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L ’emergenza
24.08.2023 - 15:40
Psa: ecco il primo caso
Berta: «In gioco la sopravvivenza del nostro settore. Abbiamo bisogno di misure drastiche»
La notizia si è diffusa sia tra gli allevatori che tra i non addetti lavori: il primo caso di peste suina è stato trovato in un piccolo allevamento del pavese, di circa 160 capi. Gli animali, quelli che non sono stati colpiti direttamente, sono già stati abbattuti da parte della locale Ats, che è intervenuta tempestivamente anche a tranquillizzare la popolazione informando che non vi sono rischi di alcun genere per i consumatori.
Meno tranquilli sono gli allevatori, come ha affermato Stefano Lamberti, presidente della sezione cereali di Confagricoltura Pavia, che temono una diffusione della malattia che potrebbe avere effetti devastanti sulla suinicoltura lombarda. Appelli in questo senso erano già stati lanciati dal presidente della sezione suinicola di Confagricoltura Lombardia, Davide Berta, che ha ricordato come il comparto in regione valga circa un miliardo di euro e rappresenti oltre il 40% della suinicoltura nazionale.
A seguito di questo evento l’assessore all’Agricoltura di Regione Lombardia, Alessandro Beduschi, ha prontamente convocato un tavolo tecnico per prevenire l’emergenza. La prima indicazione scaturita è stata la proroga al 18 settembre della scadenza del bando regionale sulla biosicurezza, con cui sono stanziati 2,2 milioni di euro per piccoli e medi allevamenti di suini. Risorse con cui è possibile dotarsi di sistemi di protezione degli allevamenti come reti di protezione che dovrebbero tutelare gli allevamenti da presenze indesiderate.
«Sono misure che gli allevamenti più professionali e strutturati hanno già introdotto da tempo – informa il presidente della sezione suinicola di Confagricoltura Lombardia e vice presidente di quella nazionale, Davide Berta – investendo anche ingenti risorse economiche. Bene queste misure che tendono a tutelare anche allevamenti di minori dimensioni e probabilmente meno strutturati. Ma è chiaro che è in gioco l’interesse e la difesa della suinicoltura non solo lombarda, ma anche nazionale. Per questo è necessario profondere ogni sforzo, siamo in stretto contatto con l’assessore all’agricoltura lombardo, Beduschi, e con il commissario straordinario alla Psa Vincenzo Caputo, che da un lato ringraziamo per l’impegno ma anche che continuiamo a stimolare verso misure drastiche che portino alla minimizzazione del rischio contagio, vale a dire un deciso contenimento, con i mezzi tecnologici più avanzati, della popolazione dei cinghiali, con conseguente distruzione delle loro carcasse».
A seguito del caso di Pavia l’assessore Beduschi ha aggiornato il commissario Caputo per una precisa pianificazione delle operazioni da sviluppare e per l’adozione di misure aggiuntive a tutela del patrimonio suinicolo lombardo, con scelte da condividere anche con l’assessore al Welfare Bertolaso. Oltre alle politiche di contenimento devono affiancarsi sempre di più quelle di controllo e abbattimento dei cinghiali che ormai da mesi, nel territorio pavese e nelle regioni confinanti, hanno raggiunto una presenza invasiva ed eccessiva.
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