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Giansanti a Cremona: l'agricoltura può fornire le soluzioni al problema ambientale

Boselli, occorre perseguire l'intensificazione sostenibile, no al contenimento produttivo

Massimiliano Giansanti e Antonio Boselli

Giansanti e Boselli: l'agricoltura fa parte delle soluzioni per la sostenibilità ambientale, persguire una maggiore efficienza

Focus Confagricoltura Lombardia a CremonaFiere su efficienza dell’allevamento da latte, emissioni e Psa

Confagricoltura Lombardia, insieme alla “Libera” protagonista a Cremona in occasione della 79° rassegna internazionale della zootecnia con due convegni incentrati sulla massima attualità: l’efficienza dell’allevamento della vacca da latte e la Psa nei suini.  Il primo convegno è stato organizzato anche in collaborazione con Assalzoo ed Enterprise Ireland.

In apertura del convegno internazionale sul miglioramento dell’efficienza delle bovine da latte, il presidente di Confagricoltura Lombardia, Antonio Boselli, ha evidenziato l’attenzione che gli agricoltori lombardi dedicano al tema del contenimento delle emissioni. “Che deve passare attraverso un miglioramento dell’efficienza produttiva e non con una diminuzione del bestiame o contenimento produttivo, la descrescita felice non esiste”. Tesi peraltro emersa dagli interventi dei docenti universitari che hanno aperto la giornata, Erminio Trevisi, della Cattolica di Cremona e Piacenza e Ben Lahart delll’Istituto irlandese Teagasc, che hanno analizzato lo stesso problema in due condizioni di allevamento molto diverse: allevamento stabulato e pascolo con radici comuni e che si può risolvere con tecnologie analoghe.

Numerosi gli spunti di riflessione sulla Politica agricola comunitaria che sono stati forniti dalle relazioni tecniche sul controllo delle emissioni e più in generale sul rapporto tra agricoltura ed ambiente che Massimiliano Giansanti ha colto e sviluppato in chiave di proposte politiche, anche nel suo attuale ruolo di presidente Copa, partendo da dati di fatto sulla consistenza delle imprese che operano in agricoltura e su quelle dedite alla produzione di latte.

 

Massimiliano Giansanti, presidente Confagricoltura che, reduce da un incontro a Bruxelles con il nuovo commissario all’agricoltura Hansen, ha colto e sviluppato diversi spunti sui temi agro ambientali ed economici.  “Innanzi tutto, gli interventi devono guardare ad un lungo periodo per avere un senso, ad esempio al 2050. Solo in questo modo, con una seria programmazione alla base di un progetto, si possono impostare soluzioni serie e durature per l’agricoltura europea. E in questa ottica bisogna considerare la Pac come uno strumento, non un fine, per raggiungere quegli obiettivi che possono rilanciare l’agricoltura europea ma che devono essere già ben definiti in fase programmatoria. Mi aspetto che questo sia il nuovo approccio all’agricoltura della Commissione europea che si è appena insediata e di cui ho parlato con il neo- commissario all’agricoltura Hansen”. 

“Sembra che alcune delle nostre battaglie, un tempo contrastate dai più, siano ora largamente condivise, vale a dire la produzione per il mercato che è appannaggio di una minoranza di aziende, e da queste sarebbe necessario partire per un accesso ai fondi comunitari, con un tetto minimo di 3000-5000 euro, per evitare inutili dispersioni di risorse pubbliche. Occorre sostenere la produzione agricola e con essa la sicurezza e la qualità alimentare; negli ultimi sei anni siamo scesi a sole ventimila aziende che producono latte pari ad un valore di 18,5 miliardi di euro, che diventano 25 per le famiglie. Con la fine delle quote latte, in pochi anni, la produzione nazionale è passata da 10 a 13 milioni di tonnellate raggiungendo quasi l’autosufficienza con lo stesso numero di vacche; solo il 25% delle aziende produce per il mercato.  Mercato che oggi è giunto a discreti livelli pur con tutti i vincoli amministrativi ed ambientali che incidono sui costi di produzione e che hanno comportato ingenti investimenti. E da qui nasce il nostro approccio contrario agli accordi Mercosur per come sono stati presentati e la tutela delle nostre imprese anche quelle di piccole-medie dimensioni ma che lavorano per stare sul mercato”.

