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Emergenza PSA
31.08.2023 - 21:47
Rudy Milani, presidente della sezione suini di Confagricoltura ha partecipato all'incontro sulla PSA con il Governo
Quello che si temeva, viste le vicende dell’ultima settimana in tema di PSA, è puntualmente avvenuto: a Pavia è stato scoperto il quarto caso di PSA in un allevamento di suini.
Ma sul tema occorre anche dire che qualcosa, ad alto livello, sembra muoversi: in data odierna si è tenuto a Roma un vertice di governo straordinario sulla questione e dal livello dei presenti e dalle prime informazioni sembra che i ministeri competenti abbiano preso coscienza della gravità e della portata del problema.
Presenti il ministro della difesa Guido Crosetto, il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida, i sottosegretari La Pietra e Gemmato, il coordinatore degli assessori regionali all’agricoltura Federico Caner con Alessandro Beduschi, assessore lombardo all’agricoltura, il commissario straordinario alla PSA Vincenzo Caputo. Per Confagricoltura, il presidente Massimiliano Giansanti, ed il presidente della Sezione suini nazionale, Rudy Milani, da cui attingiamo, testualmente, le informazioni che seguono.
Un primo provvedimento preso in mattinata ha riguardato da parte delle regioni all’unanimità, un piano di abbattimento straordinario che mira ad eliminare i cinghiali, in via prioritaria dalle zone vocate alla suinicoltura, e dai centri urbani. Ancora: qualora vi sia segnalazione di cinghiali vicino ad un allevamento, ci saranno persone formate ed incaricate all’abbattimento.
Particolare attenzione verrà data alle zone già colpite; verrà aumentato il numero di addetti all’abbattimento in modo veramente consistente, che verranno ristorati per il loro servizio nel modo che i ministeri competenti, unitamente alla struttura commissariale, stanno stabilendo.
Viene istituita una cabina di regia che si riunirà con cadenza quindicinale per la verifica dell’attuazione del piano straordinario di de-popolamento del cinghiale.
Le richieste di Confagricoltura sono state:
- la necessità di proseguire senza, se e senza ma, gli abbattimenti del cinghiale selvatico;
- sul problema delle misure di biosicurezza, così come valgono per gli allevatori, devono essere adottate anche dai macelli (con richiamo alla verifica e disinfezione dei mezzi al macello); -
- la necessità di attivare forme di “difesa” dei confini territoriali nazionali con particolare attenzione al fronte est (Friuli-Slovenia), non ci si può permettere un nuovo focolaio anche da questo versante;
- la necessità di individuare, obbligatoriamente, un macello che intervenga all’abbattimento di quei capi, limitrofi agli eventuali focolai (sperando che non si ripropongano), per evitare di dover segnalare infezioni all’interno del domestico;
- l’adozione di misure di punizione esemplari per chi si macchia di reati e mancanze come quelli cui si è assistito nelle ultime settimane.
La presenza all’incontro anche dei presidenti delle altre organizzazioni sindacali agricole e di settore ha rimarcato la gravità della situazione, l’inerzia nell’adozione di misure efficaci e la carenza di fondi per affrontare il problema nella sua complessità.
In sostanza la filiera si è presentata compatta verso un obiettivo comune, ed un governo altrettanto compatto nella stessa direzione. Ora ci si aspetta, a breve, l’adozione di provvedimenti operativi.
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