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CEREALICOLTURA

Combi mais, raggiunti i 170 q/ha e ottime caratteristiche qualitative

Risultati ottenuti grazie ad un preciso protocollo produttivo

Granella di mais

Necessario rilanciare la coltivazione del mais in Italia

Ancora eccellenti risultati del protocollo di produzione Combi Mais nell’azienda agricola Folli, condotta dalla famiglia Vigo a Robbiano alle porte di Milano come illustrato nell’open day di presentazione alla presenza di numerosi agricoltori, tecnici ed autorità. Tra queste Alessandro Beduschi, Assessore all'agricoltura e sovranità alimentare della Regione Lombardia, Franco Lucente, Assessore ai trasporti della Regione Lombardia, Massimiliano Giansanti, Presidente Confagricoltura.

Il protocollo di produzione ha ottenuto un ottimo risultato in un’annata stabile, raggiungendo le 17,6 tonnellate di granella di mais a ettaro, sano dal punto di vista delle micotossine e di eccellente qualità.  Un risultato di grande valore ottenuto grazie alla valorizzazione di un concreto esempio per l’agricoltura del domani, che unisce tecnica collaudata e Precision Farming, garantendo un prodotto salubre e sicuro per il consumatore finale, in conformità con le linee guida della PAC (Politica Agricola Comune).

Il protocollo di produzione si basa su un mix di tecniche agronomiche di avanguardia fondata sulla qualità nutrizionale della concimazione, delle linee genetiche impiegate, del risparmio idrico, dell’impiego di prodotti innovativi e ad una accurata lavorazione del terreno effettuata con macchinari performanti di ultima generazione. Il coordinamento agronomico affidato al dott. Leonardo Bertolani; su tutti gli step delle attività la regia del Dipartimento di Agronomia dell’Università di Torino, guidato dal professor Amedeo Reyneri che ha presentato i risultati ottenuti confrontandoli con le medie regionali e nazionali, anche dal punto di vista della redditività.

«Una grande conferma negli obiettivi raggiunti - commenta Mario Vigo, presidente di Innovagri e ideatore del protocollo di produzione Combi Mais - con la massima attenzione verso le nuove condizioni di produzione, dai fenomeni climatici estremi quali la siccità del 2022 fino ai record di piogge torrenziali degli ultimi anni. Il protocollo di produzione ha ottenuto un ottimo risultato raggiungendo la media di 17,6 tonnellate di granella di mais a ettaro (contro le 13,5-13,7 del Nord Italia) con punte di 21,5 t/ha, sano dal punto di vista delle micotossine e di eccellente qualità, cosa che consente di conseguire un premio in termini di prezzo. E’ la risposta più efficace verso l’agricoltura del futuro in termini di Produttività, Qualità e Sostenibilità. Sono i 3 pilastri su cui si basa Combi Mais ECO che, in una stagione regolare e stabile dal punto di vista climatico, ottiene ottimi dati di raccolto con risultati che evidenziano l’affidabilità del protocollo, dimostrata nel tempo».

Ma i risultati conseguiti, ormai da anni e consolidati quest’anno, hanno varcato anche i confini nazionali e destato l’interesse della politica ai massimi livelli. Qualche giorno prima dell’open day in  azienda è arrivata la visita di una delegazione della Commissione Ue agricoltura e sviluppo rurale guidata Veronika Vrecionova. Visita conoscitiva avvenuta in un momento delicato per il settore, a poche settimane dalla presentazione da parte della Commissione Ue della proposta del nuovo Quadro Finanziario Pluriennale 2028-2034 e della nuova Politica agricola comune post-2027 che tanto malumore ha creato negli agricoltori.

Tema sul quale Mario Vigo non si è lasciato scappare l’occasione per una proposta per il rilancio della maiscoltura nel nostro paese. «La decisa riduzione delle superfici a mais, passata da un milione e duecentomila ettari agli attuali 495mila nell’arco di vent’anni mette a rischio le principali filiere Dop e Igp italiane come quelle di Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Prosciutto di Parma e San Daneile e numerose altre che dipendono dal mais nazionale alla base dell’alimentazione animale per qualità e tipicità dei loro prodotti. Per arginare questa deriva occorrerebbe ripristinare  un sostegno specifico accoppiato per il mais sul modello del riso. Potrebbe essere sufficiente un  importo di 350 €/ha, con plafond nazionale di 210 milioni €/anno per una superficie eleggibile di circa 600.000 ettari. I requisiti per l’accesso molto semplici: un mais coltivato in Italia per qualsiasi destinazione nelle zone vocate della Pianura Padana e nelle aree irrigue del Centro-Sud».

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