Cerca

Emergenza PSA

Milani: "Danni commerciali ai nostri allevatori per 20 milioni di euro, 13-14 in Lombardia"

Un serrato incontro con il Commissario Filippini, i tempi per la normalizzazione si allungano

 Milani: "Danni commerciali ai nostri allevatori per 20 milioni di euro, 13-14 in Lombardia"

Sconforto e senso di frustrazione sono le sensazioni che provo oggi dopo questo incontro con il commissario Giovanni Filippini”. Sono queste le parole pronunciate da Rudy Milani Presidente della Sezione nazionale suini di Confagricoltura al termine dell’incontro che si è tenuto a Milano nella sede di Confagricoltura Lombardia con una quarantina di allevatori di suini provenienti da tutto il Nord Italia. Da remoto era collegato il commissario straordinario alla PSA Giovanni Filippini che ha interloquito a lungo con Milani e gli allevatori presenti. “Avremmo voluto sentirci dire che, come accennato in qualche incontro precedente, ci sarebbe stato un allentamento delle norme di restrizione nei prossimi mesi o settimane; e questo dopo che l’illusione di una riapertura tra Febbraio Marzo era naufragata. Ora le aspettative sembrano spostarsi a dopo l’estate. Ma credo che per allora molti allevatori non ce la faranno”.

“Abbiamo voluto organizzare questo incontro, aggiunge Davide Berta presidente della Sezione suinicola di Confagricoltura Lombardia e vice presidente nazionale, consapevoli delle enormi difficoltà che molti allevamenti stanno incontrando a causa delle norme di restrizione dovute alla PSA, ma anche per la sensazione di non riuscire a sbloccare la situazione a tempi brevi in modo da dare date certe di riapertura e speranze concrete per una ripresa della normale attività suinicola in Lombardia. Soprattutto per la parte commerciale che riguarda i suini provenienti dalle zone di restrizione”.

Spiega meglio Rudy Milani: “ Devo dire che la mia sensazione è stata condivisa da tutti gli allevatori presenti e anche da quelli collegati online. Questo nonostante le dettagliate spiegazioni che ci ha fornito il commissario Filippini sulla lotta alla diffusione della PSA. Spiegazioni esaudienti dal punto di vista tecnico, anche molto ben documentate con cartine e grafici che hanno consentito di capire nel dettaglio il lavoro che è stato svolto dall’unità di crisi sotto la guida del commissario. Tuttavia dobbiamo rimarcare che il problema principale rimane, e purtroppo rimane, in capo soprattutto agli allevatori. Anche perché come è stato ampiamente spiegato dal commissario e condiviso anche dagli interventi di alcuni allevatori presenti,  è vero che le misure di salvaguardia adottate nelle zone di restrizione che limitano gli spostamenti degli animali sono di fatto una garanzia per gli allevatori, ma dall’altro lato alimentano manovre speculative sul piano commerciale da parte dei macelli che ritirano gli animali da quelle aree in cui è consentita la movimentazione verso i macelli ma che comunque risultano zone di restrizione. Il risultato è un deprezzamento del valore commerciale delle carni suine senza che gli allevatori ne abbiano alcuna responsabilità e senza che possano adottare delle contromisure”.

In precedenza il commissario Filippini aveva illustrato con dovizia di particolari la strategia di contenimento del virus che da tre anni a questa parte, alimentato dalla diffusione dei cinghiali si è mosso tra Liguria Piemonte e ovest della Lombardia.  “La nostra strategia di contenimento della PSA era quella di non inseguire il virus ma di anticiparlo, ha detto il commissario Filippini , e da questo punto di vista devo dire che i risultati sono soddisfacenti; ora il virus è circoscritto in un’area ben precisa e la nostra prossima azione deve essere quella di agire dentro quell’area, azione per la quale confido nella massima collaborazione da parte di allevatori, veterinari e cacciatori. Contemporaneamente siamo in costante contatto con la Commissione europea a cui forniamo dati e informazioni sul nostro lavoro volto a rimuovere il prima possibile le restrizioni sanitarie in atto. Da questo punto di vista stiamo operando sulla stessa linea che gli allevatori ci chiedono. Posso aggiungere che a breve verrà emanata una nuova ordinanza con un aggiornamento della situazione e delle relative misure di contenimento”.

Di fatto l’incontro non ha scaturito alcun risultato significativo, almeno nell’immediato, e ha lasciato gli allevatori che speravano in qualche segnale di apertura con l’amaro in bocca e alla ricerca di qualche altra possibilità di sblocco dal momento che in molti casi gli istituti di credito bussano alla loro porta.

Iniziative parallele con ipotesi ammortizzatori sociali, cassa integrazione ed altre iniziative che stiamo perseguendo come Confagricoltura, ha concluso Milani, a livello politico ma che non sono risolutive della situazione, perché il danno è soprattutto di origine commerciale e questa è una situazione a cui pare che nemmeno la politica possa porre rimedio”.

Intanto una quantificazione dei danni della sola rappresentanza suinicola di Confagricoltura ammonta a circa 20 milioni di euro, di cui 13-14 solo in Lombardia. Dove e come reperire queste risorse per risarcire gli allevatori?

 

 

 

 

 

 

 

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Confagricoltura

Caratteri rimanenti: 400