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Assemblea Confagricoltura

Il futuro dell'Europa non solo agricola al centro del dibattito nell'assemblea confederale

Letta: riformare il mercato interno. Lollobrigida: rinnovare il green deal e regolarizzare il flusso di migranti

Il futuro dell'Europa non solo agricola al centro del dibattito nell'assemblea confederale

Francesco Lollobrigida ministro delle Politiche Agricole: Cambio di passo per il Green Deal

L’assemblea milanese di Confagricoltura è stata anche un momento di confronto e di interventi di alto livello che hanno spaziato, partendo dall’agricoltura su tutti i principali temi, politici, economici e sociali.  Sotto quest’ultimo aspetto particolarmente rilevante l’intervento del ministro Lollobrigida che ha richiamato la necessità, di un ricorso organizzato alla immigrazione per risolvere, anche, i problemi legati alla manodopera in agricoltura.

Subito prima Giansanti si era speso con parole accorate sul ruolo della legalità nella assunzione di personale e collaboratori secondo regole certe e collaudate nelle imprese agricole. Ruolo nel quale Confagricoltura, la prima e più grande, organizzazione datoriale agricola italiana crede fermamente ed in cui da sempre eccelle.

Uno sguardo sul futuro della Unione europea, non solo per gli aspetti agricoli, lo ha lanciato l’ex premier Enrico Letta, fresco autore del rapporto sul mercato unico e presidente della fondazione Jacques Delors, che ha opportunamente ricordato a pochi mesi dalla scomparsa.

In ogni caso Letta, sui temi agricoli sollevati da Giansanti, si è comunque dichiarato totalmente d’accordo con la richiesta di una profonda revisione del Green Deal: “Dobbiamo chiedere una profonda discontinuità con la politica agricola degli ultimi cinque anni. Nelle prossime 48 ore Von Der Leyen dovrà fare un discorso programmatico dal quale si potrà capire l’orientamento futuro della politica europea nei prossimi anni”

Per quanto riguarda il suo ultimo lavoro sulla necessità di una revisione del mercato unico, Letta ha specificato molto chiaramente l’urgenza di applicare nuove norme: “Ho fatto un lavoro approfondito con un rapporto conclusivo di 147 pagine in inglese, con alcune proposte, poi semplificate anche in un libro. Ho visitato 65 città, con oltre 400 incontri, in tutti i paesi europei. Sono stato molto colpito dalle posizioni dei polacchi: un forte sostegno all’Ucraina sulla resistenza all’invasione ma molto rigidi con regole ferree sull’ingresso nella Ue e su quelle del mercato agricolo”.

Altro tema di grande attualità: la transazione ecologica legata al green deal. Il problema è reale, occorrono trasformazioni vere, ma occorre capire chi le paga e con quali risorse. E’ necessario un piano di accompagnamento graduale per non andare contro le categorie produttive: agricoltori, comparto auto e tanti altri settori. Sono necessari 500 miliardi di euro l’anno per la transizione ecologica che è anche economica. Alcuni paesi, in particolare quelli mediterranei, pensano ad una nuova versione di “ next generation Ue”, mentre i paesi del nord non vogliono che venga fatta con finanziamenti pubblici”.

Dunque, diverse visioni da parte di blocchi di paesi ma è necessario trovare un accordo perché “la dimensione europea è l’unica che ci può salvare, occorre trovare una soluzione con il ricorso all’impiego di un mix di soldi pubblici e privati”.

Secondo Letta uno dei problemi più impellenti da risolvere è la frammentazione del mercato finanziario europeo. “E’ uno dei mali peggiori, porta i nostri risparmi negli Usa, circa 300 miliardi di euro l’anno che gli americani usano per comprare le imprese europee. Per questo dobbiamo fare il mercato unico finanziario europeo, superando le logiche di interessi dei singoli mercati finanziari europei”.

Infine, sul tema degli aiuti di stato, raccogliendo una sollecitazione di Giansanti. “Ho proposto nel mio rapporto che l’Ue li vieti, ma sono state fatte molte deroghe, per cause di forza maggiore, ad esempio per il covid. Ma i paesi più ricchi hanno usato i loro soldi per finanziare le loro imprese. Ho proposto che chi chiede gli aiuti di stato deve lasciare il 15% in una scatola comune che va a beneficio degli altri paesi. Anche la frammentazione degli  aiuti militari va a sostenere l’economia di paesi esteri. Il mio rapporto è pragmatico, non prevede il cambiamento di trattati, ma una serie di road map per  diversi settori”.

Il ministro Lollobrigida si è soffermato sugli argomenti più specificamente di natura agricola. “Abbiamo bisogno di un cambio di passo per il green deal. Oggi è il tempo della responsabilità, l’Ue deve darsi una mossa rimettendo l’agricoltura al centro dello sviluppo dell’Europa. Gli obiettivi fondanti della Pac non sono stati conseguiti. Così come quelli della transizione ecologica per la quale bisogna trovare i soldi, bisogna essere pragmatici, ma intanto occorre difendere le nostre imprese. Abbiamo avuto dei pessimi esempi, come quello della drastica riduzione degli agrofarmaci, senza che ne venissero autorizzate o trovate soluzioni alternative. La prossima Pac deve rimettere al centro l’Europa e la sicurezza alimentare; inoltre garantire reddito agli agricoltori e l’Italia deve avere un ruolo centrale nel progetto di sicurezza alimentare europeo”.

Al termine del dibattito sul futuro europeo, Giansanti, citando la questione ucraina, ha detto che: “L’ingresso dell’Ucraina in Europa che è grande come la Francia e l’Italia insieme potrebbe essere devastante e comportare seri problemi al comparto agricolo se non verrà accompagnato da un congruo aumento di risorse”.

 

 

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