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Sindacale

Soldi, i negoziati in corso Ue - Mercosur penalizzano gli agricoltori europei

No alla proposta di un pagamento compensativo ma introdurre la reciprocità nei processi produttivi

Cesare Soldi

Ai produttori europei non stanno bene gli accordi in corso Ue Mercusor se non prevedono il principio di reciprocità

Il Copa Cogeca, l’organizzazione degli agricoltori e delle cooperative agricole europee, insieme alle principali organizzazioni di settore agricole europee, quali la CEPM, confederazione europea dei produttori di mais, AVEC, l’organizzazione dei produttori e trasformatori  avicunicoli, CIBE, i produttori di barbabietole da zucchero, CEFS, i produttori di zucchero ed EUWEP, l’unione europea dei commercianti all’ingrosso di uova e pollame ha preso una netta posizione contro le indicazioni che stanno emergendo sugli accordi in via di definizione tra l’Ue ed i paesi del Mercosur.

La proposta che viene contestata riguarda la costituzione di un “fondo di compensazione” a favore degli agricoltori europei in sostituzione dell’adozione di una serie di misure di reciprocità che i produttori europei chiedono da tempo a quelli dei paesi del Mercosur.

Il Copa Cogeca e le altre organizzazioni citate reputano che s tratti di un palliativo piuttosto che di una soluzione reale che non affronta le principali preoccupazioni degli agricoltori europei. In particolare per quanto riguarda l’impatto sui settori sensibili e la mancanza di reciprocità negli standard di produzione secondo i termini attuali dell’accordo.

Secondo Cesare Soldi, presidente di AMI, maiscoltori italiani oltre che della Libera di Cremona e che è segretario generale dei maiscoltori europei, la prospettiva di un accordo commerciale Eu – Mercosur per come si sta sviluppando non può essere accettata dai nostri produttori agroalimentari europei, che lo denunciano come obsoleto e incoerente.

 “Una misura di questo genere, sostiene Soldi, faciliterebbe l’importazione nel mercato europeo di prodotti agroalimentari che non rispettano gli standard di imposti ai produttori e ai fabbricanti europei (uso di molecole da noi vietate, normative  stringenti sul benessere animale, leggi più restrittive sul lavoro ecc.). Si verrebbe così a generare una concorrenza sleale e intollerabile per i nostri settori. Oltretutto in un momento in cui deve essere ancora definita la composizione della nuova commissione europea e questo lascerebbe un segno indelebile all’inizio del secondo mandato di Ursula Von Der Leyen”.

Il Copa Cogeca e le altre organizzazioni firmatarie del documento ritengono che la costituzione di un fondo di compensazione per gli agricoltori europei non può che essere percepito come una provocazione. Un assegno di compensazione non risolve i problemi che gravano sui settori produttivi agricoli e nemmeno quelli di gran parte dell’opinione pubblica europea, compresi i rappresentanti dei consumatori, i sindacati e le organizzazioni ambientaliste, sulla necessità di una vera reciprocità sugli standard di produzione e sui rischi di stimolare il degrado ambientale e la perdita di biodiversità nei paesi interessati.

Anziché distrarre il dibattito con tali proposte la Commissione dovrebbe piuttosto prendere seriamente in considerazione le conclusioni sul commercio agroalimentare sollevato dal rapporto sui “Dialoghi strategici sul futuro dell’agricoltura nell’Unione europea”, che sottolinea la necessità per la commissione “di intraprendere una revisione completa delle sue strategie di negoziazione” oltre alla  necessità di un livello di reciprocità produttiva più elevata. Tutti gli altri approcci metterebbero in pericolo le filiere europee già rese fragili da un contesto climatico ed economico difficile e rischierebbero di esacerbare le tensioni espresse dai settori agricoli europei in questa prima parte d’anno.

 

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