Cerca
EUROPA
31.07.2025 - 15:58
Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, sul palco dell'aula magna dell'Università Bocconi
Fare chiarezza su temi e criticità della nuova riforma Pac è stato l'obiettivo dell'incontro “Comunicare la nuova Pac”, un progetto organizzato da Ansa e Confagricoltura stessa, andato in scena a Roma, presso Palazzo della Valle.
Interessante soprattutto perché si sono potute mettere a confronto le posizioni sostenute dagli agricoltori, nella fattispecie da Confagricoltura, con quelle della Commissione Ue che di recente le ha rese pubbliche e che tanti malumori hanno creato.
Apertura dei lavori da parte del presidente Giansanti: «La nuova riforma si presenta dannosa e contro la storia, non bisogna buttare 60 anni di Pac. Il fondo unico non è quello che serve agli agricoltori, e la Pac non è un sussidio ma un insieme di misure di carattere economico a sostegno dell’agricoltura europea e degli agricoltori».
Sulla stessa lunghezza d’onda il sottosegretario all’Agricoltura, Patrizio La Pietra: «Siamo insoddisfatti di quanto emerso dalla presentazione della nuova Pac, che è uno dei pilastri fondamentali della Ue. Meno 20% delle risorse per l’agricoltura e meno 70% per la pesca sono tagli inaccettabili e per questo siamo su posizioni molto distanti».
Il compito di illustrare la nuova proposta della Pac è toccato a Diego Canga Fano, consigliere speciale della Direzione Generale Agricoltura della Commissione Europea: «La Pac rimane centrale nella programmazione del prossimo periodo 2028-2034. Almeno 300 miliardi di euro saranno una dotazione finanziaria protetta per gli agricoltori, a fronte di 865 miliardi di euro di dotazione complessiva, quindi il potenziale finanziario è molto più alto rispetto a quello attuale».
Canga Fano ha poi illustrato quattro punti fondamentali su cui si basa la proposta della Commissione: più risorse per la gestione delle crisi, che oggi contano su 450 milioni di euro, mentre in futuro saranno 900 milioni di euro; un forte sostegno alla promozione, che potrà contare su un maggior peso economico rispetto a quello attuale; più risorse per la ricerca agricola, per la quale oggi ci sono 3,3 miliardi di euro, mentre con la proposta nuova si sale a 40 miliardi di euro e ci sarà il coinvolgimento diretto degli agricoltori nella ricerca; infine il quarto punto relativo all’inflazione, con la nuova Pac che ne terrà conto, con risorse ad essa parametrate.
«In buona sostanza - ha concluso Canga Fano - i tempi sono cambiati e la nuova Pac vi si deve adeguare. È necessaria una Pac più sofisticata dopo il 2027, ma la Pac futura conserverà tutte le sue peculiarità e sarà strutturata non più per pilastri ma per obiettivi. Avremo una politica unica che si farà carico di sostenere il reddito delle imprese agricole, si baserà sulla incentivazione piuttosto che sulle costrizioni in particolare per le misure ambientali e per il benessere animale, e si farà carico di sviluppare l’imprenditoria rurale. I sostegni basati sulle superfici non cambiano come principio ma con la degressività ed il capping si andranno a sostenere le aziende più in difficoltà».
Una visione che non è proprio in linea con quello che la Pac ha rappresentato fino a questo momento e anche rispetto alle attese del mondo agricolo, come hanno sostenuto prima il prof. Angelo Frascarelli e poi Vincenzo Lenucci.
«È necessario dare una prevalenza economica alla Pac - ha detto Frascarelli - rispetto agli obiettivi ambientali, mentre invece ci potremmo trovare di fronte ad un taglio anche del 40% delle risorse».
«Posizione preoccupata degli agricoltori italiani ed europei - gli ha fatto eco Lenucci - dato che la Pac di ieri valeva 378 miliardi mentre quella futura potrà contare su 293 miliardi, contro un incremento del bilancio Ue che passa da 1210 a 1984 miliardi. Il peso della Pac così scende dal 31 al 15% delle risorse complessive. Inoltre, dal 2028 verranno accorpati i piani regionali e nazionali con la conseguenza che si scateneranno lotte per accaparrarsi i fondi. Per contro Bruxelles ha deciso di eliminare alcuni vincoli sostituendoli con incentivi ma i cambiamenti saranno legati alla sensibilità delle zone esposte a maggiori rischi. E poi vi sarebbero i pagamenti disaccoppiati calcolati anche in base al reddito».
I più letti
Via Federico Confalonieri, n.38
20124 Milano (Mi)
Tel.: +39 02 78612751
Fax: +39 02 36568610
Email: segreteria@confagricolturalombardia.it
Pec: postacert@pec.confagricolturalombardia.it
C.F. 80102910157 - P.IVA 08449900961