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Rassegne Zootecniche Internazionali di Cremona
04.12.2023 - 16:41
In primo piano Biloni e Bignami, dietro Crotti e Soldi con Ancorotti
Ha chiuso i battenti la 78^ edizione delle Rassegne zootecniche internazionali di Cremona con un grande successo il pubblico, di espositori e di tecnici che hanno riempito gli stand, le stalle dove erano esposte le bovine oggetto della manifestazione, l’arena dove si sono svolte fisicamente le rassegne zootecniche e le sale ed i corner allestiti all’interno dei padiglioni in cui si sono svolti circa un centinaio di eventi scientifici tecnici e culturali proiettati sull’attualità dell’agro-zootecnia nazionale ed internazionale. Fuori discussione la quantità e la qualità dei capi presenti, oltre 600 provenienti da sette paesi: Cremona è Cremona e 78 edizioni non sono state raggiunte per sbaglio.
Non da meno è stata la partecipazione della rappresentanza politica di livello nazionale regionale e locale. All’inaugurazione erano presenti il ministro delle politiche agricole e della sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, la ministra del turismo Daniela Santanchè, e quella di Galeazzo Bignami, vice ministro dei Trasporti; non meno importante quella del direttore generale dell’Ice, Maurizio Forte, la cui collaborazione ha portato 300 operatori internazionali provenienti da 20 paesi, con cui sono state allacciate o proseguite relazioni tecnico commerciali. Non poteva mancare l’Assessore regionale all’Agricoltura Alessandro Beduschi, accompagnato dal suo collega all’economia, Guido Guidesi.
Significative le parole di apprezzamento ed incoraggiamento rivolte agli allevatori da parte del ministro Lollobrigida: “Attraverso il vostro impegno quotidiano si raccontano la storia e le tradizioni di un grande paese il cui territorio è ricco di eccellenze agro alimentari. Il dovere del Governo è di lavorare per difenderlo e promuoverlo”.
“Insomma, la “Fiera di Cremona” ha dimostrato ancora una volta, e nonostante i problemi contingenti e le difficoltà quotidiane che gli allevatori devono affrontare, che la zootecnia italiana è viva e vegeta e intende proseguire nel suo cammino sulla strada della efficienza e della internazionalizzazione”. Come ha ricordato il presidente di Confagricoltura Lombardia, Riccardo Crotti.
Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, presente in Fiera, accanto alle istituzioni, ma anche agli allevatori ha sottolineato come: ”I 2,7 miliardi complessivi per i contratti di filiera, di cui due aggiunti a valere delle risorse del Pnrr, sono una notizia davvero importante per il nostro mondo. Adesso tocca a noi agricoltori metterli a terra e farli fruttare. Confagricoltura ha le idee chiare sul futuro del settore primario. Il 12 dicembre terremo la nostra assemblea. Sarà l'occasione per illustrare al Governo le nostre proposte anche in campo energetico, ambito nel quale gli allevatori e gli agricoltori sono chiamati a svolgere un ruolo centrale”.
Cesare Soldi, presidente della Libera Associazione Agricoltori Cremonesi, che insieme a Confagricoltura Lombardia e ad Anga Cremona, ha organizzato alcuni tra i convegni più partecipati della Fiera, in un suo intervento ha incentrato l’attenzione su due temi fondamentali: economico con l’evidenza dello sviluppo dei contratti di filiera e sanitario sul quale l’emergenza della peste suina africana ha evidenziato la necessità di interventi strutturali.
Su quest’ultimo aspetto si è incentrato il convegno di Libera e Confagricoltura Lombardia con la regia di Davide Berta, presidente della Sezione suini di Confagricoltura Lombardia e vice di quella nazionale, che ha affrontato il tema della “convivenza” con la Psa. Da segnalare l’intervento della presidente di Confagricoltura Pavia, Marta Sempio, che ha raccontato, con l’ansia di chi le ha vissute in prima persona, le giornate in condivisione con la Psa in provincia di Pavia. Convegno che si è chiuso con la richiesta di: “soluzioni rapide contro la Psa, perché ci stiamo giocando tutto”, come ha sollecitato lo stesso presidente Giansanti.
Fris.Ital.I. la nuova Associazione di razza, o ente selezionatore, come chiamato oggi dalle nuove norme, presieduta da Elisabetta Quaini, è stata al centro dell’attenzione dei lavori della Fiera sul tema della genetica, selezione, e miglioramento genetico. Vi hanno preso parte alcuni tra i migliori genetisti italiani e sviluppatori dei programmi genetici del nostro paese: Enrico Santus, direttore della razza bruna e presidente di Synergy, struttura al servizio della genetica, Alessandro Bagnato, dell’Università di Milano e di Giovanni Bittante dell’Università di Padova. Delineato il panorama di collaborazione e sinergie, “di cui non bisogna avere paura a livello internazionale”, come poi confermato dall’intervento di Juan Moreno, Ceo della STGenetics, piccola società Usa che però raggiunge il 10% della quota di mercato del seme in Italia. Elisabetta Quaini ha ricordato le difficoltà incontrate a “rompere il monopolio di Anafibj e la grande volontà ad essere competitivi per un rilancio della nostra genetica, rimasta indietro per troppo tempo”.
Da segnalare per argomenti e qualità dei relatori l’iniziativa di Anga Cremona, presieduta da Paolo Faverzani, sulla sostenibilità economica ed ambientale per un impatto zero negli allevamenti, che è stato introdotto dal presidente della Libera, Cesare Soldi: ”Questo convegno coglie le dinamiche attuali in particolare il calo del reddito , e le traduce in termini positivi, mettendo a fuoco le soluzioni di maggior efficienza. I prezzi sono calati mentre i costi pur stagnanti permangono a livelli elevati. Il risultato è un calo della redditività delle aziende. Da notare il rapporto tra giovani e ricerca scientifica, vi è un legame diretto tra Anga, giovani imprenditori e università: entrambi portano innovazione nelle aziende”.
Ancora sul tema dell’impatto zero della produzione di latte e della zootecnia si è incentrato l’incontro della “Sezione Latte della Libera” a cui hanno preso parte Marcella Guarino dell’Università di Milano, Donatello Sandroni, divulgatore scientifico e Giuseppe Pulina dell’Università di Sassari, in streaming. La sintesi degli interventi è che si sono fatti passi avanti notevoli, con dati documentati, nella cura dell’ambiente e nella diminuzione dell’uso di fitofarmaci, concimi ed antibiotici negli ultimi 20-30 anni. E che non bisogna ascoltare tesi prive di fondamento o tendenziose. La realtà dimostrata dai dati è che l’agricoltura nel suo complesso contribuisce al sequestro del carbonio più di quanto ne emetta. Ed è l’unica attività economica con questa prerogativa.
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