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Ippicoltura

Finalmente la giusta attenzione alla filiera del cavallo

La FNP Equini di CONFAGRICOLTURA con il progetto di legge “Ippicoltura”, riceve la giusta attenzione.

Maggiori connessioni tra attività equestre e agricoltura

La FNP Equini di CONFAGRICOLTURA con il progetto di legge “Ippicoltura” sulla filiera del cavallo, riceve la giusta attenzione. Benefici per agricoltori ed utenti.

 

Ferruccio Badi, varesino, presidente della Sezione equina di Confagricoltura ma anche della analoga sezione lombarda, è stato uno dei promotori del progetto di legge sulla ippicoltura teso a semplificare le norme e a facilitare le connessioni tra attività equestre e agricoltura, dapprima ben definite solo per quanto riguarda le attività agrituristiche. Facilitando la connessione tra ippicoltura e attività agricola si otterrà una maggiore diffusione dell’attività per diporto dei cavalli e una maggiore fruibilità da parte degli utenti che potranno trovare molto più facilmente le strutture sul territorio.

“Adesso”, dice Badi, a margine dell’audizione svolta in commissione Agricoltura della Camera mercoledì 7 Giugno,  “è necessario procedere in tempi rapidi all’approvazione in Parlamento della proposta di legge in materia di ippicoltura”.  Progetto che è sostenuto anche da “Agrinsieme” il coordinamento delle aziende e delle cooperative aderenti a Confagricoltura,  CiaCopagri,  e Alleanza delle cooperative agroalimentari.

Il testo proposto vede come prima firmataria la Vice presidente della Commissione Agricoltura della Camera, Maria Chiara Gadda, che riconosce la filiera del cavallo come eccellenza del Made in Italy portando maggiore chiarezza e trasparenza al comparto.

Badi sostiene da tempo la necessità di una norma generale che inquadri nel suo insieme l’ippicoltura che a causa della sua frammentazione e disomogeneità, ha perso in competitività. “Con l’approvazione di una legge “ad hoc” si darà finalmente un segnale ad un settore che merita di essere rafforzato per affrontare meglio i mercati esteri, creare sviluppo, occupazione e incontrare per il meglio le esigenze degli utenti”.

Particolarmente positiva è la previsione secondo cui, se l’attività di allevamento é operata in modo prevalente da aziende agricole in termini diretti o connessi, questa sarà riconosciuta come tale con tutto quello che comporta in termini fiscali, contributivi e di accesso ai PSR. Si eliminerà così una stortura dando al comparto la medesima dignità delle altre filiere agricole.

In questo modo si potrà porre fine alla crisi del settore in essere dal 2006 a cui si sono aggiunti gli aumenti dei costi delle materie prime determinati dalla guerra in Ucraina e dalla siccità ed il cui risultato ha impattato negativamente sull’economia delle aziende agricole operanti anche in ambito ippico. Allo stesso tempo sarà possibile diffondere una cultura ed una sensibilità sui cittadini/utenti dell’ippica da diporto diffusa sul territorio, così come avviene nella maggior parte dei paesi della Ue.

“Due le mete da raggiungere nel più breve tempo”, dice BADI “che la PDL IPPICOLTURA passi legge e venga poi subito fatto il decreto legislativo e che l’Iva sulle vendite di Cavalli e servizi ad essi collegati come disposto dal GU Europea venga abbassata”

 

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