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Assemblea Pavia

«Più rispetto verso i nostri imprenditori»

Grande partecipazione a Garlasco per l’assemblea dell’Unione Provinciale presieduta da Marta Sempio

Altre novità positive per il settore primario potrebbero arrivare in questi giorni, dopo che martedì 26 il Consiglio agricolo europeo in programma a Bruxelles ha preso in esame la proposta della Commissione sulla semplificazione dei vincoli ambientali della nuova Pac. Ma anche la scorsa settimana ha finalmente segnato importanti – seppure ovviamente non esaustivi – passi in avanti: come la proroga del Quadro temporaneo di crisi e transizione per gli aiuti di Stato a seguito dell’aggressione della Russia all’Ucraina, e l’annuncio che in Lombardia si terrà la prima sperimentazione italiana sulle Tea, dedicata al riso e contro il fungo responsabile del brusone. Due svolte di grande importanza presentate ‘in diretta’ venerdì po meriggio all’assemblea di Confagricoltura Pavia, incentrata sul tema ‘Imprese agricole ed Europa’. Sede dei lavori Le Rotonde di Garlasco, con una platea gremita da imprenditori anche delle province vicine, e un parterre di relatori di prim’ordine in presenza o in videocollegamento; per un evento che si inseriva anche nella serie dei Laboratori di avvicinamento al Food&- Science Festival di Mantova. Nella sua relazione, la presidente di Confagricoltura Pavia Marta Sempio ha sottolineato la grande importanza del comparto e delle stesse imprese associate nell’ambito dell’economia territoriale e non solo (come testimonia l’andamento dei due segmenti - cardine, vino e riso). «Un comparto che sta lavorando con grandi risultati; investendo in produttività, innovazione ed azioni a basso impatto ambientale; ma che si trova ad un punto di svolta, in considerazione del periodo estremamente difficile che sta affrontando». Con tre problemi su tutti. «Servono prospettive chiare per quanto riguarda le bioenergie, nelle quali i nostri imprenditori hanno investito molto e con particolare convinzione: gli incentivi per il biogas stanno calando e si punta sulla conversione a biometano. Manca però un quadro certo, anche sul piano economico; mentre solo sulle aziende della provincia di Pavia pesa la spada di Damocle dei contenziosi con l’Agenzia delle entrate: si parla di centinaia di migliaia di euro, e contiamo su una risposta da parte della politica. La Psa ci ha causato enormi danni, gli allevamenti sono fermi da sette mesi. Abbiamo ricevuto innumerevoli promesse, le prime liquidazioni degli abbattimenti sono arrivate; ma i danni indiretti successivi, cioè praticamente tutti, non sono contemplati affatto nel primo decreto, che è di una inutilità imbarazzante per la provincia di Pavia. Per non parlare della moratoria sui mutui che stiamo chiedendo a tutti gli attori da tempo, e della nostra denuncia della distorsione del mercato dovuta alle speculazioni. Infine, lamentiamo purtroppo il ritardo di Regione Lombardia nell’erogazione dei ristori alle aziende agricole danneggiate dalla siccità del 2022. Quanto alla Pac, prende le mosse da un ambientalismo ideologico che mal si concilia col rispetto dovuto al lavoro degli agricoltori. Ora si profila qualche aggiustamento, ma serve molto di più: un cambiamento radicale fondato su una visione complessiva e di lungo periodo». Poi è stata la volta dei due ‘talk’ che hanno portato la voce di protagonisti politici e amministrativi, di esperti e dei comparti di riso e vino. A partire da Dario Frisio, professore di economia agraria all’Università di Milano. Il docente ha ribadito l’importanza decisiva dell’innovazione, e l’inadeguatezza strutturale di una Pac costruita più su limiti e paletti che sui fattori incentivanti e di agevolazione dei quali avrebbero soprattutto bisogno le imprese. «E’ fondamentale ‘coltivare’ il capitale umano e le sue competenze, mentre un ruolo decisamente positivo può essere giocato dalla costituzione di reti d’impresa, dallo sviluppo dell’associazionismo e della cooperazione; dunque, da dimensioni operative di gran lunga superiori a quelle delle singole imprese». Riflettori puntati sulle crescenti difficoltà che incontrano i produttori da parte dell’imprenditrice vitivinicola Ottavia Giorgi Di Vistarino, presidente della Frp di Confagricoltura Lombardia, e di Natalia Bobba, a sua volta imprenditrice e presidente dell’Ente Nazionale Risi. «Il nostro impegno, anche economico, si concentra sulla volontà di creare un valore crescente per il prodotto», ha ricordato Giorgi Di Vistarino. «Regione Lombardia ci ha aiutato, mentre da Bruxelles sono arrivati ostacoli uno maggiore dell’altro: a partire dalla surreale campagna di denigrazione contro il vino, considerato come prodotto nocivo. Il nostro mestiere sta diventando sempre più difficile, a fronte di una burocrazia a dir poco sproporzionata e per le complessità di accesso ai grandi mercati. Eppure c’è chi si ostina a considerare l’azienda vitivinicola alla stregua di una fabbrica dell’Ottocento, anziché come un soggetto molto più ricco di potenzialità (ad esempio, un luogo di ricezione turistica)» «Come tutti gli imprenditori agricoli – ha aggiunto Bobba – chiediamo rispetto del nostro lavoro ed il giusto guadagno. Le politiche europee stanno invece minando alle basi le nostre possibilità produttive, tra l’altro a vantaggio delle importazioni dall’est asiatico, che non possono certo vantare analoghi standard di qualità, sicurezza e sostenibilità sociale». Quantomeno in ambito continentale, emerge dunque un plateale scollamento tra il mondo delle imprese e quello della politica. ‘Gap’ che gli europarlamentari Carlo Fidanza (Fratelli d’Italia) e Angelo Ciocca (Lega) hanno confermato, rivendicando il caparbio lavoro svolto dall’opposizione nei confronti della ‘maggioranza Ursula’, e i recenti successi ottenuti dal Governo Meloni nel riportare la voce degli imprenditori («è chiara, basta volerla ascoltare») al centro dei tavoli decisionali di Bruxelles. «Adesso qualcosa, seppure in modo parziale e tardivo, comincia a muoversi (come nel caso del rinvio della legge sulla rinaturazione). Ma è ora di lasciarsi definitivamente alle spalle un’impostazione ideologica che danneggia le imprese. Se il nostro vino è nocivo e la farina d’insetti un toccasana, appare evidente che ci troviamo di fronte ad una lettura della realtà completamente distorta»

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