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Stretta sulle compensazioni fiscali: l’allarme di Confagricoltura Milano-Lodi-Monza Brianza

Pacchiarini: «La compensazione è uno strumento di equilibrio , trasformarla in un sospetto significa minare la fiducia tra contribuente e Stato»

Stretta sulle compensazioni fiscali: l’allarme di Confagricoltura Milano-Lodi-Monza Brianza

Il presidente di Confagricoltura Mi-Lo-Mb, Francesco Pacchiarini

Confagricoltura Milano Lodi Monza Brianza lancia un forte segnale di allarme riguardo alla nuova disciplina sulle compensazioni fiscali introdotta dall’articolo 26 della Legge di Bilancio 2026. La misura, in vigore dal 1° luglio 2026, rischia, secondo la categoria, di compromettere la liquidità operativa e la capacità di programmazione finanziaria di imprese e studi professionali.

La disposizione vieta l’utilizzo, tramite modello F24, dei crediti d’imposta agevolativi in compensazione con debiti previdenziali e assicurativi, inclusi quelli derivanti da crediti ceduti.

L’intento dichiarato del legislatore è quello di rafforzare i controlli sulle indebite compensazioni e assicurare una maggiore tracciabilità dei flussi fiscali. Tuttavia, secondo gli operatori, l’impatto sull’economia reale rischia di essere significativo.

Il Presidente Francesco Pacchiarini evidenzia come la norma, pur ispirata a finalità condivisibili, finisca per penalizzare anche i contribuenti corretti, ostacolando l’utilizzo di strumenti centrali nella politica industriale, quali i crediti d’imposta per investimenti in Industria 4.0 e Transizione 5.0, nonché quelli per Ricerca e Sviluppo.

Tali agevolazioni rappresentano infatti un pilastro della modernizzazione produttiva, e limitarne la compensazione con i debiti contributivi significa, di fatto, vanificare gli incentivi volti alla competitività del sistema imprenditoriale.

Come sottolinea Pacchiarini «la compensazione è uno strumento fisiologico di equilibrio finanziario, non un privilegio; trasformarla in un sospetto generalizzato significa minare la fiducia tra contribuente e Stato».

Secondo il Direttore Luciano Nieto, il blocco della compensazione potrebbe generare un deflusso di liquidità con effetti a catena: aumento dei costi finanziari, ritardi nei pagamenti e riduzione della capacità di investimento. Le imprese, già penalizzate dall’alto livello dei tassi d’interesse e dalle difficoltà di accesso al credito, rischiano di trovarsi in una condizione di tensione di cassa strutturale.

Il Direttore evidenzia il rischio di un rallentamento nella pianificazione fiscale e nella gestione dei flussi di cassa, aspetti cruciali per la stabilità delle PMI e per la corretta programmazione degli adempimenti contributivi.

Confagricoltura invoca pertanto una revisione immediata del provvedimento, auspicando un approccio selettivo e proporzionato che consenta di colpire efficacemente le frodi senza penalizzare i contribuenti in regola.

Per Pacchiarini è necessario «salvaguardare i crediti d’imposta maturati legittimamente e garantire un sistema di compensazione trasparente, sicuro e funzionale, in grado di sostenere e non ostacolare l’economia reale».

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