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Emergenza PSA
02.09.2024 - 09:45
“Con il primo di ottobre vorrei che la situazione produttiva degli allevamenti suinicoli ritornasse alla normalità. Per questo ho assunto dei provvedimenti drastici con l’ordinanza uscita ieri”. Queste le parole conclusive del commissario straordinario alla Psa, Giovanni Filippini, al termine dell’ennesimo incontro sulla Psa, che avrebbe dovuto tenersi ad Orzinuovi, ma svoltosi invece on line, proprio a causa delle restrizioni imposte dall’ordinanza dello stesso Filippini.
Davide Berta, presidente della Sezione suini di Confagricoltura Lombardia: “Sono soddisfatto del cambio di passo nel contrasto alla Psa che si percepisce con la nomina a commissario straordinario di Giovanni Filippini. Tuttavia nello specifico dell’ordinanza mi sarei aspettato maggior coraggio per una azione di depopolamento nelle zone di restrizione 2 e 3, prevedendo un equo indennizzo agli allevatori”.
I provvedimenti drastici dell’ordinanza citati da Filippini, (il cui testo abbiamo già riportato on-line sulla nostra home page), sono relativi al divieto di movimentazione dei suini per una durata di 30 giorni, in pratica la durata dell’ordinanza, nelle aree soggette a restrizione salvo la possibilità di rivederle dopo 15 giorni con la concessione di deroghe solo per la zona 1. E non si esclude anche il ricorso al depopolamento di quelle zone particolarmente gravate dall’esubero di suini a causa della impossibilità di spostarli.
Filippini, prima di entrare nel dettaglio delle misure prese, ne aveva spiegato la ratio che si orientava su due linee; la difesa dal virus nelle zone ad alta intensità di allevamenti e la lotta con il depopolamento dei cinghiali. Misure importati se si considera che il settore in Italia vale tra i 20 ed i 30 miliardi euro e occupa circa centomila addetti.
Per quanto riguarda la lotta alla diffusione del virus tramite contenimento dei cinghiali “Stiamo studiando una nuova strategia invita a Bruxelles per l’approvazione che prevede il confinamento ed il barrieramento degli assi autostradali. Dovevamo capire come si è mosso il virus con indagini epidemiologiche. Nelle zone di restrizione è il virus stesso che ha causato una grande mortalità dei cinghiali e che ha innescato l’epidemia in condizioni di scarsa biosicurezza. Poi la colpa non è più stata del cinghiale; il virus si è mosso con l’uomo. Sulla base di questi elementi l’unità di crisi ha sviluppato la sua strategia di contenimento e di difesa”.
In apertura Rudy Milani, presidente della sezione suini di Confagricoltura aveva introdotto il tema e manifestato la rabbia, la frustrazione e le preoccupazioni degli allevatori, in particolare per quelli nelle zone di restrizione, e le relative richieste; sia per la parte politica che per quella tecnica.
“Ci servono indicazioni operative chiare ed immediate, aveva chiesto Milani, rivolgendosi al commissario chiedendo lumi sulle strategie che avrebbe messo in atto”.
Milani si era rivolto anche alla politica, in particolare all’assessore all’agricoltura Alessandro Beduschi, con cui da tempo tiene stretti contatti: “Non siamo mai stati populisti, ma vent’anni di incuria sui temi della fauna selvatica cominciano a farsi sentire e con effetti devastanti. Da tempo segnaliamo i rischi che questo lassismo avrebbe comportato per i sistemi produttivi. Ora siamo arrivati al dunque, abbiamo perso tempo prezioso e occorre agire tempestivamente. La politica deve provvedere a controllare la fauna selvatica, e attivare interventi economici per le aziende che sono state coinvolte lungo tutta la filiera, mangimisti e banche incluse. E prevedere misure a sostegno degli allevatori che hanno preso impegni con gli istituti di credito sui mutui con ristori tempestivi e continuativi”.
Beduschi non si è sottratto alle domande, intanto sostenendo le decisioni dure assunte dal commissario supportato da tutta l’unità di crisi: “Bisognava farlo”. E ha ricordato lo stretto parallelismo con il covid. “Il virus della Psa è molto peggio del Covid, ci vuole un rigore maniacale, anche da un punto di vista politico. Abbiamo attivato un tavolo permanente della suinicoltura, e personalmente sono in contatto con il ministro ed il suo staff con cui stiamo assumendo i numeri del problema. Dobbiamo operare sul depopolamento nelle zone di restrizione in primis Lodi e Pavia per isolare il virus”. Beduschi ha poi ricordato lo stanziamento nel Decreto agricoltura di 20 milioni di euro, “ma si tratta di una cifra inadeguata per l’entità del problema di oggi”
“Ci stiamo anche occupando della interazione con il sistema bancario, proprio per le difficoltà degli allevatori che sono emerse, ma anche degli aspetti legati alla macellazione e commercializzazione per evitare fenomeni speculativi”. Infine sulla lotta al cinghiale:” Ci stiamo lavorando, abbiamo già abbattuto 50mila cinghiali; ma anche ricercato attivamente le carcasse per la loro rimozione. Con Filippini si è alzato il livello della lotta al virus ed il coordinamento delle misure tra diverse regioni. Infine, stiamo sviluppando una azione sul governo e con questo anche sulla Unione europea”.
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