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Silvano Fuso: "La natura é chimica e tutta l'agricoltura è biologica"

Un bel saggio contro falsi miti, cattiva informazione e fake news

Silvano Fuso: "La natura é chimica e l'agricoltura è biologica"

La natura è chimica”. Lo ha detto Silvano Fuso, ricercatore, divulgatore scientifico e autore di numerosi libri e saggi, al termine del suo intervento alla Società Agraria di Lombardia. E con questa drastica e sintetica affermazione ha voluto sgombrare il campo da uno dei più diffusi sentimenti che circolano sui media e nella credenza popolare che la chimica non è naturale, ma qualcosa di artefatto.

Numerosi gli esempi che ha citato, partendo da Paracelso: “Ogni cosa è veleno, ma è solo la dose che lo fa diventare tale

Dunque la chimica è ovunque, anche il prodotto più “naturale” è composto da elementi chimici,  quando per motivi di marketing si promuovono “prodotti 100% chemical free” si tratta di un falso assoluto.

Così come non ha senso il comune sentito che “naturale è uguale a buono”.  Anche il prodotto più naturale contiene una serie di sostanze chimiche piuttosto inquietanti, dunque: sostanze buone e sostanze cattive? La differenza sta nella dose e nei processi di lavorazione che i prodotti finali subiscono. E questo è tanto più vero quanto più si parla di prodotti alimentari.

Sull’argomento della naturalità del cibo e delle sue relazioni con la chimica si sono scatenate e si scatenano, oltre a campagne pubblicitarie, anche tutta una serie di false, cattive e pessime informazioni con lo scopo, cercato o meno, di confondere il consumatore con la colpevole complicità del web.

Silvano Fuso ne ha fornito un’ampia carrellata nel suo intervento. Basta citarne uno, clamoroso, a dimostrazione di come funziona il meccanismo.  Il caso del DHMO. Se si cerca sul web si trova questa definizione:

 “Il Monossido di Diidrogeno, o DHMO, è un composto chimico inodore ed incolore che uccide o rende permanentemente disabili migliaia di persone ogni anno, soprattutto per inalazione accidentale. E' anche stato dimostrato che il DHMO è un importante co-fattore in parecchi incidenti e disastri ambientali, incidenti stradali, e incidenti che genericamente causano danni alle persone ed alle proprietà. I danni economici e sociali causati o correlati con il DHMO sono virtualmente impossibili da quantificare”.

Ma il monossido di idrogeno è la formula chimica di una sostanza largamente diffusa sul pianeta, di cui sono composti gli organismi viventi e senza la quale non vi sarebbe vita sulla terra: l’acqua!

Ma se questo è uno scherzo vi sono stati episodi in cui la cattiva informazione sulla chimica, e della sua applicazione, la cosiddetta “chemiofobia” ha fatto enormi danni.

Il DDT ha consentito di salvare 500 milioni di vite in Africa proteggendo le persone dalla malaria portata dalla zanzara anofele. Dopo la sua messa al bando la zanzara anofele, così come la malaria, sono ricomparse.

Oppure lo scoppio di una epidemia di colera in Perù dovuta alla diminuzione di cloro nell’acqua potabile. Il cloro è innocuo e l’unico inconveniente che può dare è di tipo organolettico. O ancora la questione del morbo della vacca pazza. Si è data la responsabilità all’impiego delle farine animali quando in realtà la responsabilità è da attribuire ad un errore nel cambiamento delle tecniche della loro lavorazione. Venne eliminato l’uso del dicloro metano e abbassata la temperatura per la produzione di farine di carne. Questa nuova tecnica non consentiva di eliminare il prione responsabile del morbo della vacca pazza. Le conseguenze sono note.

E poi c’è il caso dell’agricoltura biologica che pure essa è basata sulla chimica, così come lo sono i prodotti antiparassitari ed i fitofarmaci ammessi nel trattamento contro parassiti e fitopatie. Ma si può obbiettare che l’agricoltura, tutta, è biologica

E poi i prodotti biologici non hanno nessuna superiorità di ordine qualitativo rispetto a quelli derivati dall’agricoltura tradizionale, così come l’effetto sugli aspetti ambientali. Per contro la resa per unità coltivata è molto inferiore.

I rischi o i pregi di una sostanza non dipendono dal fatto che siano sostanze di sintesi o naturali. Esempio il solfato di rame che è comunque un prodotto industriale, così come la poltiglia bordolese e molti altri esempi. Idem per lo zolfo che si trova in natura ma quello che in commercio per l’agricoltura è un prodotto industriale.

E poi c’è il caso del glifosate, tutt’ora di grande attualità. Si tratta dell’erbicida più diffuso al mondo con tossicità molto limitata. Gode di una cattiva fama, secondo Fuso, frutto di una ricerca non ben condotta. E’ un caso che rasenta il terrorismo psicologico.

 In conclusione: la “chimica non è cattiva”, ma lo può diventare per un uso scellerato.

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