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Emergenza siccità
14.04.2023 - 12:25
siccità
Si posiziona ai massimi storici il deficit di acque a livello regionale. Rispetto alle riserve idriche medie del periodo - stori[1camente intorno ai 3,4 miliardi di metri cubi di acqua - oggi sono disponibili per la Lombardia circa 1,4 miliardi. Mancano quindi all’appello 2 miliardi di metri cubi. Il deficit è attualmente del 57%, in linea con lo scorso anno. Sono i dati emersi giovedì 30 marzo durante il tavolo permanente regionale sulla crisi idrica in Lombardia, riunito a Palazzo Pirel[1]li con il presidente Attilio Fontana, l’assessore con delega all’utilizzo della ricorsa idrica, Massimo Sertori, e il responsabile dell’agricoltura, Alessandro Beduschi. Presenti tutte le associazioni di categoria del mondo irriguo e agricolo – Confagricoltura Lombardia era rappresentata dal presidente Riccardo Crotti - che hanno condiviso con Regione l’ipo- tesi di rinviare l’avvio della stagione irrigua e proseguire nello stoccaggio dell’acqua. Crotti ha anche ribadito la necessità di ridurre letteralmente al minimo il deflusso minimo vitale e di puntare sulla bacinizzazione del Po e sulla costruzione di invasi.
«La situazione - ha spiegato Fontana - rimane difficile. Come Regione Lombardia, fin da dicembre, abbiamo puntato su azioni mirate alla cautela e al ‘risparmio’ delle risorse idriche. L’assenza di precipitazioni continua a non aiutarci; un piccolo segnale positivo giunge dall’essere riusciti, quantomeno, a fermare la discesa dell’altezza dei laghi, con un piccolo recupero, nell’ultimo mese, di circa 80 milioni di metri cubi di invaso».
«La richiesta di Regione Lombardia – conferma Sertori – avanzata nei tavoli di dicembre e gennaio, di adottare una gestione cautelativa della risorsa idrica, nonostante la pressoché assenza di precipitazioni, ha portato buoni risultati. Ma se non ci saranno precipitazioni nella tarda primavera, sarà inevitabile procedere come nello scorso anno ad una gestione ‘emergen- ziale’, con una stagione irrigua posticipata». A tal fine «è stata chiesta la collaborazione di tutti i soggetti produttivi per gestire al meglio l’acqua disponibile. Si tratta di manovre immediate per affrontare la stagione irrigua che si prospetta problematica.
Ci sono poi una serie di interventi a medio lungo termine che risultano fondamentali, tra questi alcuni già in itinere come il cantiere – paratie del lungolago di Como e le opere di bypass del lago di Idro». Tutti gli investimenti «andranno portati avanti in sinergia con il governo, e sarà fondamentale una serie di interventi e aiuti al comparto dell’agricoltura, sia per i sistemi irrigui, che per le tipologie di cultura».
Intanto Confagricoltura esprime soddisfazione per il decreto siccità appena varato dal Governo, che presenta diverse linee di intervento; a partire dalla precisa definizione degli ambiti di azione della Cabina di regia già operativa sul tema e del commissario straordinario, peraltro non ancora indicato. Il provvedimento semplifica inoltre le procedure per il riutilizzo delle acque reflue depurate ad uso irriguo e per la realizzazione di infrastrutture idriche ed invasi aziendali.
Mentre nonostante gli appelli riproposti nei giorni scorsi anche dal presidente nazionale di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, torna a manifestarsi – dopo i pessimi episodi che avevano segnato l’estate 2022 – la guerra dell’acqua tra agricoltori piemontesi e lombardi. Nei giorni scorsi una cinquantina di risicoltori novaresi ha manifestato pacificamente davanti agli uffici del Consorzio Est Sesia nel capoluogo piemontese, contro il presidente Camillo Colli ed il nuovo regolamento consortile che a loro giudizio favorirebbe la Lomellina proprio a scapito del Novarese (si tratta delle due zone nelle quali si divide il consorzio irriguo). Si prevede infatti che dell’acqua disponibile – il 30% rispetto alle medie storiche – due terzi andranno alla Lomellina e un terzo al novarese, peraltro più vicino alle bocche di presa del Canale Cavour e dei diramatori. In un documento dei manifestanti, la Lomellina viene definita «territorio non consono alla risicoltura senza un’adeguata copertura delle falde collocate a nord», e si chiede allo stesso tempo una rotazione colturale in territori «non storicamente votati a riso» come sarebbe a loro giudizio la Lomellina. Secca la reazione di Marta Sempio, presidente di Confagricoltura Pavia. «Cercare, in un momento così delicato, di minare l’autorevolezza e condizionare gli amministratori di Est Sesia, è un’azione da irresponsabili, soprattutto se organizzata con estemporanei presidi e picchetti», dichiara. «Ostinarsi in una rivendicazione territoriale su base amministrativa, è un atto miope e privo di visione. Rivendicare presunte superiorità storiche, è documentalmente errato ed inopportuno, in quanto non tiene conto non solo della veridicità dei fatti, ma della complessità e della struttura di una filiera che comportamenti campanilistici rischiano di compromettere. Non rinunceremo a difendere tutte le nostre imprese agricole»
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