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ANALISI POST ASSEMBLEA NAZIONALE

Crotti: l' agricoltore tutore del territorio

Coinvolgere le Regioni e gli Assessori all’agricoltura per l’agricoltore tutore del territorio

Crotti: l' agricoltore tutore del territorio

L' agricoltore tutore del territorio

“I tempi che stiamo vivendo ci indicano chiaramente la via da seguire per il prossimo futuro dell’agricoltura italiana ma anche europea. I principali segnali di carattere sociale, ambientale ed economico richiedono un forte ed urgente cambiamento di direzione nelle politiche di sostegno e sviluppo del comparto primario e quindi ai suoi addetti, in primis le imprese agricole. E in questo quadro le Regioni e gli assessorati agricoli devono avere un ruolo di primo piano”.

 

E’ con queste parole che Riccardo Crotti, presidente di Confagricoltura Lombardia sottolinea la proposta scaturita nei giorni scorsi dall’assemblea nazionale e presentata ai numerosi ed autorevoli esponenti del governo in carica: ben sei ministri oltre a sottosegretari e funzionari.

 

“Qualche esempio? Prosegue Crotti: Le crisi che stiamo tuttora vivendo non devono essere sprecate. L’intero comparto agroindustriale deve essere coinvolto. Il sistema delle imprese agricole ha reagito, puntando sugli investimenti, sulle innovazioni tecnologiche, vantando in questo settore anche alcuni primati, per far salire la propria produttività, ma non solo. Gli obiettivi devono essere comuni e condivisi con la politica e la società per contrastare e vincere le sfide epocali che abbiamo di fronte come i cambiamenti climatici, la lotta alla siccità e alle esondazioni, ma anche l’impiego diffuso delle Tecniche di evoluzione assistita, la lotta alla fauna selvatica e soprattutto quella della maggiore disponibilità di cibo di qualità e a prezzi contenuti. Con il giusto ricavo e reddito per gli imprenditori agricoli che in questo modo sono anche in grado di garantire occupazione e salari”.

 

Non solo questo, ma se si vuole guardare anche oltre, vi è una corretta gestione del territorio con il presidio dell’attività antropica su tutto.

 

“Gli strumenti ci sono, ribadisce Crotti, è sufficiente utilizzarli e farli funzionare con una visione d’insieme e strategica. Quello più tradizionale per gli agricoltori è dato dalla Pac con risorse economiche importanti, ma ultimamente non sempre mirate correttamente, e le sue ricadute a livello territoriale con i Piani di sviluppo rurale. Ma ve ne sono anche di nuove come quelle del Pnrr, tra le cui indicazioni di indirizzo vi sono proprio anche alcuni indirizzi che calzano molto bene per il mondo agricolo: la transazione ecologica, l’economia circolare, la lotta ai cambiamenti climatici”.

 

In una parola il “Green deal” europeo ma che deve essere declinato in modo molto diverso rispetto a quanto visto finora.

 

“Per questo la proposta di un piano strategico dell’agricoltura deve essere condiviso con le realtà territoriali, conclude Crotti, in particolare con il coinvolgimento delle strutture territoriali delle organizzazioni agricole in grado di dialogare con le Regioni e gli assessori all’agricoltura, dell’ambiente e del territorio. Dialogo in cui devono prevalere i primi rispetto agli altri, se si vuole che l’agricoltore possa veramente svolgere il ruolo di “conservatore del territorio” che il governo gli ha finalmente riconosciuto”.

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