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Sindacale
17.05.2024 - 07:48
Antonio Boselli nella sua stalla nel lodigiano, lavorare di squadra
Nel momento in cui raccolgo l’impegnativo testimone di guidare Confagricoltura Lombardia ringrazio per il lavoro svolto il mio predecessore Riccardo Crotti ed il direttore Maurizio Onorato per il buon lavoro svolto in questi anni duri per l’agricoltura lombarda.
Confesso anche di provare una certa emozione per essere stato richiamato in “servizio” e tornare a ricoprire questo difficile ruolo, consapevole che sia portatore di onori ma anche di molti oneri.
Per come ho interpretato questo ruolo in passato, e per mia natura, intendo impostare un lavoro di squadra con un gruppo di imprenditori agricoli che si impegnano quotidianamente sul campo, inteso in senso fisico: quello di loro conduzione, e quello inteso in senso metaforico: quello sindacale.
Ruolo sempre più difficile ed irto di impegni ed ostacoli. Fare squadra e lavorare in gruppo: anche se non si è tutti delle stesse opinioni, in democrazia, un sano e civile confronto, deve portare ad una visione comune, o quanto meno ad azioni che rispecchino la maggioranza delle opinioni, con la consapevolezza di una visione condivisa sui principi fondamentali del nostro sindacato, che è Confagricoltura, l’organizzazione degli imprenditori agricoli più antica d’Italia.
Questi tempi ci impongono di fare delle scelte precise e devono indirizzare la nostra azione sindacale. Per quanto mi riguarda intendo impostare il lavoro sindacale di Confagricoltura Lombardia mettendo al centro la difesa delle imprese agricole e del loro reddito con particolare riferimento a rivalutare, a nostro vantaggio, i rapporti di forza all’interno delle filiere, difendendo il nostro ruolo dall’uso di pratiche sleali, che viene riproposto sempre più spesso dalle controparti, forti del loro maggiore peso specifico in ambito economico.
In questo sforzo è necessario recuperare competitività per le nostre imprese, sia in termini assoluti che all’interno delle singole filiere, avvalendosi in primo luogo della ricerca e della innovazione tecnologica. Il nostro obiettivo deve essere l’intensificazione sostenibile della produzione agricola.
In questo modello deve trovare un ruolo di primo piano un sistema assicurativo innovativo e necessario per tutelarsi dagli estremi dei cambiamenti climatici ma anche dagli eccessi di variabilità del reddito delle imprese agricole, in balia di troppe variabili, alcune delle quali incontrollabili. Mi rendo conto che siamo in un momento difficile per assicurarsi ma ci dobbiamo rendere conto che si tratta di uno strumento che può intervenire a nostro vantaggio.
Sul fronte europeo ci dovremo battere, insieme a Confagricoltura, per un cambiamento della Pac che dovrà essere più flessibile, meno burocratica e più vicina alle esigenze degli agricoltori europei. In questo quadro di rapporti con l’Europa metto anche quello delle relazioni con la Società: occorre ridare dignità al ruolo dell’agricoltura e dei suoi imprenditori per l’importanza che rivestono nella produzione di cibo e di tutela dell’ambiente.
In questo quadro di iniziative a medio- lungo termine è necessario inserire anche due emergenze di natura territoriale ma anche politica: la lotta alla diffusione della Psa e l’eradicazione degli animali selvatici fonte di tanti problemi all’agricoltura ed al territorio.
Insieme a queste idee e progetti che intendo sviluppare, come detto all’inizio, in massima sintonia con i colleghi presidenti delle strutture provinciali e con il competente gruppo di direttori, funzionari e tecnici mi piace ricordare anche ricordare il ruolo, ultimamente forse un po' appannato, di guida ed indirizzo verso gli associati, anche nei confronti delle istituzioni, insieme ad una maggiore capacità di lobby propositiva.
Antonio Boselli
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