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SOSTENIBILITÀ

Pianura Padana: l'irrigazione intensiva preserva le falde acquifere

Lo studio promosso dal Cnr. Boselli: «La scienza smentisce un altro luogo comune»

Pianura Padana: l'irrigazione intensiva preserva le falde acquifere

Una collaborazione tra Consiglio nazionale delle ricerche con gli Istituti Irpi e Irsa, Università di Milano Bicocca e Università di Berkeley ha rivelato che aree soggette a irrigazione intensiva mostrano falde acquifere più stabili, anche in presenza di siccità estive ripetute. Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Water, ha preso in esame zone della Pianura Padana utilizzate a scopo agricolo, analizzando lo stato delle falde sulla base di dati satellitari.

«Viene così smentito su basi scientifiche uno dei luoghi comuni più ricorrenti circa il “consumo” di acqua da parte dell’agricoltura - commenta Antonio Boselli, presidente di Confagricoltura Lombardia. - Da tempo sosteniamo come l’irrigazione a scopi produttivi abbia anche un fondamentale effetto ambientale in termini di ricarica delle falde e di creazione di un microclima in grado di supportare l’esistenza di una forte biodiversità. L’irrigazione, in particolare quella da noi praticata nelle aree a forte vocazione agricola, soprattutto a scorrimento, può contribuire in modo significativo alla resilienza delle falde acquifere. Alla luce di queste inoppugnabili indicazioni scientifiche ci aspettiamo ora un cambio di valutazioni sul ruolo dell’irrigazione non solo per sostenere il sistema produttivo ma anche per l’ambiente ed una decisa inversione di tendenza sulle priorità nell’uso delle risorse idriche, soprattutto in periodi siccitosi».

Lo studio ha preso in esame dati satellitari acquisiti tra il 2002 e il 2022 nell’ambito della missione GRACE della NASA - oggi terminata, il cui scopo era migliorare la comprensione dei cambiamenti climatici attraverso la misurazione del movimento delle masse d'acqua a livello planetario - e una rete di oltre 1.000 pozzi di monitoraggio.

Attraverso l’elaborazione di tali dati, il team di ricerca ha tracciato l’evoluzione delle risorse idriche sotterranee rivelando che, nonostante un generale calo dei livelli delle falde, le aree soggette ad irrigazione intensiva mostrano una maggiore stabilità grazie alla ricarica indotta dall’infiltrazione dell’acqua irrigua in eccesso. Questo perché l’irrigazione è generalmente sostenuta da acque superficiali, derivate da fiumi e laghi subalpini (es. Maggiore, Garda, ecc.), che a loro volta sono alimentati dalla fusione nivale.

Lo studio ha infatti dimostrato una correlazione positiva tra la quantità di acqua negli acquiferi di pianura e l’accumulo nivale sulle Alpi. Il risultato dimostra, pertanto, che l’irrigazione, pur essendo una pratica ad alto impiego di acqua, può favorire la ricarica delle falde attraverso la percolazione del surplus irriguo

Il contributo degli Istituti Cnr ha riguardato, in modo particolare, l’analisi idrologica dei dati regionali: «La ricerca mette in luce l’importanza di comprendere il bilancio idrico in ambito agricolo, soprattutto in una fase in cui la copertura nevosa alpina diventa sempre meno prevedibile» ha commentato Christian Massari del Cnr-Irpi.

Il contributo dell’Università di Milano-Bicocca ha invece riguardato la stima dei parametri idrogeologici e la costruzione del modello concettuale sul funzionamento del sistema di circolazione idrica: «In questo quadro, l’elemento critico diventa una possibile siccità invernale, che non permetterebbe di alimentare adeguatamente i fiumi e i laghi e, a sua volta, di praticare un’irrigazione intensiva estiva, che ricarica le falde. Finché ci sarà un’adeguata copertura nivale in inverno, le falde saranno stabilizzate dall’irrigazione, anche in presenza di siccità estive» ha chiarito Marco Rotiroti dell’Università di Milano-Bicocca.

Il lavoro citato sottolinea quindi l’urgenza di valutare la sostenibilità futura delle pratiche irrigue in un contesto di risorse idriche sempre più limitate, ma anche il potenziale ruolo positivo di alcune pratiche agricole sulla disponibilità idrica locale.


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