Tornando all’incontro con il commissario Hansen sul futuro degli orientamenti della politica agricola europea Giansanti ha ricordato come: “Sia necessario passare da una politica dei divieti e delle sanzioni ad una politica degli incentivi per il miglioramento della sostenibilità che passa attraverso un miglioramento dell’efficienza aziendale che, a sua volta, richiede investimenti in innovazioni tecnologiche e strutturali. Approccio diverso e innovativo che richiede un cambio di paradigma nell’approccio alla politica agricola europea”.

E sul tema della decarbonizzazione Giansanti ha ricordato come: “Se oggi siamo arrivati a pensare che gli agricoltori non sono parte del problema ambientale ma ne costituiscono una soluzione a portata di mano questo è merito delle battaglie condotte da Confagricoltura nel corso degli anni e contro un sentimento diffuso contrario ai produttori”.

Una battuta finale su uno degli altri temi di attualità che hanno decretato il blocco del bestiame alle rassegne zootecniche internazionali di Cremona, tanto attese da allevatori e addetti al settore: “La mostra di Cremona è unica nel suo genere e nella valorizzazione della filiera dell’allevamento della bovina da latte. Non averne potuto garantire il regolare svolgimento è stato un grave danno per tutto il comparto ed il fatto che ciò sia stato dovuto al timore della diffusione della “Blue tongue” è ancora più grave; significa che negli ultimi vent’anni non sono stati fatti passi avanti nella tutela sanitaria degli allevamenti”.

L’altro tema affrontato da Confagricoltura Lombardia e “Libera” alla Fiera di Cremona è stato quello Peste suina africana che da oltre un decennio sta interessando alcuni Paesi Europei, tra cui l’Italia.  E proprio da noi negli ultimi due anni ha fatto danni enormi, in particolare nella provincia di Pavia e con il grave rischio di espansione in una delle aree più produttive e dedite all’allevamento suino italiano.

 “Siamo in una situazione drammatica, non solo per chi subisce la Psa, ma anche per chi sta intorno, abbiamo allevamenti che sono allo stremo, non sanno come vendere e non sanno dove mettere i maiali, ha spiegato Antonio Boselli, è doveroso un sostegno a chi vende suini, altrimenti ci sarà la desertificazione, e vedendo i focolai Psa credo che ci dovremo convivere per molto tempo.  Chiedo un grosso impegno alla Politica perché si trovino delle risorse o ci venga permesso di vendere comunque i maiali in zona di restrizione, se l’allevamento è sano, e che vengano retribuiti in maniera corretta”.

“La peste è stata devastante per gli allevatori colpiti, come tante esplosioni di focolai che rischia di desertificare quelle zone, ha detto Davide Berta, presidente della sezione suinicola lombarda di Confagricoltura, non si può andare avanti così, capire le origini e che i sanitari ci raccontino lo sviluppo dei focolai domestici, cosa accade, quali sono stati gli errori, in modo da poter migliorare. Poi incentivare la lotta alla diffusione dei cinghiali”.

Rudy Milani, presidente della sezione nazionale suini di Confagricoltura ha chiuso l’incontro: “Nelle zone colpite dalla Psa, a Pavia in particolare, c’è gente che piange, e si assiste alla chiusura definitiva degli allevamenti. Sono ormai anni che abbiamo lanciato l’allarme: il problema lo si contrasta con la responsabilizzazione e la collaborazione di tutta la filiera, nessuno escluso. Molti allevatori non erano preparati ma adesso alzare l’attenzione è fondamentale, così come alzare il livello della biosicurezza. Lavoriamo in costante contatto con le autorità, a partire dal commissario Filippini agli assessori regionali, in particolare quello lombardo. Oltre a contrastare la diffusione della Psa occorre fare in modo che arrivino alle aziende colpite i necessari ristori con la massima tempestività”.

 

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