Cerca
Emergenza PSA
09.09.2024 - 09:53
Ilaria Capua, veterinaria e virologa. Nel contrasto alla PSA si è perso tempo, correre ai ripari con urgenza e risorse
Probabilmente quando Rudy Milani ha deciso di dedicarsi all’allevamento dei suini non si sarebbe mai aspettato di finire sulle pagine del Financial Times. Invece è accaduto.
La PSA dopo avere colpito 25 allevamenti di suini dilaga anche sulla stampa, sia specializzata che generalista. Mentre sui social c’era da tempo. E sappiamo tutti con quale genere di commenti. L’attenzione si sposta ad un livello più alto, e questo è un bene per il settore, nel senso che le massime istituzioni e l’opinione pubblica ne sono totalmente coinvolte, ma potrebbe anche contribuire ad infoltire la schiera degli scettici sulle produzioni animali. Non lo sappiamo, ma nel frattempo cerchiamo di uscirne.
Ha fatto un certo effetto vedere il nostro presidente di Sezione, Rudy Milani (che si sta battendo come un leone insieme al suo vice Davide Berta) essere citato dal Financial Times: “C’è solo una parola che può descrivere la situazione degli allevatori di suini oggi in Italia: terrificante. Siamo in mare aperto con un forte vento ed una tempesta in corso: dobbiamo sopravvivere a questa tempesta. Tutti gli allevatori all’interno delle aree di restrizione, ma anche i loro colleghi al di fuori sono fortemente preoccuparti dall’evoluzione della situazione e di quello che potrebbe accadere loro. A questo punto basta un niente per diffondere l’infezione”. Sintetico ed efficace. C’è da augurarsi che le sue parole possano essere ascoltate anche a Bruxelles presso i cui uffici le nostre istituzioni sono in costante contatto.
Ma ha fatto pure un certo effetto leggere la firma di Ilaria Capua (sì, proprio quella del Covid), una veterinaria esperta, parlare di Psa su uno dei principali quotidiani italiani. Dice la Capua: “È urgente, anzi urgentissimo, seguire pedissequamente le indicazioni della commissione europea e del ministero e, soprattutto, finanziarie le operazioni di controllo della malattia che ovviamente sono molto costose ma di certo molto meno onerose dell’esplosione della malattia nell’intera filiera del suino. l’Italia è giustamente orgogliosa del suo settore agroalimentare e dall’estero i nostri prodotti vengono ritenuti un’eccellenza per la loro storia e la loro unicità”.
E i numeri a questo riguardo sono eloquenti, li ha forniti pochi giorni fa il Commissario straordinario alla peste suina Giovanni Filippini: al momento ci sono 25 focolai in atto negli allevamenti domestici di suini. Lombardia con 19 focolai, poi in Piemonte con 5 e uno in Emilia Romagna; per le misure di contenimento si è arrivati ad abbattere circa 70mila suini. I costi per i risarcimenti diretti ed indiretti si presentano altissimi ma imprescindibili. Si tratta di salvare un settore dal valore di 20 miliardi di euro e centomila posti di lavoro.
Secondo Assica la PSA rappresenta una seria minaccia per l'industria dei salumi, con potenziali perdite economiche devastanti. Dal 2022 ad oggi, la malattia ha comportato perdite di 500 milioni di euro, con il rischio di ulteriori 60 milioni di euro al mese nel corrente anno.
Critico anche il Consorzio del prosciutto di Parma: “I recenti sviluppi dell’emergenza legata alla peste suina africana nel nostro Paese non possono che creare uno stato di profondo allarme nel nostro comparto produttivo. Ciò che fino a qualche mese fa era stato evitato, ovvero il passaggio del virus al suino domestico e il suo ingresso all’interno degli allevamenti, è purtroppo divenuto ora una realtà con cui è necessario fare i conti”.
Ancora Assica, nelle parole del suo presidente Lorenzo Beretta: “Il settore sta affrontando una grossa sfida, che rischia di compromettere la tenuta economica delle aziende e un numero importante di posti di lavoro dell’intera filiera. Servono urgentemente risorse straordinarie per finanziare interventi strutturali e ristabilire le normali condizioni di mercato restituendo una sana competitività alle aziende”
Ma un certo effetto lo ha fatto anche sentire i veterinari che si lamentano della situazione delle loro condizioni di lavoro arrivando addirittura a minacciare lo sciopero. E’ comprensibile il loro disagio ma gli allevatori cosa dovrebbero dire? Si tratta pur sempre di una emergenza. E che genere di emergenza, se il commissario straordinario alla PSA afferma che il virus della PSA é molto, ma molto peggio, di quello del Covid, e che persiste per molti giorni anche sulle carcasse dei cinghiali morti, sulle ruote dei camion e sulle scarpe di chi ne è entrato in contatto.
Intanto la procura di Pavia ha aperto un’inchiesta, indagati al momento risultano un allevatore e un veterinario, ma anche altre persone sarebbero coinvolte nell’indagine tra le ipotesi di reato una serie di comportamenti negativi tenuti da parte di chi doveva rispettare le norme di biosicurezza .
Il commissario straordinario Giovanni Filippini ha ricordato i due pilastri fondamentali, per affrontare l’emergenza: più bio sicurezza in allevamento e maggior depopolamento di cinghiali. Con le misure drastiche adottate tende a ripristinare un certo livello di normalità entro ottobre. Si spera che la previsione possa essere confermata, ma vedendo la diffusione del virus in Europa è probabile che con questo virus si dovrà convivere ancora a lungo. Sperabilmente non in situazioni di emergenza.
A conclusione ancora una citazione da Ilaria Capua: “La commissione europea ci ha redarguito qualche mese fa per come sono state gestite le prime avvisaglie di questa infezione sul territorio italiano: in modo inappropriato”.
In altri termini, forse, adottando da subito misure più drastiche si sarebbe potuto limitare i danni.
I più letti
Via Federico Confalonieri, n.38
20124 Milano (Mi)
Tel.: +39 02 78612751
Fax: +39 02 36568610
Email: segreteria@confagricolturalombardia.it
Pec: postacert@pec.confagricolturalombardia.it
C.F. 80102910157 - P.IVA 08449900961