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Sindacale

Zanotti, focus sull'avicoltura, rischio influenza aviaria e possibile scarsità di indennizzi

Attenzione anche sul rimborso delle polizze assicurative e l'Iva delle lettiere animali da reddito

Alessandro Beduschi e Mauro Zanottiauro Zanotti

L'influenza aviaria può mettere in crisi il comparto, gli allevatori chiedono interventi

Ancora influenza aviaria. Dopo l’epidemia scoppiata un paio di anni fa che aveva falcidiato gli allevamenti avicoli nel Nord del paese, si ripresenta l’aviaria a Verona e Mantova, due delle principali provincie del nord Italia a forte vocazione avicola.

“Fino a questo momento sono stati individuati 53 focolai, afferma Mauro Zanotti, presidente delle Sezione avicola di Confagricoltura Lombardia, 23 in Veneto e 22 in Lombardia, sostanzialmente lungo l’asse Mantova-Verona. La preoccupazione è molta anche perché ci si stava appena riprendendo dalla batosta che l’aviaria aveva inflitto al comparto un paio di anni fa e per la quale si è chiuso solo di recente il capitolo degli indennizzi ai produttori”.

Oggi sembra che lo sviluppo della malattia sia meno grave rispetto al passato ma è meglio essere molto prudenti perché siamo solo all’inizio e l’inverno è ancora piuttosto lungo.

“E’ così, conferma Zanotti. Allo stato attuale e se, come speriamo, non si dovessero sviluppare altri focolai la scadenza dell’emergenza attuale dovrebbe arrivare alla fine di gennaio. Ma teniamo conto che il problema non è solo italiano e che l’asse di diffusone attuale dell’aviaria, Nord – Sud, evidenzia come il vettore sia legato ai selvatici migratori che di fatto sono incontrollabili”.

L’ultimo caso è stato riscontrato in un allevamento di ovaiole del Veneto con ben 800mila capi.

“Ma poi, prosegue Zanotti, oltre ai problemi pratici legati alla fragilità dell’allevamento di fronte a questi fenomeni incontrollati vi è anche quello della disponibilità di risorse per gli indennizzi. L’Unione europea ha abbassato il proprio budget, ,da una copertura del 50% al 32% per  danni diretti, mentre sono in dubbio quelli indiretti, vale a dire il fermo produttivo di molti allevamenti situati nelle zone più colpite e per un tempo a volte indefinito.  Se questa notizia venisse confermata l’intera quota del danno indiretto resterebbe a carico dell’allevatore? Si tratta di una domanda molto pericolosa sia per l’avicoltura nazionale che per il singolo allevatore”.

Su questi argomenti Zanotti, mentre riconosce la vicinanza della Regione ai produttori avicoli così come dimostrato nel corso dell’ultima epidemia, chiede analoga attenzione e l’attivazione di tutte le procedure per limitare i danni e accelerare i tempi per il ristoro dei danni subiti dalle imprese avicole lombarde.  

Ma allo stesso tempo, guarda anche avanti e oltre l’emergenza dell’influenza aviaria, vale a dire la necessità di valutare dei piani per un adeguamento del sistema produttivo avicolo con un miglioramento e aggiornamento delle strutture aziendali e l’accelerazione di un processo di ricambio generazionale negli imprenditori agricoli dediti all’allevamento avicolo. Anche ricorrendo a piani di abbandono volontari in particolare nelle aree a maggiore densità di allevamento e per quelle strutture più obsolete. Soluzione che potrebbe aiutare a mitigare l’impatto e la sensibilità degli allevamenti avicoli nei confronti delle epidemie di influenza aviaria.

Infine, Zanotti evidenzia un problema legato ancora all’attualità delle restrizioni poste della influenza aviaria che potrebbe essere molto preoccupante per il futuro e coinvolgere molti allevamenti e la loro capacità di stare sul mercato. Si tratta della problematica dei Consorzi di difesa inerente alle polizze con copertura assicurativa per le epizoozie e lo smaltimento delle carcasse: “Agea non ha ancora rimborsato quanto dovuto da circa dieci anni, e tale importo, anticipato dai Consorzi di difesa per conto degli allevatori, potrebbe essere richiesto agli allevatori stessi. Inoltre, l’Agenzia delle entrate con risoluzione n. 59/E del 9.12.2024 sta creando non poca apprensione perché l’aliquota Iva della lettiera degli animali da reddito potrebbe essere portata dall’attuale 10% al 22% anche retroattivamente. Con gli uffici di Confagricoltura stiamo predisponendo una richiesta di emendamento che chiarisca e disinneschi tale problematica”.

 

 

 

 

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