difficili per entrare nei campi. Il che ha comportato tempi più lunghi per la raccolta anche con lunghe attese, che in alcuni casi hanno determinato il deperimento del prodotto in campo. Le piogge ed i terreni pesanti hanno anche comportato un allungamento dei tempi di raccolta, al punto che ancora oggi vi sono dei cantieri in campo e la stagione non può ancora dirsi terminata».
La conseguenza ad oggi di questo duplice volto della campagna pomodoro da industria 2025 è che si stima una disponibilità di prodotto inferiore del 13-14% rispetto a quanto atteso dalle condizioni contrattuali all’inizio dell’annata.
«In primavera - continua Ferrari - vi era stata una buona disponibilità di prodotto contrattualizzato con superfici superiori rispetto a quelle dello scorso anno, circa 4-5.000 ettari in più. Vale a dire circa 45mila ettari contro i 40mila dell’anno prima. L’incremento della superficie coltivata a pomodoro è stato determinato, per certi versi, anche dalla crisi dei cereali. Il che ha portato alcuni agricoltori a rischiare qualcosa di più è a differenziare le coltivazioni».
«Dal punto di vista economico siamo partiti da un prezzo base contrattualizzato di 14,25 euro per quintale, inferiore di 75 centesimi rispetto a quello dell’anno prima, ma con un accordo trovato piuttosto rapidamente, il che poteva avere anche aspetti positivi. Ma gli elevati costi di produzione e l’andamento meteo climatico non sembrano portare a valutazioni particolarmente positive. Anche se è presto per un bilancio finale, ma con costi di produzione accertati da Ismea di circa 11.000 euro ad ettaro i margini sembrano essere veramente modesti. Ad oggi è possibile stimare una produzione media per ettaro inferiore ai 700 q/ha, probabilmente tra i 650 ed i 670 q/ha con un prezzo medio finale che, con i dati disponibili fino a questo momento si dovrebbe confermare sui valori dell'accordo base, con un leggero recupero nell'ultimo periodo. Poi vi è da dire che sul tardivo, come da contratto, le industrie di trasformazione stanno pagando una integrazione di 10 centesimi al giorno a partire dal 12 settembre. Ma, vista la scarsità di prodotto, qualche industria sta offrendo ulteriori premi aggiuntivi variabili da trasformatore a trasformatore. E vi è ancora del prodotto in campo».
Un bilancio definitivo dell’annata potrà essere fatto solo tra qualche giorno, ma le piogge persistenti di questo fine settembre non sembrano promettere niente di particolarmente favorevole.
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