Cerca

LAVORO

Ordinanza anti-caldo, il commento di Confagricoltura Milano-Lodi-Monza Brianza

Pacchiarini: «No a estremismi, serve equilibrio tra tutela della salute e continuità delle attività»

Ordinanza anti-caldo, il commento di Confagricoltura Milano-Lodi-Monza Brianza

Francesco Pacchiarini, presidente di Confagricoltura Mi-Lo-Mb

«No a estremismi», è questo il principio guida con cui Confagricoltura Milano-Lodi-Monza Brianza affronta l’entrata in vigore dell’ordinanza anti-caldo emanata da Regione Lombardia, che vieta, fino al 15 settembre, le attività lavorative all’aperto nelle ore centrali della giornata, dalle 12.30 alle 16.00, nei giorni in cui il livello di rischio da esposizione prolungata al sole, indicato dal portale Worklimate, è classificato come “alto”.

Un provvedimento che, pur muovendosi giustamente nella direzione della tutela della salute dei lavoratori, solleva riflessioni sulla sua attuazione concreta e l’impatto operativo sulle imprese agricole.

«La salvaguardia della salute dei lavoratori è una priorità assoluta - dichiara Francesco Pacchiarini, presidente di Confagricoltura Milano-Lodi-Monza Brianza - ma le misure adottate devono tenere conto della complessità del sistema produttivo e della capacità delle aziende di gestire, con responsabilità e competenza, i rischi legati al caldo. L’introduzione di divieti rigidi e generalizzati rischia di produrre effetti sproporzionati, specie laddove si ignorano le differenze tra tipologie di attività, modalità operative e contesti organizzativi».

Il settore agricolo, sottolinea l’organizzazione, ha maturato da tempo una sensibilità concreta rispetto alla gestione del rischio climatico. Molte delle misure richiamate dall’ordinanza - come la riorganizzazione degli orari, la previsione di pause in luoghi freschi, l’idratazione, l’uso di abbigliamento idoneo - fanno già parte integrante delle prassi quotidiane applicate dalle imprese in linea con quanto previsto dalla normativa in materia di sicurezza sul lavoro.

L’auspicio dell’organizzazione è che la gestione dell’ordinanza non si limiti all’applicazione automatica del divieto, ma si fondi su un dialogo costruttivo tra istituzioni e rappresentanze di categoria, affinché siano riconosciute le specificità operative delle singole aziende e dei diversi comparti produttivi.

«Il nostro invito - conclude Pacchiarini - è a mantenere il confronto aperto, anche in fase applicativa. Serve un approccio equilibrato, capace di proteggere la salute dei lavoratori senza ostacolare la continuità operativa di un settore che, già oggi, dimostra nei fatti di saper affrontare le sfide climatiche con serietà, competenza e senso di responsabilità».


Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Confagricoltura

Caratteri rimanenti: 400