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LAVORO
11.03.2025 - 16:13
«È assolutamente inaccettabile che province come quelle di Bergamo, Brescia, Cremona e Mantova vengano associate al tema del caporalato. Non possiamo tollerare che venga fatta di tutta l’erba un fascio: se esistono irregolarità è sacrosanto intervenire, ma parlare di sistema strutturato è distante da ogni tipo di realtà».
Così Antonio Boselli, presidente di Confagricoltura Lombardia, in risposta all’articolo uscito pochi giorni fa sulla Gazzetta di Mantova, in cui l’associazione ambientalista Terra! asserisce che “la Lombardia è una delle regioni del nord Italia più toccata da episodi di sfruttamento in agricoltura”, con particolare riferimento alla produzione di meloni e alla quarta gamma, vale a dire i prodotti ortofrutticoli confezionati.
«Quando si parla di aziende con irregolarità o sanzioni – prosegue Boselli – è fondamentale specificare che quasi sempre i controlli sono mirati, effettuati cioè su un bacino di imprese già attenzionate dalle autorità. La stragrande maggioranza delle realtà del nostro settore operano in totale regolarità e rispetto delle norme. Irregolarità ce ne possono essere, lo ripeto, ma parlare di caporalato diffuso in Lombardia è offensivo per le aziende stesse, per i sindacati e per le autorità competenti».
Anche perché, concretamente, si sta facendo tanto in questo senso: «Il dialogo tra noi, i rappresentanti dei lavoratori e le autorità è costante – aggiunge Boselli – ogni unione provinciale collabora fattivamente con le prefetture per aiutarsi a vicenda e far sì che le aziende e i lavoratori stessi possano operare nelle migliori condizioni possibili».
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