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Berta, alzare il livello di guardia, mettere in atto tutte le misure per il contenimento della diffusione

Aumentano i casi di cinghiali infetti intorno alle zone di maggiore concentrazione suinicola. Mercati, le quotazioni rallentano

Berta, alzare il livello di guardia, mettere in atto tutte le misure per il contenimento della diffusione

Prosegue, anzi aumenta, la forte preoccupazione dei suinicoltori per la diffusione dei casi di Peste suina africana riscontrata in cinghiali selvatici. I casi di peste suina tra Liguria e Piemonte continuano a crescere: se ne contano ormai 736 casi che hanno coinvolto ben 91 comuni. Il virus si diffonde in aree dove sono presenti grossi insediamenti produttivi di suini, come il cuneese, la Lombardia e l’Emilia-Romagna. Ma sono stati riscontrati anche nuovi casi nel Sud, segnatamente in Calabria e in Campania. Il commissario Caputo annuncia l’adozione di nuove e più stringenti misure per il contrasto alla diffusione che vengono sollecitate dagli allevatori.

Davide Berta, presidente della sezione suini di Confagricoltura Lombardia e vice presidente della Sezione nazionale, chiede un rigoroso rispetto delle misure di contenimento e depopolamento dei cinghiali in tutta Italia e che venga garantita una adeguata capacità di intervento finanziario per gli interventi a compensazione dei danni subiti dalle aziende suinicole. “E’ necessario mettere in atto tutte le misure possibili per tenere lontano il virus della Psa dalle zone a maggiore densità di allevamento suinicolo ed armonizzarle su tutto il territorio nazionale. L’eradicazione della Psa deve diventare un interesse primario nazionale”. 

Sul fronte economico, nelle sue consuete analisi il Crefis fa il punto della situazione. L’andamento del comparto suinicolo nel mese di aprile aveva visto un ulteriore aumento dei prezzi dei suini da macello e da allevamento che avevano raggiunto livelli record. Per contro battuta di arresto per le quotazioni dei tagli di carne suina, mentre erano in ripresa i prosciutti stagionati destinati ai circuiti tradizionali di qualità. Sul fronte dell’approvvigionamento delle materie prime invece era continuato il calo dei prezzi dei prodotti destinati all’alimentazione dei suini. Il risultato combinato di queste tendenze era stata una risalita della redditività della fase di allevamento.

La tendenza si è interrotta nel mese di maggio in cui le rilevazioni del Crefis, l’ultima il 23 maggio, hanno mostrato una tendenza generalizzata alla diminuzione di tutte le categorie oggetto di allevamento: i suini da macello di peso tra 160 ed i 176 kg è sceso a 2,086 euro, in calo del -1,2% rispetto alla settimana precedente;  il prezzi delle scrofe da macello sono scesi a 0,794 €/kg (-1,2%) per il prodotto franco partenza (prezzo minimo) e a 0,969 euro/kg (-1,0%) per quello franco arrivo ( prezzo massimo); infine il prezzo dei suini da allevamento di peso 30 kg è sceso a 4,568 euro/kg (-0,1%) rispetto alla rilevazione precedente.

 

DAVIDE BERTA

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