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Assemblea Confederale a Milano

Giansanti: le nostre proposte per il futuro dell'agricoltura italiana ed europea

La Pac deve prendere atto della deriva degli ultimi anni per tornare ad essere un sostegno alla economia agricola

Giansanti: le nostre proposte per il futuro dell'agricoltura italiana ed europea

Il rinnovo dell’assetto istituzionale della Unione europea che si va componendo dopo le elezioni dei primi di giugno è l’occasione per una revisione della Politica agricola comunitaria. Quanto meno per porre delle solide basi visto in vista della sua naturale scadenza prevista per il 2027. Confagricoltura da tempo sostiene la necessita di un suo aggiornamento verso temi di maggiore interesse agricolo

“E’ per questa ragione, spiega Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, che il 16 luglio teniamo la nostra assemblea di metà anno a Milano, per una riflessione su questi temi. Il titolo è emblematico, “Quale Europa? Per una politica agricola sostenibile e competitiva”; così come la location: il palazzo della Borsa di Milano, a ricordare che l’attività agricola è soprattutto economica, genera valore e occupazione”.

Antonio Boselli, presidente di Confagricoltura Lombardia, sostiene la linea di Massimiliano Giansanti. “Siamo lieti che Confagricoltura abbia scelto la capitale lombarda per la propria assemblea estiva. La Lombardia è una regione fortemente agricola, ma anche densamente popolata, una metropoli come Milano è spesso portatrice di nuovi stili di vita. Ma occorre un giusto equilibrio tra i problemi  di natura ambientale e quelli legati alla nostra attività. Siamo consapevoli che il tema della sostenibilità è dirimente, ma alla stessa stregua lo è anche quello della produzione alimentare. Sono due necessità che devono essere affrontate con consapevolezza e pari dignità”.

Il programma è ancora in fase di affinamento ma si spazierà dai temi di attualità legati ai cambiamenti climatici a quelli più strettamente connessi alla Politica agricola e all’economia. Confagricoltura  intende fare un quadro aggiornato della situazione per proporre indicazioni alla nuova classe dirigente della Unione europea per evitare che il prorogarsi di scelte sbagliate facciano pagare il conto soprattutto all’agricoltura.

Precisa Giansanti: “Quando pensiamo al cambiamento climatico siamo portati a identificarlo come riscaldamento globale. In realtà, il grande caldo è solo uno dei suoi effetti. La caratteristica principale del “climate change” è di innescare mutamenti velocissimi di alta intensità passando da un estremo all’altro facendo saltare, così, l’equilibrio delle stagioni. Per questo, gli effetti dei cambiamenti climatici necessitano di risposte programmatiche in grado di introdurre misure stabili di resilienza e adattamento. In tale ottica, andrebbero affiancati a provvedimenti e misure di emergenza anche piani di intervento di lungo periodo per avviare una stabilizzazione di tali fenomeni. Non basta invocare la transizione ecologica, l’adozione di tecnologie pulite, l’efficientamento energetico, l’economia circolare, la tutela della biodiversità, sui quali siamo tutti d’accordo”.

Ma occorre essere realistici e considerare il problema nel suo insieme, non trascurando l’aspetto economico. “Nessuno mette in discussione i principi del Green Deal, prosegue Giansanti, e noi siamo pronti a partecipare ad un percorso condiviso. Invece, arriviamo da un quinquennio in cui è mancato completamente il dialogo tra agricoltori e Commissione europea. Sono state fatte scelte sbagliate nei tempi e nei metodi e sono stati posti vincoli tecnici per noi impossibili da rispettare. La transizione verde ha un costo (gli Stati Uniti hanno stanziato a questo riguardo oltre 200 miliardi di dollari) e anche in agricoltura richiede investimenti importanti, soprattutto in ricerca e innovazione, che offrono grandi opportunità: dalle colture resistenti alla siccità, grazie alle biotecnologie e alle nuove tecniche genomiche, alla riduzione dei consumi idrici; dall’agricoltura di precisione alle nuove tecniche di rimboschimento, fino al carbon farming”.

“Il futuro della nostra agricoltura, conclude Giansanti nel presentare l’assemblea di Milano, è nelle mani dei risultati che la scienza e la ricerca riusciranno a raggiungere. Per questo vanno aumentati gli stanziamenti finanziari a livello europeo e nazionale, favorendo l’integrazione pubblico-privato. Ma, soprattutto, va favorito un approccio sistemico ed integrato che veda il coinvolgimento di tutti, istituzioni, imprese e cittadini, e vanno combattuti, attraverso un’adeguata opera di informazione e formazione, gli atteggiamenti ideologici che tanti danni hanno provocato e continuano a provocare. L’atto vandalico con cui è stato distrutto pochi giorni fa il primo campo sperimentale in Italia di riso geneticamente modificato, con le tecniche di evoluzione assistita (Tea), frutto di anni di studi e sacrifici di tante persone, è un esempio di quanto l’ignoranza e l’ideologia siano ancora fortemente presenti e radicate tra noi”.

Argomento sul quale parlano i fatti, dal momento che è stato  appena prorogato dal Governo il piano di ricerca sulle Tea in campo per un altro anno, fino a dicembre 2025.

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