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Produzioni tipiche e di qualità

All'Italia il primato delle produzioni di qualità

Al Daily Summit 2023 di Parma l'analisi del nuovo regolamento Ue su prodotti Dop e Igp

Dairy Summit 2023 a Parma

Il tavolo dei partecipanti alla tavola rotonda sul nuovo regolamento dei prodotti IG

 

L’Italia è il primo paese al mondo per produzioni alimentari a Indicazione Geografica, ben 882, vale a dire il 25% dell’intero patrimonio dell’Unione europea, che conta 3.536 prodotti alimentari IG. Ci seguono Francia, Spagna, Grecia, Portogallo e Germania. Dunque, Italia culla delle produzioni alimentari tipiche e di qualità riconosciute in particolare dei formaggi Dop e Igp: ne produciamo all’anno 589 milioni di tonnellate per un valore commerciale di 677 milioni di euro. Di cui una buona parte esportati, mentre fino a non molti anni fa eravamo più importatori che esportatori: un grande business da tutelare valorizzare per il nostro paese.

E’ questa la fotografia emersa venerdì scorso al Dairy Summit che si è tenuto a Parma incentrato sulla presentazione del nuovo regolamento sui prodotti IG approvato dalla Commissione Ue circa un mese fa.  

L’illustrazione tecnica delle nuove misure introdotte dal regolamento, che deve ultimare il suo iter burocratico a livello europeo, inclusa la traduzione affidata a giuristi linguistici, in 26 lingue (ora si sta ultimando il testo in inglese) è stata affidata Ersilia di Tullio di Nomisma che ha spiegato come “Si sia andati verso un testo unico per tutti i prodotti IG per una maggiore armonizzazione delle regole rispetto alla situazione attuale che vede tre grandi aree: il food, il vino e le bevande spiritose”. Uno degli aspetti principali riguarda la protezione delle produzioni IG; elemento di grande rilevanza che viene rafforzato. Così come il riconoscimento del ruolo dei consumatori e dei consorzi, la protezione delle IG utilizzate come ingrediente in prodotti trasformati nonché la protezione da menzioni identiche o evocative.

Ma è stato poi Paolo De Castro, da sempre difensore delle IG e relatore del testo in Commissione e per questo definito “papà della riforma”, ad illustrarne i contenuti politici ed i benefici per il nostro sistema paese. Ha detto De Castro: “Ormai la riforma è compiuta, intoccabile per come è stata approvata, ora ci vogliono solo tempi tecnici per arrivare alla sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Ue.  E questa è una buona notizia, tra le tante negative, che ci arrivano da Bruxelles. Dopo due anni di duro lavoro il 24 ottobre scorso si è trovato un accordo non semplice perché molti dei paesi membri non hanno alcun interesse verso questo tipo di problema semplicemente perché non hanno produzioni di questo genere. Il nuovo regolamento andrà a potenziare un sistema che funziona già e che ci rafforzerà nei negoziati commerciali internazionali. L’unico neo della riforma riguarda il mancato obbligo della indicazione della provenienza della materia prima nei prodotti lavorati come avremmo voluto ma è stata approvata solo la volontarietà”.

In seguito, il portoghese, Joao Onofre, responsabile IG Commissione Europea DG Agri ha elogiato il lavoro di squadra fatto con De Castro: “Per proteggere meglio i prodotti IG, mentre forse il Consiglio avrebbe potuto o voluto lasciare tutto come stava. E’ un nuovo regolamento di grande importanza che oggi riguarda solo 5-6 Stati membri ma che poi inevitabilmente aumenteranno anche perché nella Pac le risorse sono sempre meno e in futuro i prodotti di qualità saranno più agevolati. Ma si pensi anche in termini di sostenibilità che avrà un ruolo sempre maggiore. Per questo il testo unico sulla qualità delle IG è la strada del futuro”.

Roberta Cafiero, dirigente del dipartimento politiche competitive, qualità agroalimentare del Masaf: “Il nuovo regolamento intende valorizzare in Europa il ruolo delle strutture organizzate dei produttori. Esso dovrebbe dare un impulso alla costituzione di nuovi consorzi, che oggi sono solo 300, pochi rispetto al numero delle IG. Ad esempio, nel settore lattiero caseario ce ne sono 12 senza uno specifico consorzio di tutela. Su questa linea il ministero ha stanziato 25 milioni di euro per aprire nuovi mercati esteri ai consorzi di tutela, in particolare per quelli nuovi per favorire il loro ruolo e la loro affermazione”.

Sono seguite alla presentazione dei contenuti diverse tavole rotonde. Giovanni Guarneri, in qualità di coordinatore del settore Lattiero caseario di Alleanza delle Cooperative: “Come cooperazione riteniamo che si tratti di un passo molto importante per diversi motivi. Consente di ampliare gli aspetti legati ai piani produttivi e allo stesso tempo di raccogliere maggiori risorse per espandere l’attività legata all’export e la conquista di nuovi mercati. Le Dop hanno la forza per generare incrementi nel valore della filiera e si potranno rafforzare anche a livello delle singole denominazioni. In relazione ai mercati esteri occorre segnalare il loro posizionamento rispetto ai prezzi: i nostri formaggi sono venduti mediamente tra i 10 ed i 12 euro al kg mentre i formaggi concorrenti sono circa alla metà di questo prezzo e questo rende ancora più significativa la loro affermazione.    La filiera all’interno delle dop è fondamentale ed i passi avanti che stiamo facendo in termini di sostenibilità è importantissimo. Infine, occorre dotarsi di strumenti di certificazione sul valore all’interno della filiera così come la tutela dei prodotti sui nuovi canali di comunicazione come l’on line”.

 

 

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