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SUINICOLTURA

Berta: «A Cremona focus su uso farmaci e antibiotici, forte contrazione del loro impiego». Migliora la situazione Psa

Dall'Izsler: -64% nell'ingrasso, -33% nello svezzamento e -56% nel ciclo aperto

Rudy Milani, Davide Berta, Francesco Maraschi, Giovanni Filippini

Forte riduzione nell'uso degli antibiotici in allevamento. I dati presentati dalle autorità veterinarie

Durante le Rassegne zootecniche internazionali di Cremona 2025 occhi puntati non soltanto sulla vacca da latte ma anche sulla suinicoltura; in particolare con un convegno organizzato da Confagricoltura Lombardia e dalla Libera associazione agricoltori cremonesi sull’allevamento moderno del suino.

«Si è trattato di una necessità - ha spiegato Davide Berta, presidente della sezione suini di Confagricoltura Lombardia - per superare l’emergenza causata dalla PSA che da oltre due anni ha falcidiato gli allevamenti suinicoli lombardi, in particolare nella provincia di Pavia e con pesanti ripercussioni su quelle di Lodi e Cremona e più in generale sui mercati; e per farlo abbiamo voluto dargli una impostazione decisamente di carattere sanitario e gestionale con lo scopo anche di agire sul sentito comune del consumatore per quanto riguarda l’uso di farmaci, di antibiotici e il contrasto all’antibiotico resistenza. Temi su cui l’opinione pubblica è sempre più sensibile».

Per questo sono stati invitati i massimi vertici della sanità veterinaria pubblica lombarda e nazionale con la presenza di Francesco Maraschi, direttore dell’Unità organizzativa veterinaria di Regione Lombardia e Giovanni Filippini direttore generale della veterinaria del Ministero della salute e commissario straordinario alla Psa, ma anche di Loris Alborali direttore sanitario dell’Istituto zooprofilattico di Lombardia ed Emilia Romagna e di un veterinario aziendale di lunga esperienza aziendale, Giovanbattista Guadagnini.

Dunque, sanità e gestione aziendale al centro dell’attenzione del futuro della nostra suinicoltura. Interlocutori dei veterinari, lo stesso Davide Berta e Rudy Milani, presidente della Sezione suini di Confagricoltura.

Secondo Francesco Maraschi si tratta di operare su due livelli strettamente connessi: «Il controllo delle malattie infettive e il benessere animale, entrambi argomenti su cui si può incidere con il miglioramento della gestione aziendale e in particolare sulla biosicurezza. I farmaci e gli antibiotici non devono essere eliminati ma usati con consapevolezza in una ottica di collaborazione tra allevatori e veterinari aziendali e pubblici».

«E per fare questo - è poi intervenuto Gianbattista Guadagnini - oggi abbiamo uno strumento specifico. Classyfarm che è in grado di “misurare” la gestione aziendale ed i progressi che si possono compiere con l’uso oculato di farmaci e antibiotici. Anche in funzione dei fattori di condizionalità legati alla corresponsione dei premi Pac per la zootecnia». Guadagnini ha presentato e quantificato i progressi reali ottenuti in cinque allevamenti suinicoli diversi che si sono impegnati in un’azione monitorata attraverso Classyfarm del loro lavoro.

«Si tratta di uno strumento unico che abbiamo solo noi - ha ribadito il Direttore generale della Sanità, Giovanni Filippini - E questo ci consente ora di presentarci a Bruxelles dove si decidono le linee di azione zootecniche e veterinarie con dati alla mano senza tema di essere smentiti, in linea generale posiamo dire che abbiamo assistito ad una diminuzione di oltre il 50% nell’uso di farmaci negli allevamenti, con una punta massima di riduzione del 90% negli allevamenti avicoli. Stiamo facendo un percorso che non sta facendo nessun altro paese al mondo».

Ed eccoli i dati, almeno una piccola selezione, presentati da Loris Alborali: «Intanto occorre dire che si è cambiato il metodo di rilevazione e calcolo sull’uso degli antibiotici che fornisce un quadro preciso. Per sommi capi possiamo dire che dal 2019 (ma con dati parziali) al 2024 abbiamo avuto una riduzione nell’uso di farmaci del 64% nell’allevamento da ingrasso, del 33% nello svezzamento e del 56% negli allevamenti a ciclo aperto. Dati che contiamo di confermare con quelli definitivi del 2025 con cui avremo concluso il ciclo quinquennale 2020-25 che rappresenta un lasso di tempo significativo».

Alcune conclusioni dell’incontro sono state tratte da Rudy Milani, nel suo ruolo di presidente della Sezione suini di Confagricoltura. «Intanto sono felice di poter partecipare ad un incontro con allevatori di suini dove all’ordine del giorno non vi è l’emergenza della Psa, ma argomenti che abbiamo voluto e che ci permettono di guardare avanti e oltre la Psa. In effetti i dati presentati sono molto significativi che testimoniano il salto di qualità fatto dagli allevatori nella gestione aziendale che chiediamo ai relatori intervenuti come rappresentanti delle Istituzioni di divulgare e di farli conoscere il più possibile all’opinione pubblica. Abbiamo bisogno che venga diffusa la effettiva realtà degli allevamenti per contribuire a sfatare l’alea negativa con cui spesso viene dipinta la nostra attività».

Ma un breve cenno alla situazione Psa non poteva mancare visto il ruolo e la caratura degli ospiti intervenuti. La situazione sta migliorando, è quasi un anno che non si riscontrano focolai negli allevamenti. Anche per quanto riguarda le limitazioni e le zone di restrizione l’ultimo aggiornamento da parte Ue risale al 20 novembre con piccoli ma significativi miglioramenti. Se non si verificheranno altri focolai, tra tre mesi, é questa la periodicità con cui la Ue si riunisce e rilascia gli aggiornamenti, ci dovrebbero essere ulteriori e significativi miglioramenti.

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