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Carbon Farming

 Confagricoltura è pronta ad accettare la sfida

Presenti a Roma i risultati del progetto C-FARMs

 Confagricoltura è pronta ad accettare la sfida

Gherardi e relatori

Stoccare carbonio nei suoli per sottrarre anidride carbonica dall’atmosfera e combattere il riscaldamento globale e cambiamento climatico.

Una sfida che Confagricoltura è pronta a sostenere: “Bruxelles e il governo nazionale dovrebbero incentivare e premiare le aziende agricole che adottano pratiche virtuose di carbon farming”. Lo ha detto il 18 luglio scorso Nicola Gherardi, componente della Giunta di Confagricoltura, in occasione del convegno “CARBON FARMING CERTIFICATION SYSTEM (C-FARMs)”, evento di chiusura del progetto Life C-FARMs, coordinato da FederlegnoArredo e di cui Confagricoltura è partner insieme a CREA, CMCC, PEFC, Rete Clima, Terra System ed UNITUS.

Confagricoltura, infatti, è da lungo tempo impegnata nella promozione di pratiche di agricoltura conservativa e per l’istituzione di un registro dei crediti di carbonio. “Siamo nella fase di applicazione della Farm to Fork – ha proseguito Gherardi – momento in cui l’attenzione verso la sostenibilità è ancora maggiore. Premesso che le aziende agricole su questo versante sono tra le più virtuose, diventa ancor più fondamentale per loro incrementare la sostanza organica nel suolo, anche ai fini di una migliore capacità produttiva dei terreni e una maggiore neutralità climatica”.

Il progetto C-FARMs ha quindi avuto come obiettivi la definizione di uno schema di certificazione degli assorbimenti di carbonio agricolo, costruito sulla base della proposta di regolamento della Commissione europea, e la costruzione del GIS FARM, un simulatore capace di raccogliere informazioni su suolo e andamento del carbonio.

Presenti all’incontro, che si è tenuto oggi a Palazzo della Valle, oltre ai partner del progetto, Giulio Volpi della DG Clima della Commissione europea che ha illustrato gli obiettivi della Commissione riguardo alle tecniche di sequestro di carbonio; Alessandra Pesce, che ha raccontato il lavoro del CREA per l’istituzione del registro del carbonio agricolo e forestale; Stefano Brenna, dell’ERSAF, che ha sottolineato l’importanza del ruolo delle istituzioni pubbliche nella certificazione del carbonio; Filippo Trifiletti, di Accredia, che ha evidenziato la necessità di un sistema di certificazione basato su regole rigorose.

“Il progetto LIFE C-FARMs ha anche consentito di mappare in dettaglio le aree pioppicole del territorio lombardo, mettendo in evidenza il valore della filiera nello stoccaggio del carbonio”. Lo ha dichiarato Nicoletta Azzi, di Assopannelli (Federlegno), a proposito della sperimentazione fatta nell’ambito del progetto, proprio nel comparto della pioppicoltura nella regione Lombardia. Dallo studio che il CREA ha condotto in stretta collaborazione con Confagricoltura, con focus particolare sulle aziende lombarde, “i coloni di pippo MSA si dimostrano particolarmente sostenibili, sia dal punto di vista dello stock di carbonio, che da punto di vista economico” ha proseguito Sonia Marongiu, ricercatrice. Tuttavia dallo studio emergono anche alcuni punti ancora da chiarire per dare possibilità concrete di sviluppo e diffusione ai crediti di carbonio in agricoltura: “al momento – ha concluso Marongiu – il mercato dei crediti di carbonio su base volontaria non esiste ancora e, nel caso si attivasse, il valore dei crediti attuale non sarebbe in grado di compensare le spese di certificazione dei quantitativi di carbonio stoccato nel suolo e delle pratiche di agricoltura conservativa necessarie per il raggiungimento dell’obiettivo”.

“Servono quindi – ha concluso Gherardi – risorse dedicate per tali tecniche agricole, anche da parte delle Regioni, e azioni concrete affinché si possa proseguire lungo il percorso che Confagricoltura, con molte sue imprese, ha intrapreso da tempo”.

 

 

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