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Emergenza PSA
13.10.2023 - 17:37
Il rischio e la preoccupazione degli allevatori aumentano, così come i costi sostenuti per proteggersi ed indennizzare gli allevatori. Sono ormai 40mila i suini che sono stati abbattuti per misure sanitarie e precauzionali.
Davide Berta, presidente della Sezione suinicola di Confagricoltura Lombardia e vice di quella nazionale, al di là della preoccupazione legata alla diffusione in Lombardia, dal punto di vista economico, segnala che: “Gli indennizzi agli allevatori che hanno subito gli abbattimenti forzosi sono a carico della Sanità e copriranno al 100% il valore commerciale dei suini abbattuti con tempi di erogazione che dovrebbero essere abbastanza brevi, una volta completato il relativo censimento. Ma poi questi stessi allevamenti che sono costretti ad un fermo sanitario di durata variabile in funzione del fatto che si trovino in zona rossa oppure nella fascia di rispetto dovrebbero avere un indennizzo per il fermo produttivo, e questo sarà erogato invece dal Ministero dell’agricoltura con tempi ed entità che dovranno essere definiti in funzione delle disponibilità ministeriali. Come sindacato seguiamo e sollecitiamo le Istituzioni anche su questo”.
Proprio legato a questo tipo di indennizzo, per danni indiretti, ma relativo ai focolai accertati tra il 1 luglio 2022 ed il 31 luglio 2023, in Liguria e Piemonte, il Ministero delle politiche agricole ha stanziato circa 20 milioni di euro per le aziende della filiera suinicola italiana. ll 60 % del budget è destinato agli allevamenti e la rimanente parte ai macelli e alle imprese di trasformazione. Ma tutte devono essere ubicate nelle regioni e comuni interessati dai provvedimenti sanitari necessari per la prevenzione, eradicazione e contenimento della malattia e dal blocco dei prodotti trasformati.
Per gli allevamenti suinicoli, gli indennizzi sono destinati alle unità produttive con scrofe da riproduzione a ciclo aperto e chiuso, allevamenti da ingrasso, comprensivi di quelli che fanno svezzamento e magronaggio, sempre a condizione che siano ubicati in uno dei comuni assoggettati a restrizioni sanitarie. I risarcimenti per gli allevatori coprono fino al 100 % del danno subito inclusi il prolungamento del vuoto sanitario, i maggiori costi di produzione per effetto del blocco della movimentazione, la riduzione della macellazione.
Gli allevatori colpiti dovranno presentare in via informatica un’apposita domanda al proprio organismo pagatore utilizzando le modalità che saranno definite con decreti e specifiche circolari.
Nel frattempo, il Ministero della Sanità continua a fornire indicazioni su come procedere sull’applicazione delle deroghe, con l’intento di rendere omogeneo il comportamento delle Autorità Competenti Locali. In particolare, sulla movimentazione degli animali, prodotti e sottoprodotti di origine animale e poter meglio indicare le procedure di designazione degli stabilimenti, bollatura, certificazione e destino dei prodotti in merito alle zone in restrizione per la Peste Suina Africana secondo quanto previsto dalle norme comunitarie.
Analogamente il Ministero della Salute pone l’attenzione sulla corretta registrazione dei suini morti e sul rispetto delle tempistiche, pena l’applicazione di relative sanzioni e decurtazioni di eventuali indennizzi. Il Ministero dando l’aggiornamento epidemiologico in merito al nono caso riscontrato in provincia di Pavia, ricorda che la registrazione degli animali morti deve essere effettuata entra una settimana dall’evento, ma dispone la restrizione a 48 ore per gli allevamenti ricadenti nelle zone in restrizione presenti sul territorio nazionale.
Nella apposita sezione del nostro sito dedicata alla raccolta di normative ed indicazioni comportamentali da seguire si può prendere visione di tutto quanto viene indicato dalle Autorità competenti.
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