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Criticità per allevatori e cooperative all'adesione al SQNBA

I rilievi di Alleanza della cooperative e dei Consorzi Grana e Parmigiano

Criticità per allevatori e cooperative all'adesione al SQNBA

I recenti provvedimenti sulla possibilità da parte di allevatori, in forma singola e associata, di aderire al sistema di certificazione sul benessere animale SQNBA, hanno comportato alcuni dubbi e perplessità. Non tanto sulle finalità dell’iniziativa ma sul percorso, sulle modalità ed il costo per aderirvi. Perplessità che sono state avanzate su queste pagine di Confagricoltura Lombardia e dal suo presidente Antonio Boselli.

Ora sono il settore agroalimentare dell’Alleanza delle Cooperative Italiane insieme ai Consorzi di Tutela Grana Padano e Parmigiano Reggiano che si sono rivolti ai due ministri dell’agricoltura e della salute, Francesco Lollobrigida ed Orazio Schillaci per evidenziare a loro volta una serie di criticità molto ben circostanziate.

Rivolgendosi ai due ministri, l’alleanza delle Cooperative italiane ed i due Consorzi di tutela di Grana padano e Parmigiano reggiano, sottolineano come il benessere degli animali sia un percorso che le cooperative e le filiere integrate come quelle a Indicazione Geografica hanno per primi intrapreso investendo sul sistema con logiche inclusive e con una gradualità tale da stimolare tutti gli operatori ad impegnarsi in modo sostenibile per aderire al progetto. Di seguito una sintesi del loro appello.

«Ad oggi, SQNBA non ha queste caratteristiche e rischia di scoraggiare buona parte degli allevatori e delle filiere produttive integrate nel processo di adesione al sistema, creando problemi sostanziali sul fronte dello sviluppo del settore e della competitività delle imprese. Le difficoltà applicative, infatti, si riscontrano anche in realtà già certificate secondo sistemi volontari precedenti, dove il benessere animale è da tempo riconosciuto, ma l’adeguamento ai nuovi requisiti risulta particolarmente complesso».

Molte imprese di base e di trasformazione, infatti, hanno da tempo investito sul miglioramento del benessere degli animali, contribuendo al raggiungimento di un livello piuttosto alto di animal welfare nelle stalle italiane. Tali operatori si trovano nelle condizioni di dover abbandonare le certificazioni volontarie su cui hanno investito per aderire ad un sistema che non mostra elementi di gradualità applicativa e di flessibilità tali da rendere operativamente ed economicamente sostenibile l’adeguamento. In più, è bene sottolineare che il SQNBA, pur nascendo come una certificazione volontaria è resa obbligatoria dal mercato e dal fatto che viene imposto come l’unico strumento possibile per certificare il benessere degli animali.

Nel decreto interministeriale è previsto un periodo di adeguamento di 12 mesi dalla data di entrata in vigore dei requisiti di certificazione specifici per specie animale, orientamento produttivo e metodo di allevamento. Tuttavia, si riscontrano numerose difficoltà interpretative su questo punto non essendoci indicazioni chiare in merito alla decorrenza dei 12 mesi.

Già oggi su diversi prodotti lattiero-caseari italiani viene comunicato l’impegno per il benessere animale e l’attuale schema SQNBA, essendo stato individuato come l’unico possibile non solo ai fini della PAC, ma anche per la comunicazione ai consumatori, rischia di creare la paradossale situazione in cui aziende da tempo impegnate sul tema e già dotate di sistemi di certificazione privati dovranno togliere dalle etichette il loro impegno verso il benessere animale.

Questo, considerata la forte sensibilità dei consumatori sull’argomento, costituirebbe un danno pesantissimo per la competitività dei nostri prodotti anche sui mercati esteri e perfino nel mercato interno UE dove altri paesi soci non hanno una normativa simile e riconoscono invece una pluralità di schemi certificativi ai fini della comunicazione al consumatore finale. Vista la fortissima quota di export dei nostri prodotti lattiero-caseari ed il diffuso impegno degli allevatori delle nostre filiere nel benessere animale, si ritiene che vada prestata massima attenzione a non creare un problema di questo genere.

Inoltre, in considerazione del legame che è stato imposto tra l’adesione al SQNBA e l’accesso al livello 2 livello dell’Ecoschema 1 (pascolo), si rileva che i tempi e le modalità di iscrizione a SQNBA non sono coerenti con lo stato di implementazione del sistema stesso. Ad oggi, infatti, non tutti gli allevatori che sono già iscritti a Classyfarm sono in grado di vedere nella propria dashboard il semaforo che dovrebbe indicare il possesso o meno dei prerequisiti di adesione a SQNBA. Gli allevatori che non sono ancora iscritti a Classyfarm sarebbero costretti ad adempiere a tale obbligo per accedere al premio in tempi molto ristretti, entro il termine del 11 agosto.

Alla luce di quanto sopra esposto e della rappresentatività delle organizzazioni firmatarie, con il fine di garantire una più ampia adesione possibile al SQNBA, si chiede l’introduzione di un periodo di coesistenza della certificazione SQNBA con le certificazioni volontarie precedenti in tema di benessere animale di almeno 24 mesi; la  revisione dei Piani di Controllo che garantisca una maggiore flessibilità in termini di “non conformità gravi” e tempi di rientro in modo da rendere l’adesione al sistema meno stringente e la proroga al 15 settembre 2025 della scadenza relativa alla presentazione della richiesta di adesione ad un Disciplinare che preveda la possibilità di pascolamento all’Organismo di Certificazione prescelto in modo da dare il tempo agli allevatori di iscriversi a Classyfarm e ai sistemi di assorbire le informazioni necessarie per le opportune verifiche dei prerequisiti di adesione.

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