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Soldi, alla giornata del mais, i produttori a totale sostegno alla ricerca

Carlotta Balconi, Crea BG, e colleghi hanno presentato i risultati del progetto "Susincer"

Cesare Soldi

I produttori agricoli sostengono la ricerca e la sperimentazione in campo

 La giornata del mais che si è tenuta a Bergamo a cura del Crea è stata ricca di spunti. Abbiamo già dato conto dell’andamento della situazione tecnico economica che ha inquadrato la giornata da parte di Dario Frisio.

Sono stati presentati i principali risultati del progetto sperimentale, Susincer, condotto dal Crea di Bergamo insieme a diversi altri enti e portatori di interesse tra cui AMI, e coordinato da Carlotta Balconi. Il progetto, finanziato da Cariplo è partito nel 2022 e che è giunto ormai alla fine, ha sviluppato ricognizioni e studi sugli scenari di adattamento e delle innovazioni colturali in ottica circolare e di sostenibilità con l’impiego di sottoprodotti e biostimolanti nella coltivazione cerealicola.

Tra i sottoprodotti e prodotti presi in considerazione le bucce di patate, i semi e residui di rucola, le brassicacee in interazione con i biostimolanti.

Cesare Soldi, presidente di AMI e della Libera di Cremona, che ha sostenuto il progetto fin dal suo nascere: “L’utilizzo di bucce di patata ed i residui della disoleazione delle radici e dei fusti della rucola, scarti agroindustriali, come risorsa nella difesa di mais e frumento in particolare per l’impiego come biofungicidi che agiscono contro i funghi micotossigeni (fusarium verticilloides , fusarium graminearum e aspercillus flavus), ha rappresentato un progetto interessante da supportare. Tanto più che grazie alle prove replicate si è dimostrato un progetto promettente in vitro da approfondire in vivo e con enormi potenzialità che hanno trovato il nostro sostegno nelle fasi di sperimentazione. Per noi agricoltori si tratta di un progetto interessante per almeno tre motivi: perché si inserisce in quella categoria di prodotti biologicas che possiamo utilizzare con favore e senza distinzione rispetto ai chemical, qualora ci siano tutti i presupposti di efficacia della soluzione. Al pari di ceppi atossigeni contro l’aspergillo flavus o al pari dei batteri azoto fissatori. La soluzione si prospetta di facile utilizzo per le prove fatte, con i necessari approfondimenti. La facilità di utilizzo è un elemento discriminante nell’applicazione reale delle soluzioni in campo; stiamo parlando di scarti agroindustriali e sebbene sia prematuro fare considerazioni in merito a costi commerciali, la direzione lascia presagire una bassa incidenza sui costi di produzione con risultati promettenti”.

In precedenza,  Loris Bonato, aveva parlato di gestione del rischio e di assicurazioni, ancora troppo poco utilizzate da parte del mondo agricolo, ma anche di come su di esse e sui relativi costi stiano gravando l’incertezza sul clima, sui cambiamenti climatici e sulla copertura di danni catastrofali quali, grandine, vento e siccità. E’ stato riportato che su 705mila aziende beneficiarie della Pac, solo 76mila si assicurano, meno dell’11%. Anche su questo aspetto è stato riportato come sia importante l’innovazione tecnologica ed agronomica per ridurre l’incidenza del rischio.

Tema che ha introdotto i due interventi successivi di Massimo Blandino dell’Università di Torino e Antonio Gallo dell’Università di Piacenza.

Il primo ha relazionato sulla necessità di innovare il settore maidicolo e di introdurre nuovi ibridi in pianura padana utilizzando piante di mais a taglia ridotta che sono più stabili e che si possono seminare con densità decisamente superiori, con spighe più piccole ma con molte più cariossidi.

Il secondo ha approfondito il tema dal punto di vista della nutrizione animale con l’impiego dello smart corn per l’alimentazione del bestiame da reddito.

Gianfranco Mazzinelli, come di consueto ha presentato i risultati delle prove varietali in campo effettuate lo scorso anno.

 

  

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