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Latte
29.05.2023 - 14:02
Il latte il cui prezzo alla stalla è in discussione
I primi mesi del 2023 hanno visto un deciso rallentamento del prezzo del latte in Europa, nonostante il livello produttivo si sia mantenuto su livelli non particolarmente alti. Anzi, stando a quanto dicono allevatori ed operatori del settore il latte viene cercato. Allora la caduta dei prezzi è probabilmente dovuta ad una diminuzione del potere di acquisto dei consumatori che si sono trovati nel bel mezzo di un fenomeno congiunturale con una inflazione a due cifre e che non si vedeva da tempo.
Purtroppo, questo fenomeno ha avuto ripercussioni anche sui produttori vista la rapida presa d’atto della nuova situazione da parte dell’industria di trasformazione. Di fatto la brusca frenata delle quotazioni del latte europeo ha indotto Italatte ad agire per una revisione del prezzo del latte alla stalla. Sono stati fatti alcuni incontri tra le parti per valutare la possibilità di un nuovo accordo su di una revisione del prezzo con la riapertura delle trattative che però hanno visto le rappresentanze dei produttori fermi sulle loro posizioni di mantenere invariato il prezzo fino alla fine di giugno a 57,5 o al massimo disposti ad arrivare a definire un prezzo “stralcio” fisso per tre mesi: da aprile a giugno, abbandonando temporaneamente l’indicizzazione, ma con un livello di prezzo congruo rispetto all’accordo stipulato.
Proposta che è stata respinta dalla controparte di Italatte. Anzi la stessa si è rivolta direttamente ai propri conferenti chiedendo loro di sottoscrivere un accordo per i mesi di aprile, maggio e giugno ad un prezzo medio di 53,9 centesimi al litro.
In seguito a questo tentativo di forzare la mano, che peraltro pare non abbia sortito alcun risultato, Il presidente di Confagricoltura Lombardia, Riccardo Crotti, ed il presidente della Sezione Latte, Maurizio Roldi, dopo una consultazione con i componenti della sezione regionale ed esperti legali hanno risposto ad Italatte ribadendo il diniego alla loro proposta ma al contempo ad essere disponibili a riprendere le trattative, alla sola condizione di non ripartire da un concetto di indicizzazione.
Comunicazione analoga, Crotti e Roldi, l’hanno rivolta alle sedi provinciali delle Unioni agricoltori, invitandole ad informare i produttori di latte delle azioni intraprese e quindi a coordinarsi con il livello regionale.
Il risultato è che al momento le trattative sono in stallo; tra poco saremo a giugno e l’industria dovrà emettere le fatture di acquisto: con quale criterio e su quale livello?
In ogni caso negli ultimi giorni il mercato ha dato qualche segnale di risveglio. Le ultime rilevazioni dello spot alla Camera di Commercio di Milano mostrano un più 5,68% per il latte nazionale, mentre a Verona lo stesso prodotto registra un più 4,35%. L’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio della Ue conferma il trend in atto di ripresa per le polveri di latte, sia intera che scremata.
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