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Psa: il Commissario Caputo proroga il divieto di accasamento in zona infetta e di restrizione

Analisi del Crefis, a marzo ancora su i listini dei grassi ma non la redditività aziendale

Prezzi in crescita anche per prosciuttai e stagionatori

Suini in un allevamento professionale

La suinicoltura tra questioni sanitarie ed economia

Due sono gli aspetti da considerare prioritari in questa fase se si vuole fare il punto della situazione dell’allevamento suino: la questione sanitaria e quella economica. Sulla prima, che peraltro è sempre di interesse generale, si deve registrare il primo provvedimento preso dal Commissario straordinario per il contrasto alla Psa – si tratta di un’ordinanza – Vincenzo Caputo con la quale proroga per altri 15 giorni dal termine (2 aprile 2023) stabilito nel precedente provvedimento del 27 dicembre2022, il divieto di ripopolamento degli allevamenti presenti in zona infetta e in zona di restrizione. Di fatto vengono allungati i termini di analogo divieto previsto già dal 28 giugno 2022.

Ciò significa che l’attenzione nei confronti della Psa è ancora alta e non è sconfitta la possibilità di un allargamento della sua diffusione, che comunque, al momento non riguarda la Lombardia. Quindi un’importante misura di prevenzione sulla quale Confagricoltura sollecita il Ministero affinché sia previsto un congruo finanziamento per le aziende interessate al divieto di ripopolamento.

Sul fronte economico la consueta analisi del Crefis informa che in marzo, un nuovo aumento dei listini ha spinto ancor di più verso l’alto i prezzi dei suini da macello e da allevamento, che hanno così raggiunto livelli mai toccati, da quando le CUN sono attive.  Il che unitamente alla discesa dei prezzi delle materie prime utilizzate per l’alimentazione suina, sia sul mercato nazionale che internazionale ha comportato una ripresa della redditività per gli allevatori italiani che è aumentata per tutte le tipologie di allevamento considerate, grazie agli aumenti di prezzo dei rispettivi output ed al rallentamento delle quotazioni delle materie prime per l’alimentazione suina.

Tuttavia, sempre il Crefis precisa che, nonostante questi aumenti congiunturali, i livelli di redditività raggiunti in marzo restano comunque ben al di sotto di quelli rilevati nello stesso periodo dello scorso anno, soprattutto per le produzioni DOP. 

Andamento analogo è stato registrato per i tagli di carne suina (dove, in particolare, le cosce fresche hanno raggiunto i livelli massimi da aprile 2011) e per i prosciutti stagionati, che hanno toccato i valori massimi delle rispettive serie storiche. Gli aumenti di prezzo subiti dai prosciutti stagionati DOP hanno portato ad un leggero miglioramento della reddittività degli stagionatori di prosciutti DOP, ad eccezione dei produttori di prosciutti leggeri stagionati 12 mesi, che hanno visto una riduzione della redditività, a causa del costo di acquisto della coscia fresca, non compensato dal prezzo del prosciutto.

In aumento anche la redditività degli stagionatori di prosciutti NON DOP, grazie al buon livello delle quotazioni dei prosciutti stagionati che hanno più che coperto il costo delle cosce fresche ad inizio stagionatura.

 

 

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