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CLIMA E CONFAGRICOLTURA DONNA
31.08.2023 - 14:28
CLIMA E CONFAGRICOLTURA DONNA
"Occorre prendere atto della realta' e prendere le decisioni necessarie e conseguenti".
E' quanto afferma Caterina Brazzola, presidente di Confagricoltura Lombardia Donna, a margine dell'incontro organizzato dalla presidente nazionale Alessandra Oddi Baglioni sul tema "Le donne unite per l'acqua".
Brazzola ha preso parte all'evento volto a sollevare il problema dei cambiamenti climatici e della siccita' con una rappresentativa lombarda di imprenditrici agricole che hanno portato le loro esperienze.
E' molto soddisfatta dell'iniziativa la presidente Brazzola: "Si e' trattato di un evento importante, ben organizzato e molto partecipato. Vi sono stati rappresentati quattro comparti fondamentali della nostra agricoltura: vitivinicoltura, riso, ortofrutta ed olii. Dalle relazioni sono emersi problemi ma anche proposte per la loro soluzione. Noi lombarde abbiamo fatto la nostra parte".
"Chi invece e' mancata e' stata la politica, ma faremo in modo che le nostre idee non cadano nel vuoto". E' l'amara conclusione della presidente Brazzola.
In Lombardia le imprese agricole condotte da donne, secondo l' ultimo censimento Istat del 2020 sono 10.464 su 46.782, circa il 25%.
Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), le donne hanno in mano la produzione agricola mondiale. Non solo, sono sempre le donne a contribuire in modo significativo alla sicurezza alimentare, alla gestione del territorio e delle risorse naturali. Tuttavia, continuano ad avere minore accesso al credito, ai mercati, ai ruoli decisionali.
Nell’agricoltura italiana, secondo gli ultimi dati Censis, le donne a capo di aziende agricole coltivano il 21% della SAU (Superficie agricola utilizzata), ma producono il 28% del PIL agricolo.
La risicoltura italiana è la prima in Europa con circa il 55% di produzione di riso. Sono 10.000 lavoratori impegnati nella coltivazione del riso, e sono per il 95% concentrati tra Piemonte e Lombardia. Il Piemonte è la prima regione produttrice. Circa il 20% delle 3.600 aziende risicole è guidata da mano femminile, mentre per la percentuale restante la figura femminile attiva è in forte crescita. La famiglia dell'imprenditore risicolo si arricchisce sempre più di donne, figlie o mogli direttamente coinvolte nelle attività produttive dirette o di trasformazione. “Donne&Riso“ sostiene la necessità che la promozione di un prodotto vada di pari passo con quella del suo territorio.
Per l’olio, le aziende guidate da donne sono circa il 30% del totale, ma arrivano fino al 41% in Calabria. Gli ettari di oliveti sono 1.158.818 (2022), rappresentando una variazione sul 2010 pari a -11,5%. Il 63% si trova al Sud fra Puglia, Calabria e Sicilia, che producono il 74% dell’intera produzione di olio. Il 15% viene prodotto al Centro fra Toscana e Lazio, che arrivano al 9% dell’intera produzione. Il 55% delle aziende ha meno di 1 ettaro e conduce il 16% dell’intera superfice olivetata, il 1,5% delle imprese ha fra 10-30 ettari, rappresentando il 14%%, mentre solo lo 0,3% delle aziende olivicole ha più di 30 ettari ed esprime il 9% della superficie totale.
Il settore ortofrutticolo italiano conta quasi 300mila aziende attive e rappresenta circa un quarto della produzione agricola nazionale. Le donne ricoprono ruoli molto specifici all’interno delle aziende; pur rappresentando il 69% della forza lavoro, sono troppo spesso ancora assenti nei contesti direzionali. Laureata (62%), la donna lavora nell’azienda di famiglia (46,8%) o in realtà cooperative (17,7%) per più di 40 ore a settimana (67,1%); la sua giornata tipo inizia tra le 7 e le 8.30 e finisce tra le 18 e le 19, lavora anche il sabato (“sempre” il 25,3%, “a volte” il 62%) e non si ferma mai, perché si forma (87,3%) e si prende cura di figli e/o genitori e/o altri familiari (73,4%).
Le aziende vitivinicole di famiglia hanno trovato in molti casi, nelle nuove generazioni, anche al femminile, spunti diversi e derivazioni curiose per costruire l'immagine e i prodotti della propria azienda. Le Donne del Vino hanno dato l’esempio alle rappresentanze femminili di altri comparti produttivi italiani favorendo le pari opportunità nel mondo del lavoro e delle imprese. La presenza delle donne nelle imprese del vino si concentra nel marketing e comunicazione dove sono l’80% degli addetti, nell’enoturismo e nelle altre attività turistiche, dove sono rispettivamente il 76-75% degli occupati. Prevalgono leggermente anche nel commerciale (51%) mentre nel vigneto e in cantina la loro quota crolla al 14%. Possiamo dire quindi che il gentil sesso trasforma il vino tricolore in euro.
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