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Economico
20.01.2025 - 05:56
Gli investimenti in agro zootecnia spesso richiedono ingenti investimenti, necessari business plan adeguati
“Credito in agricoltura – Finanziare progetti agricoli: strategie e dialoghi per il successo”. Questo il titolo del convegno che si è tenuto lo scorso giovedì 16 gennaio a Lonato del Garda, organizzato dal Collegio interprovinciale dei periti agrari e laureati in scienze agrarie di Brescia, Cremona, Mantova e Sondrio presieduto da Alessio Pedrana.
L’incontro era strutturato in due fasi: un intervento introduttivo su come redigere in modo efficace i business plan ai fini di ottenere i finanziamenti richiesti e quindi una tavola rotonda con la presenza di rappresentanti di istituti bancari specializzati nella erogazione di finanziamenti al settore agricolo.
La prima parte relativa ai business plan è stata svolta da Marianna Lo Zoppo, docente alla Bocconi e fondatrice e manager di PTS Agribusiness, società specializzata nella consulenza economica – finanziaria, che ha illustrato i principi e le modalità per redigere un business plan di successo.
Tema poi ripreso nel corso della tavola rotonda da Vitaliano Fiorillo, anch’egli docente e amministratore delegato della stessa PTS Agribusiness.
La tavola rotonda, “Il punto di vista delle banche ed il valore della consulenza” ha messo in luce come l’elemento critico sia spesso la disponibilità di dati di natura economica nelle aziende agricole. Meglio ancora sarebbe di poter disporre di bilanci aziendali, cosa piuttosto rara, anche per motivi fiscali nelle nostre aziende.
Ma è emerso anche un quadro aggiornato della nostra agricoltura della pianura lombarda che si è molto evoluta nel corso degli ultimi 10-15 anni. Cambiamenti che sono principalmente ascrivibili alle seguenti ragioni: i mutamenti climatici: siccità e alluvioni, ma a cui gli agricoltori sono chiamati anche a trovare soluzioni. Poi le richieste della società su ambiente, buone pratiche e benessere animale e infine i grandi cambiamenti ancora in atto sugli scenari geo politici nel panorama internazionale. Tutte con forti influenze sui mercati e la necessità di fare bilancio in quadro sempre più vasto e competitivo.
Come hanno risposto e stanno rispondendo gli agricoltori?
Intanto accelerando un processo di intensificazione e concentrazione produttiva. Ce lo dice l’ultimo rapporto Istat sul censimento agricolo del 2020. Meno aziende, più grandi, più concentrate nelle aree più produttive del paese e con una maggiore specializzazione produttiva. La Lombardia, insieme alle altre della pianura padana è una di quelle che ha maggiormente visto questa trasformazione. Le trasformazioni più intense hanno riguardato le aziende zootecniche con una grande concentrazione di aziende zootecniche da latte e suinicole in Lombardia e la quasi autosufficienza nella produzione di latte. Per entrambe le specializzazioni produttive l’80% della produzione nazionale si colloca in Pianura Padana.
Poi la categoria degli agricoltori e addetti, sempre più vecchia, i problemi sono lo scarso ricambio generazionale, con pochi giovani ed i lavoratori che non si trovano e che spesso portano alla scelta: cessare l’attività, cambiare indirizzo colturale o investire in tecnologie innovative e costose?
Altro elemento considerato: i cicli colturali allungati, con la possibilità delle doppie colture ma con il problema della sempre più scarsa disponibilità della risorsa idrica.
Infine, la pressione della società relativamente agli aspetti ambientali/territoriali e sui diritti degli animali, spesso accompagnate anche a scelte alimentari particolari in crescita: vegetariani, vegani ecc.
Ma alla base di tutto rimane l’impresa economica che deve fare quadrare i conti dei bilanci aziendali.
Da questo quadro emerge la necessità, per coloro che decidono di proseguire nell’attività di adeguarsi a tutto ciò e quindi di investire di conseguenza. E spesso si tratta di investimenti ingenti che il singolo agricoltore difficilmente riesce a sostenere visto che gli anni del Covid, delle guerre e di alcune crisi di ordine sanitario animale lo hanno indebolito dal punto di vista finanziario.
A guidare, o per meglio dire condizionare, gli investimenti le linee di indirizzo della nuova Pac, che a sua volta risponde alle richieste di maggiore sostenibilità indicate dagli indirizzi di Next Generation Ue e Farm to fork.
Oggi la maggior parte degli investimenti nell’agricoltura lombarda, sia per numerosità che per entità di finanziamenti richiesti sono legati alla integrazione tra aziende zootecniche e produzione di energia da fonti rinnovabili (biogas, fotovoltaico e conversione di impianti di biogas in biometano) e ampliamento di stalle con adozione di nuove tecnologie applicate alla meccanica tradizionale e implementate con l’informatica, la digitalizzazione e da ultimo dall’Intelligenza artificiale.
Finanziamenti pubblici e privati. Piani di sviluppo rurale, piani per migliorare le strutture aziendali, piani per migliorare la gestione idrica, per abbattere le emissioni nelle acque, nel suolo e nell’aria.
Dunque, un quadro molto complesso in cui muoversi, oltre alle incognite tipiche della imprenditorialità agricola: prezzi, costi e mercati, con lo scarso potere contrattuale della categoria.
In questo quadro è emerso come sia fondamentale il ruolo di tecnici specializzati nella consulenza aziendale non solo tecnica, come elemento di partenza, ma anche di carattere finanziario, intesa sia come verifica della fattibilità e sostenibilità dell’investimento ma anche come consulenza specifica per la redazione di efficaci business plan. Come operare per il meglio per ottenere i finanziamenti più adatti? Alcune indicazioni le ha fornite Piermaria Tiraboschi, parlando del ruolo del professionista come consulente aziendale.
Oggi le principali richieste di finanziamento sono fatte in zootecnia sia per le energie rinnovabili in che per l’adeguamento, ampliamento delle strutture aziendali che richiedono investimenti significativi per tecnologie piuttosto complesse, in particolare quelle legate agli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Da qui gli interventi dei rappresentanti degli Istituti di credito.
Alberto Gorlani, Responsabile settore agricoltura Banca Valsabbina, Diego Pallavera, responsabile Dipartimento Agricoltura BCC Credito Padano, Oscar Corsini, Divisione Agritech Banca Territorio Lombardo, Antonio Noiosi, Banca Popolare di Sondrio
I quali hanno esposto la loro esperienza maturata in termini di valore aggiunto al successo dei piani di finanziamento con il supporto di tecnici qualificati a sostegno della redazione di progetti da parte degli agricoltori e su come, ciascun Istituto di credito sia strutturato ed organizzato sul territorio per rispondere alle specifiche richieste di credito da parte del mondo agricolo.
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