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Latte
25.05.2024 - 19:33
Boselli interviene sulla filiera lattiero casearia: difendere il prezzo alla stalla per tutelarla
La settima scorsa ha registrato alcuni eventi nel comparto lattiero caseario degni di nota.
A livello dell’Unione europea, la periodica panoramica effettuata dalla Commissione Ue ha segnalato un rallentamento della produzione di latte europeo, dovuto, secondo gli esperti ad una diminuzione delle bovine allevate a causa dell’inasprimento delle misure sulle emissioni.
A livello nazionale è senz’altro degno di nota il prezzo del latte liquidato da Granarolo: 63 centesimi al litro, prezzo decisamente significativo. Così come sono significativi i commenti della presidente di Granlatte, Simona Caselli, incentrati oltre che sul prezzo sullo sforzo della cooperativa in termini di sostenibilità.
E poi l’intervista di Paolo Zanetti presidente di Assolate al Sole 24ore con cui ha manifestato preoccupazione per la possibile istituzione di un prezzo minimo del latte allo stalla come previsto dal decreto agricoltura.
Intervista e concetti espressi che meritano qualche commento o riflessione.
“E’ un argomento spinoso e sul quale bisogna ragionare”, dice Antonio Boselli presidente di Confagricoltura Lombardia e storico allevatore di vacche da latte nel lodigiano. “Il prezzo del latte alla stalla ha sempre comportato attriti tra le parti, che però, alla fine hanno sempre trovato un accordo. Personalmente ritengo che il costo di produzione del litro di latte potrebbe entrare, in quota parte da definire, all’interno dell’algoritmo che viene utilizzato oggi per la determinazione del prezzo del latte alla stalla. L’introduzione di questo valore nell’algoritmo oggi potrebbe essere facilitata dalla tecnologia di cui disponiamo per il rilevamento dei dati in automatico, e concorrerebbe ad un maggiore aggancio con la realtà produttiva”.
Per il resto dei contenuti, Boselli concorda su molti punti toccati nell’intervista da Paolo Zanetti. A partire da quando afferma che il latte è un elemento importantissimo e la sua produzione va salvaguardata anche perché porta ricchezza e lavoro nei luoghi di produzione.
“Anche noi come il presidente di Assolatte, sottolinea il presidente di Confagricoltura Lombardia, ci auguriamo che il Parlamento e la Commissione europea fermino la caccia alle streghe contro gli allevamenti ed i nostri prodotti, ma aggiungo che oltre a queste istituzioni a condurre questa battaglia debbano essere anche i mezzi di informazione generalisti e quelli di formazione intesi come insegnanti e medici di base. Altra cosa che ci accomuna è l’impegno comune, che le nostre cooperative stanno dimostrando già da tempo, per il contenimento delle emissioni e la sostenibilità delle produzioni zootecniche. Proprio in questi giorni sono usciti dati dell’Ispra che certificano in modo inequivocabile il nostro impegno verso questo settore così come anche rispetto alla riduzione dell’impiego di antibiotici nelle pratiche comuni dell’allevamento del bestiame”.
Ma esistono anche diversi altri argomenti trasversali e di comune interesse che riguardano la difesa e la valorizzazione dei marchi dei nostri prodotti che spesso vengono mistificati attraverso un uso larghissimo di nomi commerciali di fantasia che richiamano le produzioni tipiche nazionali, il cosiddetto “Italian sounding”, che viene oggi aggravato anche dai tentativi di produzione di alimenti costruiti in laboratorio o con basi vegetali.
Infine, la questione della trasparenza nei confronti del consumatore che deve essere totale ed in grado di difendere sia chi produce che chi acquista i prodotti nazionali tipici; e sulla trasparenza è chiaro che sia l’industria che i produttori sono completamente contrari al Nutriscore ed entrambi si augurano che la prossima legislatura di livello europeo ponga fine a questa mistificazione commerciale.
Da tutto questo emerge un quadro che delinea unità d’interessi e di difesa della filiera lattiero – casearia nazionale se non fosse per l’unico ma importantissimo “dettaglio” della questione del prezzo alla stalla.
“Per questo, conclude Boselli, riteniamo e invitiamo lo stesso Zanetti a riflettere che se si vuole difendere la filiera nazionale di latte e derivati il primo tassello da mettere deve essere la difesa del reddito degli allevatori e l’equa remunerazione del latte alla stalla”.
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