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AVICOLTURA

Influenza aviaria, rilevato focolaio in Veneto: coinvolti diversi comuni lombardi

Il centro di referenza di Padova pubblica un manuale di controllo e prevenzione

Influenza aviaria, rilevato focolaio in Veneto: coinvolti diversi comuni lombardi

Trovato un focolaio di Influenza aviaria in Veneto

Insieme all’autunno sono arrivati i primi casi di influenza aviaria in allevamenti del Veneto con conseguente inserimento di diversi comuni lombardi nelle aree di restrizione, sia A che B. (QUI l'elenco dei comuni lombardi compresi nelle zone di restrizione e QUI le limitazioni connesse)

Il rischio di introduzione di virus dell’Influenza aviaria ad alta patogenicità è particolarmente alto nelle aree del nord Italia nella stagione autunno-invernale per l’arrivo di milioni di volatili acquatici svernanti portatori di questi virus ed è costantemente aumentato negli ultimi anni per un incremento senza precedenti di queste specie nelle aree umide del nostro Paese e per l’espansione dell’areale di alcune specie che frequentano abitualmente le aree rurali adiacenti agli allevamenti di pollame.

Per questo l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie su mandato ed in collaborazione con il Ministero della Salute, con il coinvolgimento delle Regioni maggiormente interessate (Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna) e degli altri enti del Servizio Sanitario Nazionale competenti in materia di sanità animale ha redatto il Piano strategico per la gestione dell’influenza aviaria ad alta patogenicità in Italia.

L’esperienza acquisita negli anni nella prevenzione e gestione delle epidemie di Influenza aviaria nelle aree a forte vocazione avicola italiane (Densely Populated Poultry Areas – DPPA) e il confronto con i sevizi veterinari regionali, le ASL, le associazioni avicole, le aziende avicole e gli allevatori, hanno portato il Centro di Referenza Nazionale per l’influenza aviaria ad elaborare su richiesta del Ministero della Salute una serie di proposte strategiche tese a ridurre al massimo l’impatto di future introduzioni di virus ad alta patogenicità nelle aree a forte vocazione avicola. Il documento completo è disponibile cliccando QUI.

Molte delle proposte nascono da analisi e modelli scientifici, sui quali si sta continuando a lavorare per poterli migliorare e rappresentano una buona base di partenza per mettere in atto delle strategie di prevenzione e contenimento delle prossime epidemie di Influenza aviaria nella prossima stagione autunno invernale.

In molti casi la concreta realizzazione delle misure proposte in tutta la loro efficacia dipende dalla loro sostenibilità e di conseguenza è vincolata alla disponibilità di risorse adeguate e alla capacità/volontà di adeguamento delle aziende e degli allevatori alle azioni proposte.

Vengono anche illustrate le criticità per l’applicazione delle strategie elaborate che sono emerse nel corso degli incontri con la produzione e i servizi veterinari.

La redazione del piano e la valutazione delle azioni proposte hanno visto la partecipazione attiva di un ampio gruppo di portatori di interesse, tra cui rappresentanti delle filiere avicole e delle Associazioni di categoria tra cui Confagricoltura, delle principali aziende del settore, e delle autorità sanitarie regionali e locali.

Il documento si articola in diverse sezioni che affrontano in modo integrato i principali elementi strategici per la gestione dell’HPAI: biosicurezza, gestione del territorio e strategie vaccinali. Il piano si propone di fornire un quadro organico delle misure disponibili, delle criticità riscontrate e delle opzioni operative, supportato da analisi preliminari e simulazioni orientative sui costi delle diverse strategie (fermo produttivo, vaccinazione, sorveglianza). Tale lavoro costituisce la base per approfondimenti successivi e per l’elaborazione di modelli più precisi e condivisi, utili a supportare le decisioni delle autorità competenti.

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