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MAISCOLTURA
01.09.2025 - 15:01
La campagna per la raccolta dei mais da insilato delle prime semine è in pieno svolgimento ed è già possibile stilare un primo, seppur provvisorio, bilancio.
Ne parliamo con due agricoltori esperti della materia, Marco Samarani, presidente della sezione cereali da foraggio di Confagricoltura Lombardia, e Francesco Fappanni, presidente della sezione cereali della Libera Associazione agricoltori di Cremona.
Il tratto distintivo di questa annata maidicola finora è certamente stato un buon andamento meteo climatico che, a differenza dello scorso anno, ha avuto uno sviluppo positivo per l’area padana. Il caldo infatti si è presentato solo con qualche picco, seguito però da altrettanto brevi fenomeni temporaleschi con, in alcuni casi, grandinate fortunatamente lievi. Anche la disponibilità di acqua ha dunque giocato un ruolo positivo.
Queste condizioni hanno consentito un buon andamento delle semine di mais in primo raccolto, sia da foraggio che da granella.
«La situazione si presenta abbastanza buona - spiega Samarani - soprattutto in relazione alla produzione, con conferme che parlano di rese intorno ai 650-700 quintali per ettaro. E non sono nemmeno rari i casi in cui si superano i 700 q/ha».
Livelli produttivi che vengono confermati anche da Fappanni: «I dati sono ancora relativamente pochi, tuttavia sono concordi nel segnalare rese intorno ai 700 q/ha, che vengono superati anche con una certa facilità. Mentre non sembrano particolarmente incoraggianti le prime indicazioni che vengono dai precoci da granella».
«Soddisfacenti anche le prime indicazioni che riguardano il mais da pastone - prosegue Samarani - destinato all’alimentazione dei suini. Le produzioni, dai primi dati pervenuti, superano di gran lunga quelle degli anni precedenti, attestandosi sui 170-185 q/ha di media con un’umidità del 30%. Fortunatamente dalle prime analisi non risultano gravi problematiche per quanto riguarda la presenza di tossine e su questo aspetto ha giocato un ruolo fondamentale sicuramente anche il clima, che ha permesso il contenimento di attacchi di insetti dannosi. Ma anche la costante cura dedicata ai trattamenti che la maggior parte degli imprenditori agricoli ha inserito nelle pratiche agronomiche».
Tornando ai trinciati, alla loro destinazione e quotazione, Fappanni ricorda come «si tratta di un prodotto a prevalente uso aziendale, l’80% viene prodotto nell’ambito di aziende zootecniche. Mentre per quanto riguarda il mercato sembra che ci sia un po' meno interesse per la destinazione alla produzione di biogas. Forse con la fase di transazione verso la produzione di biometano e con un po' di incertezza sul futuro, legata anche all’interessamento da parte di società esterne al mondo agricolo per la gestione degli impianti, molte aziende hanno rallentato il loro interesse produttivo e fatto calare un certo entusiasmo. Fenomeni questi che hanno determinato un'offerta sostenuta con conseguenti quotazioni del silomais che faticano ad arrivare e 5 euro al quintale».
Con queste premesse, la campagna continua con gli insilati di secondo raccolto e il mais da granella le cui quotazioni attuali, di poco sopra i 26 euro, sono piuttosto deboli, e con la certezza che i mercati globali con tutte le ben note tensioni in atto non sembrano andare verso valori particolarmente interessanti. Quotazioni che mettono a serio rischio la redditività delle imprese a forte vocazione maidicola.
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