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Tea- Tecniche di evoluzione assistita

NBT: Crotti e Beduschi plaudono all'apertura alle sperimentazioni di campo

Si apre una nuova era chiesta da tempo dagli agricoltori per maggiore competitività e rispetto ambientale

Alessandro Beduschi e Riccardo Crotti

Beduschi e Crotti commentano molto positivamente l'apertura alla sperimentazione in campo di colture Tea

Il Presidente di Confagricoltura Lombardia, Riccardo Crotti commenta molto positivamente la decisione della Unione europea di aprire alle nuove tecniche di selezione genomica. “E’ indubbiamente un primo ma importante passo, sostiene Crotti, verso un futuro più tecnologico in grado di migliorare ed accorciare i lunghi tempi della selezione genetica per via tradizionale. Questo potrebbe permettere un recupero della competitività dell’agricoltura europea nel panorama dei mercati internazionali. L’apertura, per il momento è solo parziale, ma va nella direzione giusta, quella che noi come Confagricoltura avevamo indicato da anni. Auspichiamo ora che, grazie a questo cambiamento di rotta, il meccanismo di autorizzazione per la piena messa in operatività delle nuove tecniche genomiche possa accelerare e fornire in tempi brevi agli agricoltori le varietà innovative in grado di migliorare le performance produttive, di qualità e di resilienza necessarie per contrastare le nuove sfide dei cambiamenti climatici e del miglior rispetto dell’ambiente”.

Nel frattempo, anche a livello nazionale si registrano delle aperture verso l’applicazione, almeno a livello sperimentale, delle Tea (Tecniche di evoluzione assistita). Il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica (MASE) ha autorizzato la richiesta della Università di Milano, in particolare della professoressa Vittoria Brambilla, di testare in pieno campo una varietà di riso, ottenuta mediante le TEA, capace di resistere a una malattia causata da un fungo.

Decisione che, anche se l’autorizzazione è limitata ad una piccolissima superficie, va nella direzione auspicata da Riccardo Crotti.

Molto significativo il commento di Alessandro Beduschi, assessore all’agricoltura di Regione Lombardia che ha evidenziato l’assurdità di dover lottare per sperimentare persino in spazi limitati. “Colpa di una volontà europea che non tiene conto della scienza e della logica che indicano le strade da percorrere con l’impiego di tecniche moderne per il miglioramento genetico in grado di offrire maggiore produttività e più resistenza a malattie e siccità senza ricorrere agli Ogm”.

Beduschi sottolinea il ruolo della Lombardia, prima regione in Italia ad avvalersi del parere tecnico positivo di Ispra sull’impiego delle NBT.

“E ‘un’ottima notizia perché premia la volontà della nostra regione di cogliere per prima l'opportunità di testare sul campo le potenzialità delle Tea da parte dell’Università di Milano di sperimentare la risposta di piante NBT sul riso contro il fungo responsabile del brusone, la malattia più grave che colpisce questa pianta fino a compromettere intere produzioni. Abbiamo deciso di partire dalla Lomellina, zona avvocata alla risicoltura, per sfruttare la finestra di sperimentazione concessa dalla fine di marzo a metà ottobre. Sarà l'occasione per provare finalmente in campo le potenzialità di queste tecnologie dopo i test di laboratorio che hanno dato risultati incoraggianti con l’inattivazione dei geni responsabili della suscettibilità al brusone”.

Dunque, la Lombardia ha fatto da apripista in un settore delicato: l’alimentazione umana, per la quale si parla sempre più di sicurezza alimentare e sostenibilità ambientale, dando un segnale di forte responsabilità essendo la prima regione italiana ad introdurre la sperimentazione in campo. “Ora, dice Beduschi, vorremmo fare di più estendendo la ricerca anche ad altre culture e se ci verrà concesso partiremo anche con la disponibilità di utilizzare anche i centri di eccellenza regionale”.

Per questo l’assessore regionale confida nella continuità di collaborazione con il ministro delle Politiche agricole, Francesco Lollobrigida e con le organizzazioni agricole. Anche per potere trasferire questi temi a livello di Unione europea dove il percorso delle Tea sembra ancora piuttosto accidentato e dove si chiede un’agricoltura più verde, con l’impiego di meno chimica ma senza offrire valide alternative per consentire la produzione di cibo sano e di qualità senza approcci ideologici.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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