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Cereali
02.08.2023 - 18:13
Dall’Inizio del conflitto russo – ucraino il mercato internazionale dei cereali è stato gravemente condizionato con ripercussioni sul fronte dell’approvvigionamento e dei prezzi.
Lo scorso anno la decisione di attivare l’apertura dei cosiddetti corridoi umanitari attraverso il Mar Nero (Black Sea Grain Initiative) aveva consentito un certo riequilibrio dei mercati, anche se con prezzi ad un livello piuttosto alto.
Attraverso quel corridoio oltre 1.080 navi cariche di cereali e altri prodotti alimentari ucraini hanno lasciato i principali porti ucraini, Chornomorsk, Odessa e Yuzhny/Pivdennyi.
“Grazie a quell’iniziativa, dice Cesare Soldi, presidente di Ami e della Libera di Cremona, fino allo scorso mese di maggio oltre 30 milioni di tonnellate di cereali e altri prodotti alimentari sono stati esportati. Più del 50% del carico era costituito da granturco, il cereale più colpito dai blocchi nei granai ucraini all'inizio della guerra. Doveva essere spostato rapidamente per fare spazio al grano proveniente dalla raccolta estiva. Ora con la decisione della Russia di non prorogare quell’accordo tutto viene rimesso in discussione”.
E’ probabile che una delle ragioni per le quali la Federazione Russa non ha voluto rinnovare l’accordo sui corridoi umanitari, oltre a colpire sul piano economico l’Ucraina, potrebbe essere quella di privilegiare l’export della propria produzione di cereali.
“E’ evidente, riprende Soldi, che di fronte a questa situazione occorre tenere presenti due elementi: uno di carattere umanitario che prevede la fornitura di cereali ai paesi poveri, in particolare dell’area africana, e dei paesi in via di sviluppo; Il 64% del grano esportato attraverso l'iniziativa sui cereali del Mar Nero ha raggiunto i paesi in via di sviluppo. Mentre il mais è stato esportato quasi in egual misura verso paesi sviluppati e in via di sviluppo. Il secondo elemento riguarda gli aspetti economici, la formazione dei mercati di livello internazionale dei cereali ma anche più in generale delle derrate agricole”.
Infatti, non bisogna dimenticare che nella campagna 2022-23 dalla Russia sono uscite 45 milioni di tonnellate di grano.
L’Unione europea è uno dei principali produttori ed esportatori mondiali di grano. Nel corso del 2022, l'UE ha esportato circa 32 milioni di tonnellate di grano. Tra i paesi di destinazione figurano l'Algeria, il Marocco, l'Egitto, il Pakistan e la Nigeria.
Una delle conseguenze della chiusura dei corridoi umanitari attraverso il Mar Nero è stata l’attivazione di percorsi alternativi, in particolare via terra, attraverso i paesi dell’Europa dell’est confinanti con l’Ucraina. Quindi con il rischio potenziale di un forte aumento dell’import di cereali nella Ue attraverso questa via. Per limitare l’impatto economico dei crescenti flussi in arrivo, la Commissione Ue ha autorizzato in via eccezionale cinque Stati membri (Polonia, Ungheria, Bulgaria, Romania e Slovacchia) a sospendere le importazioni dall’Ucraina fino al 15 settembre, autorizzando solo il transito verso altre destinazioni finali nella UE o fuori dall’Unione. I cinque Stati membri interessati hanno chiesto di prorogare la misura fino a dicembre per le persistenti difficoltà sui mercati interni e per le difficoltà aggiuntive poste dal mancato accordo sul Mar Nero.
“In effetti, commenta Soldi, uno degli effetti indesiderati che si è venuto a creare, dalle nuove vie di uscita del grano ucraino, è che si è registrato un aumento sensibile delle importazioni dall’Ucraina verso Stati membri, Italia compresa, con il risultato di far salire le pressioni al ribasso delle quotazioni, in particolare dei cereali. Poi, per la questione dei corridoi umanitari via Mar Nero, è auspicabile una risposta comune della Unione europea per evitare la destabilizzazione dei mercati, agevolando le vendite all’estero dell’Ucraina attraverso i corridoi di solidarietà che hanno dato una valida alternativa alle esportazioni via mare”.
Si tratterebbe, in questo modo, di evitare il rischio di manovre speculative, sempre possibili in queste situazioni, che andrebbero a discapito della intera collettività.
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