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STATISTICHE
16.11.2023 - 16:09
Consumi alimentari delle famiglie, spesa in aumento ma il comparto produttivo soffre
Il report Ismea “I consumi alimentari delle famiglie”, evidenzia un primo semestre 2023 contraddistinto da un’ulteriore crescita, addirittura a doppia cifra, della spesa ed un carrello che risulta, invece, “alleggerito” nei volumi. Spesa in aumento per tutti i comparti alimentari: "pane e sostituti" (+17,8%), pasta (+11%), riso (+26%), uova (+19,3%), latte Uht (+ 26%), derivati del latte (+17,8%). Cresce in misura importante anche la spesa per le carni (+9,1%), trainata soprattutto dalle avicole, per le quali si registra, in controtendenza rispetto agli altri comparti, un incremento dei volumi acquistati (+7,3%). La spesa per il comparto ortaggi cresce del 9,1% trainata dall'incremento dei prezzi delle patate e dei prodotti trasformati a base di pomodoro. In controtendenza i prodotti di IV gamma, che invece cedono volumi pur in presenza di incrementi di prezzo sotto la media inflattiva. Andamento analogo anche per le bevande, sulle quali pesa la performance del vino, che cede il 3,8% in termini di volumi e cresce solo del 3,1% in termini di spesa. Tra i canali distributivi il supermercato resta predominante con il 40% di share e con una crescita del fatturato del 10,8% sul primo semestre 2022 (-2,1% i volumi venduti attraverso questo canale). Il discount, con una quota in valore del 22%, è il settore GDO dove si registra il più importante scostamento tra aumento della spesa (+10,9%) e riduzione dei volumi venduti (-3,8%).
Nonostante il rallentamento dell’inflazione, il carrello della spesa per i prodotti alimentari da consumare in casa, secondo i dati dell’Osservatorio Ismea sui consumi alimentari, è dunque costato complessivamente agli italiani circa il 10% in più rispetto al primo semestre 2022. In termini assoluti si tratta di un incremento di oltre cinque miliardi di euro. Sicuramente un buon deterrente agli sprechi, ma anche un serio campanello d’allarme per i distributori e specchio di una popolazione che ha perso parte del proprio potere di acquisto e ha rimodulato le scelte di consumo. Andando a confrontare queste dinamiche con l’indice Ismea dei prezzi di vendita dei prodotti agricoli nazionali si osserva il seguente andamento, ripartito su base trimestrale: l’indice alla produzione segna un + 6,8% nel primo trimestre e un + 3,4% nel secondo semestre rispetto all’anno precedente. Al contempo, l’indice dei costi correnti di produzione segna una variazione tendenziale nel primo trimestre di ben +14,3% che si assesta al 5% nel secondo trimestre, in rallentamento rispetto al 2022 ma comunque sia in entrambi i trimestri 2023 decisamente superiore alle variazioni percentuali dell’indice dei prezzi di vendita.
Quello che registriamo dall’analisi di questi dati è che l'aumento dei prezzi al consumo sta riducendo la capacità di spesa dei consumatori, riorientandone le scelte di acquisto. Agricoltori e allevatori non ne beneficiano in alcun modo: i prezzi dei prodotti agricoli ai cancelli aziendali sono spesso insufficienti a coprire gli incrementi dei costi di produzione. L'analisi Ismea evidenzia dunque l’accentuarsi dell’asimmetria tra concentrazione della domanda e organizzazione dell’offerta. Appare pertanto necessario ripensare il rapporto tra il mondo distributivo e quello produttivo, perseguendo l’obiettivo di una reale partnership basata su un moderno concetto di filiera, che porti alla giusta remunerazione degli agricoltori e tuteli al contempo il potere di acquisto dei consumatori.
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