Cerca

Avicoltura

Zanotti: "L'avicoltura lombarda è un asset strategico da tutelare"

Alla Commissione agricoltura, ancora da incassare i ristori per l'epidemia del 2022

Alessandro Beduschi e Mauro Zanotti

Nel corso dell'audizione Zanotti ha esposto tutti gli aspetti positivi dell'avicoltura ed i punti critici

Mauro Zanotti, presidente della Sezione Avicoli di Confagricoltura Lombardia ha partecipato ad una audizione della Commissione agricoltura di Regione Lombardia, presieduta dal consigliere regionale Floriano Massardi.

Nel corso dell’incontro, Zanotti, ha evidenziato tutte le problematiche del comparto avicolo, a partir da quello sanitario con l’influenza aviaria in primo piano ed i ritardi negli indennizzi dei danni indiretti.

Riscontrato l’interesse dei membri della commissione verso le problematiche evidenziate, in un secondo tempo, Zanotti, in accordo con Confagricoltura Lombardia, per dare seguito a quanto esposto in audizione ha scritto al presidente della Commissione Massardi, specificando per il meglio i problemi aperti dell’avicoltura lombarda. Di seguito i punti salienti della nota.  

“I problemi che riguardano l’avicoltura, questo fondamentale comparto della zootecnia lombarda, ma anche dell’intero paese, sono sia di ordine sanitario che economico.  Problemi che rischiano di minare un comparto strategico dell’agroalimentare che vanta un fatturato di ben 7,6 miliardi di euro. La filiera avicola è di fatto in grado di soddisfare il fabbisogno interno di uova e carni di pollame; è un fiore all’occhiello della zootecnia italiana anche se spesso sottovalutato.

La Lombardia è la seconda regione italiana per importanza dell’avicoltura con 1.094 allevamenti ed una presenza complessiva di 24 milioni di capi presenti al 15 marzo 2025, preceduta solo da Veneto e seguita da Emilia- Romagna e Piemonte. Queste quattro regioni producono il 70 % della produzione nazionale mentre la sola Lombardia ne produce circa il 16 %.

L’influenza aviaria da anni sta mettendo in crisi il nostro comparto. Solo in Lombardia l’ultima ondata di influenza aviaria ha portato all’individuazione di 22 focolai, su un totale di 56; al momento fortunatamente sono stati tutti disattivati. Ma il prezzo è stato ingente: si sono dovuti abbattere più di 1.700.000 capi per un danno diretto di oltre 12 milioni di euro, ai quali si devono aggiungere anche i danni indiretti, tuttora in via di quantificazione, ma che si presume di notevole entità.

Nelle aree colpite in queste regioni da restrizioni sanitarie gli allevatori sono in forte sofferenza.  Il problema principale è costituito dai ritardi con cui vengono erogati i risarcimenti dei danni indiretti subiti: ad oggi stiamo ancora parlando di quelli relativi al 2022.    

L’impegno della nostra Organizzazione per aumentare la dotazione di costose misure di biosicurezza degli allevamenti, insieme alla preziosa collaborazione con i servizi veterinari regionali, ha comunque consentito di limitare i danni rispetto agli anni precedenti. Tuttavia riteniamo che sia urgente attivare un piano strategico per la messa in sicurezza del territorio che dovrebbe considerare anche la situazione socio economica di molti allevamenti avicoli; le loro dimensioni, la loro densità, il livello di strutture aziendali, l’anzianità dei titolari e la possibilità di ricambio gestionale da parte di giovani generazioni.

Piano strategico per il quale sono necessari fondi specifici per la sua implementazione e gestione e specifici ammortizzatori sociali a favore degli allevatori che dovessero aderire a piani di ristrutturazione, o in alternativa di abbandono volontario produttivo, qualora non fossero possibili altre soluzioni.

Sulle misure contingenti di carattere finanziario segnalo poi che, sulla dotazione finanziaria della misura SRD 02 complessiva di 61 milioni di euro, la sola quota relativa a tutti i comparti zootecnici di pianura risulta modesta con soli 27 milioni di euro, escluso quello suinicolo a cui è stato dedicato un finanziamento specifico.

Inoltre, una delle peculiarità dell’aspetto produttivo dell’avicoltura è costituita dai contratti di soccida che prevedono una ripartizione delle spese e dei ricavi tra gli allevatori e i fornitori di altri fattori di produzione da parte dei soccidanti, in genere mangimi. Ciò, di fatto, preclude agli allevatori la possibilità di ottenere specifici punteggi  legati agli investimenti di tutela delle risorse naturali, che nella misura SRD 02 sono inclusi nella gestione del terreno per la produzione cerealicola e  nella gestione dello  smaltimento dei reflui di allevamento, essendo quest’ultimi destinati ad impianti di biogas di terzi o ceduti a aziende di compostaggio.

Per questi e altri motivi, che potremmo meglio esplicitare, riterrei importante avere una destinazione finalizzata al solo comparto avicolo di circa venti milioni di euro rifinanziando la misura SRD 02”.

 

 

 

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Confagricoltura

Caratteri rimanenti: 400