Cerca

Emergenza PSA

Regione Lombardia: al via i distretti suinicoli, fuori i cinghiali

Soddisfazione di Berta, si inizia a vedere qualche segnale concreto

Regione Lombardia: al via i distretti suinicoli, fuori i cinghiali

Aree ad elevata densità suinicola (in arancione) con buffer di 15 Km

 Sul Bollettino Ufficiale di Regione Lombardia dell’8 maggio sono apparse le prime indicazioni relative alla costituzione dei distretti suinicoli, all’interno dei quali, e nelle zone circostanti in un’are di 15 chilometri non dovrà esserci la presenza di alcun cinghiale.  

E su questo atteso provvedimento non nasconde la sua soddisfazione Davide Berta, presidente della Sezione suini di Confagricoltura Lombardia, che aveva già preso contatti con l’assessore all’agricoltura lombardo, Alessandro Beduschi per valutarne gli aspetti organizzativi: “ Comincia a prendere corpo il progetto annunciato dal Commissario straordinario alla Psa, Vincenzo Caputo, nell’incontro avuto con gli allevatori ad Alessandria fa in cui aveva annunciato la costituzione dei Distretti suinicoli da parte di regioni ed amministrazioni provinciali contro la diffusione dei cinghiali con il fine di minimizzare il rischio di colpire gli allevamenti suinicoli professionali”.

I distretti suinicoli devono essere individuati dalle Regioni sulla base della densità di allevamento e di popolazione suinicola, ma anche sulla base di una valutazione economica e sociale o per ragioni di pregio genetico delle razze autoctone in relazione a contesti di valorizzazione del territorio.

Alla luce di queste indicazioni, in Lombardia, sono stati individuati tre distretti suinicoli: Lodi-Cremona, Mantova e Brescia-Bergamo, come meglio specificato in seguito.

I comuni devono intervenire in via prioritaria al fine di proteggere i territori a più elevata vocazione suinicola dal rischio di diffusione del virus PSA.

La difesa degli allevamenti suinicoli dal progredire della diffusione dei cinghiali viene affidata sul piano normativo alla d.g.r. n. XII/2186 del 15 aprile 2024 inerente all’approvazione del documento «Piano di gestione, controllo ed eradicazione della Peste Suina Africana (PSA) in regione Lombardia» integrato dal documento redatto dall’Isitituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna «Piano Straordinario di cattura, abbattimento e smaltimento dei cinghiali (Sus scrofa) e azioni strategiche per l’elaborazione dei piani di eradicazione nelle zone di restrizione da peste suina africana»

In quest’ultimo piano, che riportiamo per intero insieme al Bur di Regione Lombardia, vengono specificate le aree buffer di tutela dei distretti suinicoli, quelle dove vi è il rischio della diffusione dei cinghiali, e quelle di pianura in cui vi è il rischio di diffusione del virus negli allevamenti commerciali, che di fatto coincidono con i tre distretti suinicoli.

Il bollettino elenca tutti i comuni lombardi che attualmente sono inseriti nelle zone buffer dei distretti e quindi di restrizione.

Specifica il piano redatto dall’IZSLER che i dati sugli animali selvatici e sugli allevamenti positivi alla PSA sono stati estratti dal database nazionale SIMAN dal quale è possibile associare ad ogni positivo: le date di sospetto e conferma della presenza del virus, la geolocalizzazione del capo e il numero di conferimento associato alla positività.

I dati utilizzati sono stati aggiornati a marzo 2024. Per i suini sono stati utilizzati i dati BDN 2024

Per l’individuazione dei distretti suinicoli di maggior rilevanza in regione Lombardia è stata utilizzata la soglia1 di 300 suini per Km2 (dati BDN agg. febbraio 2024), con questa soglia vengono identificate le aree dense suinicole. Il comune è stato considerato l’unità territoriale di riferimento.

Questa soglia, in base ai risultati di progetti di ricerca dell’Unione Europea, da sola, sarebbe in grado di sostenere la trasmissione dei virus della Peste suina classica (PSC) e dell’Afta epizootica (AE) ed è stata utilizzata come criterio per definire ove applicare la vaccinazione di emergenza in caso di introduzione del virus della PSC e AE. Al momento non esiste un vaccino commerciale utilizzabile per la PSA ma si ritiene che lo stesso principio possa essere utilizzato come criterio oggettivo per individuare le aree ad elevata densità.

Criteri addizionali di rischio specifici per la PSA e l’attuale situazione epidemiologica, sono stati inclusi nell’analisi utilizzando la metodologia applicata in Lombardia per stabilire il rischio di trasmissione dell’infezione tra suino domestico e selvatico

Tale metodo era servito per individuare le unità territoriali di riferimento (comuni) a più elevato rischio di trasmissione nei suini, nei cinghiali e all’interfaccia tra suino domestico e selvatico.

I comuni evidenziati in arancione in Figura 1 sono quelli in cui la densità dei suini per Km2 è superiore a 300 capi. Come richiesto nella nota commissariale, attorno a questi comuni è stato definito un buffer di 15 Km (figura 1).

Applicando il criterio riferito alla densità in Lombardia sono stati definiti 3 distretti suinicoli: 1) province di Lodi e Cremona; 2) provincia di Mantova; 3) province di Bergamo e Brescia.

Stando a quanto riportato nella stessa nota, nell’area di questi comuni e nel buffer di 15 Km, andrebbero “rimossi tutti gli esemplari di cinghiali presenti”. In considerazione del fatto che il territorio individuato è molto ampio, la priorità di intervento è stata stabilita inserendo nell’analisi ulteriori fattori di rischio.

 Scarica QUI il  D.g.r. 30 aprile 2024 - n. XII/2284 e il relativo allegato sulla SORVEGLIANZA EPIDEMIOLOGICA

 

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Confagricoltura

Caratteri rimanenti: 400