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PRODOTTI FITOSANITARI
18.11.2025 - 15:03
L'uso responsabile degli agrofarmaci a garanzia della salute delle coltivazioni e dei consumatori
Osservatorio Agrofarma, è un report che, semestralmente, fornisce informazioni sullo stato dell’arte dell’agricoltura italiana e del comparto agricolo. La sua ultima edizione fornisce l’immagine di un’agricoltura non soltanto attenta alla riduzione dell’impatto ambientale e all’uso responsabile degli agrofarmaci, impropriamente detti anche pesticidi, ma sempre più protagonista della transizione energetica.
«E si tratta di una tendenza che sembra ormai consolidata e che va contro molti stereotipi di un certo sentito comune di una parte dell’opinione pubblica ma che gli agricoltori, gli allevatori e gli addetti lavori conoscono bene - commenta Antonio Boselli, presidente di Confagricoltura Lombardia - Sono dati impressionanti che certificano gli sforzi del mondo agricolo per un uso responsabile e accurato degli agrofarmaci nell’ottica di una attività produttiva sempre più attenta alla salute delle coltivazioni e quindi di quella dei consumatori. Il lavoro di Agrofarma con il suo osservatorio è meritevole di una grande attenzione da parte della collettività e deve essere assunto a patrimonio comune per una revisione del percepito del nostro lavoro da parte di alcune organizzazioni ambientaliste e dei consumatori a volte un po' troppo ideologizzate».
Le vendite in Italia di prodotti fitosanitari si sono ridotte complessivamente del 18% tra il triennio 2021-23 e quello 2012-14. Il dato si è ulteriormente ridotto rispetto a quanto rilevato a novembre 24 (-14%). Nel periodo citato si sono registrate contrazioni di quasi un quarto delle vendite per fungicidi, erbicidi e la categoria vari. Nel confronto 2023 sul 2022 la riduzione è di circa il 10% riconducibile a un calo di fungicidi e prodotti vari.
Nel confronto tra i trienni 2021-23 e 2012-14, le riduzioni già evidenziate nelle vendite di prodotti sono ancora più significative quando si guarda ai volumi di principi attivi in essi contenuti. Una contrazione complessiva del -24% tra il triennio 2021-23 e quello 2012-14 e una riduzione del -10% tra il 2022 e il 2023.
Una tendenza differente è quella che interessa la categoria dei principi attivi anche di origine biologica. In questo caso, sempre osservando i volumi di principi attivi contenuti nei prodotti «vari», la crescita tra il triennio 2020-22 e quello 2012-14 è del +133%. La contrazione registrata in questa categoria nel 2022 è stata ampiamente recuperata nel corso del 2023.
Rispetto al triennio 2012-14, l’Italia ha ridotto di un -24% le vendite di principi attivi nell’ultimo triennio; riduzione di gran lunga più consistente tra i Paesi analizzati e rispetto alle media UE-27. Anche nel 2023 si registra in Italia una contrazione delle vendite superiore alla media UE-27.
«Andando anche oltre i puri dati di vendita e quindi di utilizzo, commenta ancora Antonio Boselli, Agrofarma ha messo a punto un indicatore di rischio armonizzato (per tutte le sostanze attive) che relativamente all’Italia ha visto una riduzione di 65 punti (su base 100 riferita al triennio 2011-13). Dato che conferma il buon operato e l’elevato livello di responsabilità del mondo agricolo nel suo impegno di produrre cibo sano e sicuro».
Tale riduzione è la seconda più marcata tra quelle dei Paesi UE utilizzati come confronto: Germania (-48 punti), Francia (-49) e Spagna (-68). A livello UE-27, l’indicatore di rischio ha registrato una riduzione di 61 punti nel medesimo periodo.
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