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Cereali
28.06.2023 - 11:23
Le prime valutazioni sulla campagna in corso
Si è riunita la Federazione Regionale Cerealicola di Confagricoltura in cui è stata fatta una prima valutazione dell’andamento della campagna in corso. Fausto Nodari, presidente della sezione proteoleaginose e membro della commissione prezzi in Granaria presentando la situazione dei cereali a paglia non ha nascosto la sua generale preoccupazione per una situazione in divenire che dipende dall’evoluzione di almeno due fattori principali: la siccità negli Usa e la guerra in Ucraina.
“Venendo alla situazione nazionale dei cereali a paglia, ha detto Nodari, è ancora un po' presto per fare delle valutazioni definitive essendo la fase di raccolto ancora in corso. In generale l’impressione è che sia una annata con scarsi livelli produttivi e con qualità piuttosto bassa dovuta all’alta piovosità nel mese di maggio. In particolare per gli orzi che presentano in generale un peso specifico compreso tra 55 e 60. La diretta conseguenza è relativa alle ultime quotazioni, tra leggeri e pesanti, che sono state fatte volutamente libere di “fluttuare” tra un range di 17 e 19 euro/quintale per spesi specifici compresi tra 55/60 e oltre i 65. Le rese unitarie non sono ancora stare definite nei dettagli ma sembra che nelle zone più vicine al nostro bacino non si vada oltre i 50 quintali ettaro. Un po' meglio sembra essere la situazione dei grani perché essendo un po' più tardivi sono ancora in una fase di maturazione e di riempimento dei chicchi. Ma per entrambi aspettiamo i dati definitivi di produzione per essere più precisi”.
Di certo la situazione è delicata perché stando alle prime stime, sia pure informali, sembra che a livello mondiale mancheranno qualcosa come tre milioni di tonnellate di orzo. In una situazione come questa, secondo Nodari, si innescano fenomeni speculativi per cui è consigliabile per chi ha il prodotto in casa di attendere per la cessione di una stabilizzazione dei mercati.
Allargando la visione alla situazione di mais e soia Nodari ritiene che la situazione degli approvvigionamenti futuri dipenda molto dal persistere della siccità nel Midwest Usa che è in forte stress da carenza idrica da almeno un paio di mesi e dalle recenti dichiarazioni del presidente russo Putin sulla evoluzione del conflitto russo ucraino che potrebbe portare ad una limitazione dell’uso dei corridoi umanitari per l’export di cereali dall’Ucraina. “E’ vero che vi è la possibilità di fare viaggiare le merci via terrà, precisa Nodari, ma la potenzialità del trasporto via nave è di oltre dieci volte superiore in termini di tonnellaggio e quindi molto meno costoso. Inoltre occorre valutare la possibilità di assorbimento da parte dei paesi limitrofi come Romania, Bulgaria, Repubblica Ceca e Polonia. Di quest’ultima in particolare il cui governo sta sovvenzionando molto i propri agricoltori. Di fatto la situazione potrebbe essere peggiore di un paio di anni fa, tempi prima di covid e poi di guerra, perché gli stock di cereali sono andati diminuendo. Per cui anche qui la situazione è in divenire e i mercati potrebbero riservare delle sorprese”.
In seguito Cesare Soldi, presidente della Sezione cereali da foraggio, dei maiscoltori italiani e della “Libera” di Cremona ha relazionato sulle iniziative in essere ed i loro sviluppi futuri per sostenere la maiscoltura e la cerealicoltura nazionale. Iniziative in corso già da tempo con il coinvolgimento pressoché totale della intera filiera maidicola.
“Lo scorso 8 di giugno si è svolto a Roma, sintetizza Soldi, un primo incontro tra le 10 organizzazioni professionali che nel 2020 avevano siglato l'Accordo Quadro Mais triennale valido per il 2020, 2021 e 2022 proprio per rinnovare lo stesso contratto per il prossimo triennio entro la fine di settembre. E’ stato deciso il suo rinnovo e di proseguire l'accordo nominando un tavolo tecnico per aggiornarlo e contemporaneamente sollecitare il livello ministeriale per l'aumento dei fondi da fornire come dotazione finanziaria al Decreto Competitività di Filiera togliendo i vincoli ai pagamenti esistenti (limite di 50 ha e pagamento de minimis)”
“Altro aspetto che stiamo seguendo da vicino, riprende Soldi, l'evoluzione della legge Granaio Italia che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2025. Così come l’altro tema fondamentale costituito dai crediti di carbonio con l'opportunità di fornire un reddito aggiuntivo agli agricoltori attraverso la loro cessione sul mercato volontario dei crediti di carbonio. Al riguardo è interessante e positiva l’istituzione presso il Crea di un registro pubblico dei crediti di carbonio generati su base volontaria dal settore agroforestale”.
Ma vi sono altri temi che meritano il massimo dell’attenzione sia a livello nazionale che europeo. “Primo tra tutti, afferma Soldi, lo sviluppo delle TEA (Tecniche di Evoluzione Assistita) la cui possibilità di sperimentazione in campo è stata introdotta in Italia attraverso il recente decreto-legge siccità. Auspichiamo una rapida revisione del framework legislativo sugli OGM per adattarlo alle New Breeding Techniques per il quale è in atto una revisione a livello europeo. La proposta verrà presentata il prossimo 5 luglio al Parlamento europeo. L'Unione europea deve accelerare i tempi delle proprie decisioni per essere poi adottate a livello nazionale considerati anche i tempi tecnici necessari per l'introduzione di nuovi ibridi che nel caso delle TEA si attestano sui 6-7 anni”.
Per chiudere, le previsioni produttive dei principali cereali nella Ue, secondo il bollettino dell’Unione.
Per il mais la produzione unitaria media dovrebbe essere di 7,61 t/ha con un incremento rispetto alla media dei cinque anni precedenti del 2% ed un incremento produttivo totale del 29% rispetto al 2022, in Italia la produzione media dovrebbe arrivare a 10,2 t/ha con un incremento del 2% rispetto alla media dei cinque anni precedenti e del 23% rispetto al 2022.
Grano tenero. Previsione produttiva media Ue di 5,92 t/ha, più 2% rispetto alla media dei cinque anni precedenti e del 2% rispetto allo scorso anno. Per l’Italia 5,3 t/ha, più 3% rispetto al 2022.
Totale grano (Tenero e duro). Previsione produttiva media nella Ue di 5,7 t/ha con un incremento del 2% rispetto alla media degli ultimi 5 anni e sempre del 2% del 2023 sul 2022. In Italia si prevede una produzione media di 3,85 t/ha che significano l’1% in più della media degli ultimi 5 anni e del 6% in più del 2023 rispetto al 2022.
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